la bradipessa

UN LUNGO WE LIGURE


In montagna c'è ancora un sacco di neve, ma questo we il pericolo valanghe era 4 e poi io inizio ad aver voglia di tirar fuori gli scarponi, per cui siamo andati 3gg in Liguria per una mini vacanza che si è rivelata meravigliosa. Ci voleva.I GIORNO: TRAVERSATA RECCO-RAPALLOLunga cavalcata in cresta sul golfo del Tigullio in buona compagnia, capace di regalare una bella sensazione di libertà, splendidi panorami e una discreta solitudine in in we in cui la Liguria era affollata all'inversimile.Regione: Liguria, provincia di GenovaLocalità di partenza: ReccoMeta: Monte Manico del LumeDislivello: itinerario con saliscendi per un totale di circa 1200mPunti di appoggio: RIFUGIO MARGHERITA: situato in vetta al monte Pegge (744m), appartiene alla Società Nazionale Alpini ed offre un locale di ricovero sempre aperto oltre che bevande e spuntini per gli escursionisti affamati.Periodo:l'itinerario è in genere percorribile tutto l'anno, ma sarebbe bene evitare i periodi più caldi; io l'ho fatta venerdì 01-05-09.tempo di percorrenza: 6 ore per l'intero giroTipo di percorso: itinerario ad anello su sentieri ben segnati (solo il tratto in cresta del Monte Bello nn è segnalato: si tratta di una traccia che a volte tende a scomparire ma che è in genere cmq ben riconoscibile; tale tratto è cmq evitabile proseguendo dal Passo del Gallo lungo il segnavia triangolo rosso vuoto)cartografia IGMdifficoltà: E/EE (breve tratto attrezzato; EE la variante di cresta)Presenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: usciti dalla stazione di Recco, scendere lungo la scalinata a destra (indicazioni per il Monte Lume, segnavia un triangolo rosso vuoto). Passare sotto il ponte della ferrovia e risalire lungo un'altra scalinata a destra. Tornati sull'asfalto, prendere a sinistra in discesa, poi ancora una scala sulla destra che diventa ben presto un viottolo acciottolato. Si sale tra terrazzamenti e villette, per proseguire su sentiero in un bosco di latifoglie. Si giunge così a un colle dove si confluisce nel segnavia 0 da seguire verso sinistra con alcuni saliscendi. Giunti in vista del santuario di Caravaggio, continuare a sinistra a mezzacosta giungendo in breve al Passo del Gallo. Qui lasciamo il segnavia 0 a sinistra e il triangolo vuoto a destra ma proseguiamo dritto in erta salita seguendo il quadratino rosso vuoto che in breve conduce in vetta al monte Bello. Iniziamo quindi a seguire fedelmente la cresta per scendere a un passo dove confluiamo nel sentiero segnato con X X. Ancora un tratto di salita ci porta in vetta a un rilievo quotato 647m dal quale scendiamo sul versante opposto (facili roccette attrezzate) per risalire infine sulla vetta del Manico del Lume (801m; 3h30).Per la discesa imboccare il sentiero di fronte alla croce di vetta in discesa. Ben presto si giunge a un bivio: prendere a sinistra per un breve tratto a mezzacosta, quindi si conquista nuovamente la cresta. Si passa il Monte Lasagna e il successivo Monte Pegge (rifugio) e si scende quindi al passo delle Crocette. Proseguire a sinistra (segnavia 3 pallini rossi) per un lungo tratto in falso piano prima di confluire, nei pressi di un rudere, nel segnavia cerchietto rosso barrato (in teoria questo sentiero dovrebbe scendere direttamente dalla vetta del Monte Pegge, ma nn siamo stati capaci di trovarlo). Si scende ora con maggior pendenza nel bosco, si passa nei pressi di alcune villette dove il tracciato si fa sfaltato, poi di nuovo su sentiero a tratti lastricato fino a raggiungere la stazione di Rapallo.Mangiare e dormire: essendoci mossi un po' in ritardo, nn siamo riusciti a trovare un posto dove dormire. Visto che però avevamo la tenda, abbiamo sfruttato il campeggio associato