la bradipessa

RIFUGI, BIVACCHI & Co


Rifugio è una parola ormai usata in modo disinvolto da alpinisti e escursionisti che raramente si soffermano a pensare al suo significato originario e a quello attuale. I primi rifugi sono stati costruiti nel 1866 sul Monviso e sul cervino a opera del CAI, ma già in tempi precedenti esistevano gli hospitia, legati agli scambi commerciali e ai pellegrinaggi religiosi (per esempio quello del Gran S. Bernardo). Oggi per rifugio si intende un ricovero alpino in legno o muratura e si differenziano in custoditi e incustoditi. I primi, pur essendo sempre abbastanza spartani (si dorme in genere in camerate, talvolta nn c'è acqua calda...), forniscono in stagione un servizio di alberghetto, mentre per gli altri bisogna chiedere le chiavi al CAI o agli enti privati che li gestiscono; sono dotati di cucina, luce, viveri di conforto e il pagamento avviene in genere successivamnte al proprietario.Per bivacco si intende invece un ricovero d'alta quota, in genere prefabbricato in lamiera, costituito da un unico locale di pochi mq dotato di cuccette, ma spesso senza fornelletto nè viveri di conforto; sempre assente il wc, per i bisogni è conveniente allontanarsi il più possibile.Oggi poi esistono delle altre strutture, definite punti di appoggio, che sono state ottenute dal restauro di edifici tipici (casere, baite...) e dispongono di attrezzature semplici ma indispensabili al pernottamento e funzionano da punto-tappa lungo itinerari di media quota, alte vie e traversate.Chi usufruisce dei rifugi deve ricordarsi di essere ospite del CAI e quindi regolare la sua condotta in modo da nn recare disturbo agli altri (nn come l'anno scorso al Defeyes: quando è partito il gruppone che andava al Ruitor, ha svegliato l'intera camerata!). In genere dalle 22 alle 6 bisogna osservare il silenzio assoluto, è vietato l'accesso ai locali di riposo con scarpe pesanti, è vietato fumare e introdurre animali. Da qualche anno è obbligatorio l'uso del sacco lenzuolo e quando si lascia il rifugio, bisogna piegare le coperte. In genere c'è un libro dei visitatori che viene firmato e che costituisce la cronaca del rifugio e, per chi intende affrontare un percorso impegnativo, un'apposita scheda da consegnare al gestore. E' sempre bene prenotare o quanto meno avvisare del proprio arrivo con l'ora stimata.Chi invece pernotta nei bivacchi, nei rifugi incustoditi o nei locali invernali fuori stagione è responsabile del buon mantenimento del locale per chi verrà dopo: le coperte vanno piegate, i pavimenti spazzati, i rifiuti riportati a valle e se si utilizzano i viveri di conforto è buona norma lasciare qualcosaltro in cambio o una mancia perchè possano venir ricomprati. Prima di andar via accertarsi che porte e finestre siano chiuse.Negli ultimi anni la regione Lombardia ha ideato il Gira-rifugi per promuovere queste strutture. Si tratta di una tesserina su cui vengono apposti dei timbri. Da giugno a novembre l'escursionista dovrà collezionare tot timbri di rifugi e di strutture gestite dall'Enel (lo sponsor è indispensabile!) e otterà una maglietta o un pernottamento gratuito. (Nella foto il rif Gianetti, una delle gite a cui sono più affezionata)