la bradipessa

L'INTEGRAZIONE POSSIBILE


Ieri leggevo in un blog di una ragazza che dichiarava l'integrazione impossibile. Diceva che nn dobbiamo stupirci se i cinesi nn si sentono italiani: per forza, sono cinesi! A sostegno della sua tesi riportava la sua esperienza: figlia di emigranti italiani in SVizzera tedesca, frequentava solo altri emigranti italiani e nn ha mai imparato il tedesco.Male, malissimo.Io vorrei confutare queste parole con 2 esempi. Il primo riguarda C, carissimo amico originario del centro Italia e venuto a Milano per lavoro. Poi la ditta l'ha trasferito a Ginevra e lui si č rimboccato le maniche. Ha imparato il francese che ora parla fluentemente e ha stretto amicizie con ragazzi ginevrini. Il che nn significa rinnegare le sue origini, tant'č che io e lui ci vediamo regolarmente (in fondo Ginevra nn č dall'altra parte del mondo!).Il secondo riguarda U, ragazzo conosciuto allo sci club l'anno scorso. Pelle olivastra, italiano perfetto, ma un nome decisamente esotico che tradiva le sue origini straniere. Quando gli ho chiesto da dove venisse, la prima cosa che mi ha risposto č stato: "Dalle parti di viale Zara" Solo successivamente ha ammesso di essere nato in Turchia e di essere venuto in Italia solo 2 anni prima. Inoltre quel giorno il tempo nn era granchč e lui č stato il primo a dire: "Va be', se proprio nn sarā possibile sciare vorrā dire che ci siederemo in rifugio a mangiare polenta e salsiccia" (che nn č propriamente un piatto di origine turca!)Dunque secondo me l'integrazione nn solo č auspicabile, ma anche possibile. Certo ci vuole buona volontā e intelligenza. Oltre a una buona dose di curiositā e rispetto per gli usi e costumi del paese ospitante.