all'agriturismo Le Grigue. Le piazzole sono immerse nell'oliveto, c'è un bel silenzio e un bel panorama, i bagni sono pulitissimi (da far invidia a un hotel) e la signora è gentilissima. Per cena, testaroli al pesto e focaccia di Recco mangiate e cucinate sotto le stelle!II GIORNO: ARRAMPICARE AL MUZZERONESi dice che almeno una volta nella vita uno debba andare ad arrampicare al Muzzerone, plaestra di roccia famosissima sopra Portovenere dove si arrampica su roccia bianca a picco sul mare. Così al mattino abbiamo fatto un giro a Varese Ligure, bel borgo medievale stretto attorno a un castello immerso nella verdissima Val Vara e al pomeriggio siamo andati al Muzzerone dove sono rimasta molto delusa. Innanzi tutto, visto che la maggior parte delle vie sono dal 6a in su, pensavo di trovare gente di altissimo livello. Invece la maggior parte degli astanti era al nostro livello e si scannavano per le vie più facili. Mi ha colpito poi la maleducazione: palestra affollatissima e gruppi che tenevano occupate più vie con corda e rinvii anche se nn ci saliva nessuno per delle mezz'ore. Insomma, nn credo che ci tornerò. Inizio anche ad essere un po' stufa di falesie, ho voglia della severità dell'alpinismo vero.Dal punto di vista tecnico, i gradi mi sono sembrati strettini: se sul 4c (ex Primi passi) mi rendevo conto di fare anche dei bei movimenti e di salire senza grossi problemi, già sul 5b (ex Diedro) avevo qualche problemino.Un link utile è il seguente.Mangiare e dormire: dopo aver vagato per un'ora a Portovenere alla ricerca di un inesistente posto dove lasciare l'auto per 24 ore ed essere alla fine tornati alla palestra di roccia, abbiamo raggiunto D. e l'Uomo Sector, impegnati nell'AV delle 5 Terre, al rifugio Muzzerone. Il gestore è un po' un casinista: fino all'ultimo nn si capiva se avremmo dormito in tenda o meno. Quando alla fine l'abbiamo montata, sono saltati fuori 2 posti. Ma ormai era montata e abbiamo dormito lì. Posizione panoramica e buona cucina sono i punti forti di questo minuscolo rifugio da 12 posti letto, ma il costo è elevato (45€ la mezza pensione) e la pulizia dei bagni appena sufficiente.III GIORNO: GIRO DELL'ISOLA DI PALMARIAUn giro a Portovenere (raggiunto con una vertigginosa discesa) e poi traghetto per l'isola di Palmaria, riserva naturale.Località di partenza: Punta Secca.Dislivello: itinerario con alcuni saliscendi per un totale di circa 300mPunti di appoggio: alcuni bar a Pozzale e terrizzoPeriodo:l'itinerario è in genere percorribile tutto l'anno, ma sarebbe bene evitare i periodi più caldi; io l'ho fatta domenica 3-5-09.tempo di percorrenza: 2h30 per l'intero giro (+ 10 minuti per scendere dal rifugio a Portovenere; tale tratto, percorso in salita al pomeriggio, si è rivelato faticosissimo e ha richiesto 25 minuti)Tipo di percorso: itinerario ad anello su sentieri ben segnaticartografia Kompassdifficoltà: T/E (itinerario breve e facile ma a tratti faticoso)Presenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: Dal molo ci si incammina in direzione Est. Dopo un breve tratto in piano, il sentiero si fa molto ripido e raggiunge le batteria del Semaforo (186m). Si segue per un breve tratto una sterrata che confluisce su una rotabile da abbandonare quasi subito per un sentiero che scende ripido sulla destra. Ignorare un bivio a sinistra ma proseguire fino quasi alla punta dell'isola dove si volge a sinistra scendendo in breve a Pozzale. Di nuovo in salita, quindi giunti a quota 110m, ci si abbassa dolcemente finoa sbucare nuovamente sulla strada asfaltata. Seguirla verso sinistra fino a giungere a Terrizzo. Si continua lungo la spiaggia e poi di nuovo su sentiero fino a tornare in breve a Punta Secca.In FOTO (MIA): alba dal rifugio Muzzerone