la bradipessa

LES BOSSES, QUOTA 4550M: TENTATIVO AL BIANCO


Quando un obiettivo a lungo desiderato viene mancato, rimane sempre un po' di tristezza che sta uscendo tutta questa sera. Fino a ieri ero soddisfatta di me, sapevo di aver dato il massimo. Dicevo che avevo cmq una bella storia da raccontare e gli occhi pieni di panorami incredibili, senza contare la soddisfazione dei tempi e dell'abilità aquisita nelle manovre di corda. Ma più il ricordo della fatica si allontana, più penso che se avessi stretto i denti forse ce l'avrei potuta fare. E mi sento triste anche al pensiero di com'era mio padre da giovane a confronto con quello che è adesso: invecchiare è davvero una brutta cosa e prima o poi toccherà anche a me. Insomma, invece della gioia della conquista, questa è la sera delle rilfessioni malinconiche.Ma andiamo con ordine. Metà giugno 2016: mi viene chiesto se anche quest'anno avessi in programma il Binaco. Il Bianco è sempre in programma, è da quando sono bambina che veglia su di me e il desiderio di salirlo è sempre grandissimo, unito però al timore di nn essere all'altezza. Il programma estivo è assolutamente confuso, ma se me lo chiedete, parte la macchina organizzativa. Fissiamo la data: il secondo we di luglio, nella speranza che il ghiacciaio nn sia troppo aperto e nn faccia troppo caldo. Ormai è troppo tardi per prenotare il Gouter e cmq quel sistema di prenotazione che ti obbliga alle corse come fossero i biglietti di un concerto, mi irrita abbastanza. E allora nasce l'idea di salirlo dalla normale italiana. Certo, è molto più lunga, ma credo di potercela fare. In 3gg. Mercoledì 6-7-16: il meteo sembra buono. Peccato che la mia prenotazione è scomparsa. Per fortuna il Gonella nn è il Gouter e c'è posto. Venerdì si parte. Porto su i miei e poi con i miei compagni di avventura ci aavviamo per la Val Veny. Già la salita al rifugio ci mette a dura prova. il ghiacciaio del Miage è davvero eterno e i detriti n aiutano. Poi il Gonella è uno di quei rifugi che ti guardano dall'alto ma dove sembra di nn arrivare mai. Siamo lì per le 17.30. Cena alle 18.45 e alle 20.30 siamo a letto. La sveglia suona a mezzanotte, all'1.11 siamo pronti a partire. Il cielo è buio pesto, illuminato da una sottile falce di luna e dalle stelle e la cosa ha indubbiamente il suo vantaggio: nn ci fa vedere i crepacci nè quanto sia sotile la cresta che dobbiamo percorrere. Io parto convinta di potercela fare. All'alba siamo a quota 4100. LS dice di essere stanco e obbliga AC che era in cordata con lui al ritiro. Io, S e O proseguiamo. Superiamo il Dome de Gouter (perchè nn conta come 4000?), poi S comincia a tremare violentemente. Il vento è festidioso, lo facciamo vestire e si prosegue. Alle 6.20 siamo alla Capanna Vallot e io inizio a essere stanca. La cresta delle Bosses mi mette davvero a dura prova, fatico a fare più di 2 passi di seguito. Terminato il tratto più ripido, O dice di nn sentirsi bene. Il cielo è limpido, il vento nn è terribile, l'orario è perfetto. Eppure io sono stremata e preoccupata di tutta la strada da rifare a ritroso. La cima è a 250m da noi, credo ci vorrebbe ancora 1h30 per arrivarci. Mi pare un'eternità e colgo la palla al balzo: propongo la ritirata. Credo che anche S fosse stanco perchè nn prova neanche a ribattere. Si torna indietro. Alle 14 siamo di nuovo al Gonella. Passiamo il pomeriggio a dormire e l'indomani scendiamo a valle. La cima aspetterà. So che ci riproverò. Mi sento molto stupida ad aver mollato in quelle condizioni perfette, ma in quel momento davvero mi è sembrata la scelta più logica. Poco importava aver coperto la gran parte del dislivello e aver terminato le difficoltà. Come spesso capita, mi sono arenata di fronte a quello che mi sembrava insormontabile e senza S che mi spronava ho gettato la spugna. Di certo è stata una bella avventura e questo per ora mi deve bastare.I GIORNO, SALITA AL RIFUGIORegione: Valle d'AostaLocalità di partenza: A5 uscita Courmayeur; seguire per Entreves, poi prendere a sinistra per la Val Veny che si risale finoltre la Visaille dove