la bradipessa

LA SILVIA, LA PAURA E L'ALPINISMO


Da quando ho iniziato afre un po' di alpinismo, la domanda ricorrente che mi viene rivolta nn è più "Ma cosa ci trovi lassù? Vale davvero la pena di fare tanta fatica?", bensì "Ma nn hai paura? Vale davvero la pena di rischiare la vita?"La risposta è che no, nn ho paura. Per lo meno quando sono a valle, quando sono lassù in genere è diverso, maledico le mie idee balzane e mi riprometto di dedicarmi al taglio e cucito. Poi scendo, guardo verso l'alto, e ho già voglia di ritornare lassù.Di certo c'è una buona dose di incoscienza, andare per ghiacciai è di certo più pericoloso che andar per sentieri, ma c'è pur sempre un abisso tra il salire sul Breithorn e sul Cevedale e l'alpinismo vero, quello in cui si cimentano Messner e compagni. Poi penso che se ci fermassimo a pensare ai rischi reali nn ci muoveremmo più: sappiamo tutti quanto sia pericoloso andare in auto, eppure corriamo a 130 in autostrada dentro al nostro scatolino metallico. Possiamo aggiungerci anche la mia visione della vita: credo che quando sarà la mia ora, cambierà poco il fatto che sia legata in cordata o seduta sul divano di casa con il telecomando in mano. Ci sono infine le emozioni che sento lassù dove posso mettermi alla prova e stupirmi di come mi vengano bene le cose, con la speranza di acquisire un po' di sicurezza anche in quella che dovrebbe essere la vita reale, qui a valle. (Foto ancora by Max: io e lui in vetta al Sarezza)