la bradipessa

ENNESIMO WE DA REINVENTARE


Io nn sono una di quelle che si lamentava della mancanza del caldo. Sono 3gg che è arrivato ed io sono già sfatta e stufa, tanto più che nel we sulle Alpi è regnata l'instabilità e quindi tanto vale che faccia fresco anche in settimana.We di instabilità, vuol dire we da reinventare dopo aver passato ore e ore a studiare i modelli delle previsioni e alla fine far finta di credere a quello più ottimista. Di certo niente 2gg su ghiaccio o in alta quota dove d'altronde c'è ancora parecchia neve che con le temperature elevate nn rigela e quindi diventa sfondosa. Che si fa, dunque? Su suggerimento di RV si vive alla giornata.SAB IN MTB SULLA COSA DEL PALIOPer sab avevamo ricevuto un sacco di inviti, dalla Liguria per una giornata al mare al lecchese per un'arrampicata. S però mi ha convinta a una mattinata senza sveglia. Quando ci siamo alzati, fuori nn era così male e il radar segnalava temporali qua e là e allora ne abbiamo approfittato per un giro breve in MTB a cavallo tra lecchese e bergamasca. Il giro era davvero corto (12km), ma avevo visto delle foto molto belle. L'avevo quindi catalogato come cosa da fare in un pome, ma questa mi è sembrata l'occasione giusta, visto che alla sera saremmo dovuti partire per la VDA e l'ora era tarda. Facciamo dunque i panini, carichiamo le bici in auto e partiamo. Traffico al casello di Dalmine ci fa perdere altro tempo e quando arriviamo a Fuipiano diluvia. Il cielo sopra di noi è nero e il vento forte. Già abbiamo poco tempo e così... Mi sento davvero demoralizzata. S come sempre è più paziente. Tira fuori i panini e dopo aver mangiato la pioggia diminuisce e il cielo si fa azzurro. Si parte! Un giro molto bello, nn eccessivamente duro, molto panoramico e con un bel tratto su fondo erboso che è quello che preferisco. Come sempre, aveva ragione lui e ne valeva la pena.Lunghezza: 12km, 500m di dislivelloTipo di itinerario: Itinerario su asfalto e sterrato (60%; carraecce MC e sentieri S1)Periodo consigliato: L'itinerario è in genere percorribile da aprile a dicembre. Io l'ho fatto sabato 25-6-16Tempi di percorrenza: 1h50Descrizione: parcheggiata l'auto nel piazzale antistante il borgo di Arnosto (1000m), ci si avvia lungo la strada asfaltata dapprima con andamento pianeggiante e poi in salita. Quando questa inizia a scendere verso Brumano, si imbocca una strada sterrata sulla destra che sale al Passo del Palio (1383m). Qui si prende il sentiero inerbito a destra che corre lungo l'ampia dorsale di dossi erbosi, con continui saliscendi, fino a raggiungere il passo di Valbona e la bolla di Valmiana. Si scende quindi a destra, passando nei pressi di una baita. La strada si fa ripida e a tratti asfaltata e conduce a Fuipiano. Qui a destra e in breve si torna al punto di partenza. DOM SUL MONT'AVICTornati a casa, di corsa a preparare lo zaino per l'indomani. Grazie al furgonato di LS riusciamo ad evitarci la levataccia. La meta è il Mont Avic, una di quelle cime che mi ha sempre affascinato ma che è rimasta lì ad attendere. Un po' mi intimoriva la lunghezza, un po' l'escursionismo è stato un po' messo da parte, soppiantato da attività che sanno darmi emozioni più forti. Però devo mettere un po' di dislivello nelle gambe, sempre con la speranza di portare a casa il Bianco e così mi è sembrata una buona occasione per tirarlo fuori dal cassetto. La gita è estremamente lunga (circa 20km tra andata e ritorno), ma attraversa ambienti diversissimi tra loro e quindi nn risulta mai noiosa. Inoltre la cresta finale aggiunge un po' di pepe. Peccato che in vetta ci siamo trovati avvolti dalla nebbia che ci ha fatto scendere di corsa. Però nn abbiamo preso nemmeno una goccia d'acqua e direi che è andata bene così, tanto più che oggi sono meno distrutta del previsto.Regione: VDA, valle di ChamporcherLocalità di partenza: A5 uscita Verres. Seguire per il parco del Mont Avic e risalire la valle di Champdepraz fino a Chevrere dove termina la strada (1253m)Meta: mont Avic (3006m)Dislivello: 1800mPunti di appoggio: nessunoPeriodo:l'itinerario è percorribile da fine giugno a ottobre. Io l'ho fatto domenica 26-6-16: qualche nevaio da attraversare da 2550m, ma inutili picozza e ramponitempo di percorrenza: 4h30 solo salita (soste escluse)Difficoltà: F+ (cresta con passaggi di II)Equipaggiamento: può essere utile uno spezzone di corda di 20mPresenza di acqua lungo il percorso: sìItinerario: parcheggiata l'auto appena prima dell'ingresso del paese, lo si attraversa e si giunge nei pressi di Veulla dove si imbocca una strada sterrata. Appena dopo aver ignorato un'altra carrabile sulla sinistra, si incontra sulla destra una piccola radura utilizzata come parcheggio (sorgente). Qui si imbocca il sentiero sulla destra (segnavia6) che sale nel bosco. Attraversa un torrente tramite un ponte di legno e supera un rue, poi piega a sinsitra e sale lungamente con andamento più o meno rettilineo. Si ignorano 2 bivi (il secondo, a quota 1720m, è preannunciato da una sorgente) e mantenedosi sempre sulla sinistra orografica della valle, l'ambiente si fa via via più severo. Si attraversa un bosco di mughi e si continua su terreno più aperto fino a giungere ad un pianoro a quota 2450m dove la mulattiera corre rialzata su muretti a secco. Qui si possono notare degli ometti sulla destra che per tracce di sentiero dovrebbero permettere di accorciare un po' il percorso risalendo un canale che però era ingombro di neve. Pertanto abbiamo proseguito lungo la mulattiera che piega a sinistra e sale ripida a tornanti sfiorando un antico sito minerario e giungendo al pianoro che ospita il Lago Gelato (2616m; bivacco chiuso con fontana). Qui si prosegue lungo il sentiero 6a per il passo Chevriere. La traccia nn è più evidente, ma numerosi segnavia gialli permettono di proseguire senza dubbi. Il percorso compie un lungo traverso con alcuni saliscendi. Poco prima di giungere al passo, lo si abbandona per seguire alcuni ometti sulla destra che attraversano dei pascoli umidi con andamento pianeggiante e raggiungono il conoide che scende dalla cresta ovest del Mont Avic. Lo si risale su tracce di sentiero fino a giungere a una bocchetta a quota 2940m dove si attacca la cresta sulla destra. La roccia è in genere buona e nn oppone difficoltà superiori al II. Stando alternativamente sui 2 versanti (ometti utili), si giunge in vetta.Discesa per la via di salita.