la strada è chiusa da una sbarra (1740m)Meta: Rifugio Gonella (3070m)Dislivello: 1330mPunti di appoggio: Rifugio Gonella: di proprietà del CAI di Torino, dispone di 38 posti (+ 12 nel locale invernale) ed è aperto con servizio di alberghetto da metà giugno a fine agosto; bagni interni con acqua di fusione, no docce, standard di pulizia buoni, personale cortese; pessima la gestione delle prenotazioni, menù ripetitivo (entrambe le sere abbiamo mangiato risotto al bleu, spezzatino con purè e panna cotta) http://www.rifugiogonella.com/Periodo:l'itinerario è percorribile da metà giugno ad agosto; io l'ho fatto venerdì 8-7-16: quota neve 2400tempo di percorrenza: 5h solo salitacartografia Kompass Difficoltà: EE (itinerario che si svolge in ambiente di alta montagna con scarsa segnaletica; tratto finale attrezzato)Presenza di acqua lungo il percorso: sì (una sorgente)Itinerario: parchegiata l'auto a bordo strada, si prosegue lungo la stessa fino al Combal (1970m). qui si imbocca il sentiero a sinistra del bar che sale a prendere il filo della morena del ghiacciaio del Miage. La si segue verso sinistra fino al termine, poi si scende per mettere piede sul ghiacciaio, quasi interamente copreto da detriti. Ci si porta verso il centro e lo si risale lungamente con lieve pendenza fino a quota 2650m dove con ampio giro verso destra (crepacci) si raggiunge la base dello sperone su cui sorge il rifugio. Lo si risale alternando tratti con nevai, terrazze erbose e roccette attrezzate con scalette e canaponi fino a giungere al rifugio.II GIORNO: LA (quasi) VETTALocalità di partenza: rifugio Gonella (3070mm)Meta: Monte Bianco (4810m)Dislivello: 1800m + saliscendiPunti di appoggio: bivacco Vallot (4350m): sempre apero, nn dispone di nessun arredo ed è purtroppo ridotto a un immondezzaioPeriodo:l'itinerario è percorribile da metà giugno a agosto; io l'ho fatto sabato 9-7-16: ghiacciaio in buone condizioni, pochi crepacci ben individuabili e con ponti di neve portanti, ottima tracciatempo di percorrenza: 7h solo salita Equipaggiamento: normale da ghiacciaio (corda, imbrago, picozza, ramponi)Tipo di percorso: A/R per la stessa via su ghiacciaioDifficoltà: PD+ (cresta, crepacci)Itinerario: dal rifugio si traversa brevemente in quota (talvolta su nevai piuttosto ripidi), poi ci si abbassa lievemente per mettere piede sul ghiacciaio del Dome che si risale lungamente facendo attenzione ai crepacci. Giunti alla parte terminale del ghiacciaio si affrontano 30m con una pendenza di 45° prima dell’uscita su roccia tra il col des Aiguilles Grises e il col de Bionnassay. Si percorre quindi la cresta procedendo verso destra e si arriva in breve tempo in prossimità dell’affilata cresta di Bionassay, la quale è molto suggestiva e richiede sicurezza di piede e fiducia nei ramponi. Poco dopo il percorso risulta più agevole, puntando in direzione nord est si passa nei pressi del Piton des Italiens (4.002 mt). Procedendo in direzione nord est, si supera il Dôme du Goûter e s’incrocia la via normale francese. Si attraversa un piccolo pianoro e si affronta un tratto più ripido che conduce alla capanna Vallot (4350m). Da qui si attacca la cresta delle Bosses, dapprima con pendenze intorno ai 40° e poi superando 2 grosse gobbe. Noi ci siamo fermati qui. Proseguendo su cresta più ampia e con pendenze inferiori si arriva infine in vetta. Discesa per la via di salita. III GIORNO: DISCESA DAL RIFUGIOCredo che la maggior parte della gente faccia l'ascensione in 2gg. A dire il vero, la maggior parte della gente nn scende dalla via di salita. Le guide di solito fanno scendere dalla via normale francese. A me sembrava abbastanza complesso per via dei trasporti, così abbiamo scelto di scendere dalla via di salita e credo che questo sia stato uno degli errori che ci ha fatto mancare la cima. Inoltre già il ritorno al Gonella mi sembrava molto impegnativo (e in effeti gli ultimi 200m prima di tornare al rifugio sono stati faticosi) e così abbiamo pensato di divedere l'ascensione in 3gg dedicando l'ultimo giorno alla discesa dal Gonella a La Visaille.