la bradipessa

IL SENTIERO DEL VIANDANTE DA FIUMELATTE A DERVIO


Sto disperatamente aspettando la neve. Nel frattempo mi sto dedicando a tutte quelle passeggiate che avevo lasciato da parte perchè considerate troppo facili. D'altronde le giornate così corte nn permettono le solite massacrate alla Silvia. Devo però dire che molte si stanno rivelando sorprendenti. Come quella di ieri.Regione: Lombardia, provincia di LeccoLocalità di partenza: FiumelatteMeta: DervioDislivello: numerosi saliscendiPunti di appoggio: nei paesi attraversatiperiodo:l'itinerario è in genere percorribile tutto l'anno, ma data la bassa quota è l'ideale per il periodo invernale; io l'ho fatta sabato 16-12-06.tempo di percorrenza: 4hTipo di percorso: traversata su sentieri molto ben segnati cartografia Kompass 105difficoltà: TPresenza di acqua lungo il percorso: nei paesi attraversatiItinerario: Parcheggiata l'auto sul lungolago di Fiumelatte, si sale verso la frazione Pino dapprima su asfalto e poi su acciottolato. Nei pressi di un tornante, si imbocca una traccia a sinistra lungo un rigagnolo che sale ripida sottopassando la superstrada e immettendosi sul percorso principale. Questo si mantiene pianeggiante a quota 380m nel bosco deciduo. Ben presto si scorge il Fiumelatte, il torrente più corto d'Italia che attirò l'attenzione di personalità illustri tra cui Leonardo. Seguendo una traccia scoscesa si può scendere di alcuni metri e raggiungere la sorgente: sgorga da un sistema di grotte esplorate negli ultimi decenni, ma già note nell'antichità. Una leggenda narra che nel 1500 3 giovani erano innamorati della medesima ragazza e, per scegliere a chi dovesse andare in sposa, decisero di scendere in queste caverne; ne riemersero mesi dopo, impazziti e raccontanto di fulgide sirene. Proseguendo con bei panorami sulla penisola di Varenna, si arriva al cimitero degli inglesi. Una breve salita conduce a Vezio e alla sua fortezza, che pare risalga al tempo della regina Teodolinda. Attraversato il paese, si scende per superare, tramite un bel ponte di pietra, il torrente Esino, in una stretta gola. Si sale a incontrare la carrozzabile che si segue per 200m per poi imboccare nuovamente la mulattiera sulla destra. Con una breve salita si raggiunge la chiesetta della Madonna del Campallo; ignorando la mulattiera sulla destra che conduce a Perledo, si attraversa il portico e si percorrono i prati di Campallo fino a Regolo dove si imbocca la v. Cava Bassa tra cantieri aperti nei pressi delle famose cave di marmo nero di Varenna. La stradina si mantiene a quota 350m aggirando il colle di S. Ambrogio e attraversando l'intricato bosco delle streghe, dove si narra che si tenessero danze e sortilegi per gettare il malocchio sugli abitanti delle frazioni vicine. Di nuovo sulla carrozzabile nei pressi di una cappella dedicata alla Sacra Famiglia. Si scende alla sua sinistra a raggiungere Gittana dove si trova la parrocchiale moderna accanto a una chiesa baroccha del 1600 che conserva una pietra molto più antica ancora legata alla regina Teodolinda. La mulattiera prosegue vicino al cimitero, passando a monte dell'abitato. Nel bosco si incontra il percorso dell'antica funicolare idraulica che collegava la ferrovia sottostante con un istituto di cura. Poco oltre si può ammirare una bellissima crocifissione del 1400 in una cappelletta solitaria. Usciti dal bosco si incontra la valletta di Biosio di interesse geologico e, nei pascoli terrazzati, la Fabbrica, antico edificio di cui ancora oggi si usano il torchio e le cantine; in passato era un'osteria. Poco oltre ecco la cappella dell'Addolorata, in stile neoclassico, appena prima di sboccare sull'asfalto e giungere quindi alla cappella di S. Rocco, oggi monumento ai caduti, appena sopra Bellano. Una visita la meriterebbe l'orrido, ma quando siamo passati era chiuso. La scalinata a sinistra della cappella conduce in breve a Ombriatico e da lì la mulattiera si porta a Lezzeno, santuario barocco che costituisce uno degli incompiuti sacri monti del Lario; pare che sia sorto a seguito di un pianto miracoloso di un'effige della Madonna in una cappelletta ancora visitabile lì vicino. Attraversato il paese (uno sguardo lo meritano di certo gli antichi lavatoi), si attraversano dei prati e, scendendo verso la superstarada, ecco la valle dei Mulini dove si possono osservare dei resti suggestivi. Tralasciata la mulattiera che sale a Pendraglio, si giunge quindi a Oro, frazione caratterizzata da vicoli stretti che paiono precipitare nel lago, raccolti intorno a una chiesa barocca. Qui si segue per un po' la carrozzabile per ritrovare la mulattiera alcune centinaia di metri più avanti, sulla sinistra. Nel bosco si incontrano le vallette di Pendaglio e di Verginate, poi si digrada dolcemente tra i castagni incontrando nuovamente l'asfalto alla periferia di Dervio. Si attraversa il paese e si prende il treno per recuperare l'auto.