la bradipessa

IL MARE A MODO MIO, EGADI 2009


Le Egadi sono 3 minuscole isole poste a Ovest della Sicilia, il che ci ha permesso di avere tempo devente nonostante le previsioni disastrose. Per tutta una serie di motivi abbiamo scelto di fare base a marettimo, la più distante dalla costa, dove nn esistono strade ma solo un paesino di pescatori costituito da poche case bianche. Il posto è indubbiamente bellissimo, con i sentieri che attraversano boschi e scogliere, con la solitudine interrotta dalle corse dei mufloni e il mare dai colori incredibili. Certo nn è il posto per chi sogna vita da spiaggia: queste sono poche e difficilmente accessibili. Ma per me era l'ideale. Peccato per la gente. Mi spiace dirlo, ma mi sono trovata davvero male con gli abitanti, chiusi in loro stessi, attaccati ai soldi, incapaci di fare un favore o di dare le informazioni richieste.DETTAGLI DI VIAGGIOCome arrivare: l'isola è ben collegata a Trapani e alle altre Egadi da un servizio di aliscafi (1h di viaggio). Tenete presente che però in caso di vento o mare mosso può restare isolata anche per alcuni giorni di seguito.Quando andare: L’itinerario è percorribile tutto l'anno, ma è bene evitare i mesi più caldi. I mesi migliori sono comunque maggio, giugno e settembre. Io ci sono tsta dal 19 al 26-9-09: contrariamente alle mie aspettative il tempo nn è stato ottimo (ha persino piovuto 2 volte!), ma il sole (quando c'era) era caldo e l'acqua piacevoleBibliografia e cartografia: Ho utilizzato molte informazioni reperibili sul web. Utile La Guida ai Monti d'Italia del CAI e La Rivista del CAI luglio-agosto 2004. Cartina 1:25.000 reperibile in loco.Mangiare e dormire: Nell'isola nn esistono hotel, ma è possibile alloggiare in diversi B&B oppure in residence o ancora presso numerosi appartamenti o camere messe a disposizione degli abitanti dell'isola. Noi abbiamo scelto La Rosa dei Venti: appartamento pulito, dotazione della cucina sufficiente (no forno, 2 fuochi), barbecue in comune con gli altri appartamenti, lenzuola fornite, no asciugamani, camere abbastanza ampie ma con poche finiestre e un po' rumorose per via della pompa dell'acqua.Per cena abbiamo quasi sempre cucinato, ma una sera siamo andati al Veliero posto nella piazza centrale del paese. Offre abbondanti primi piatti a base di pesce, ma prestate attenzione al conto: hanno provato a farci pagare 27€ in più; complimenti all'Uomo Sector che se n'è accorto.A Erice invece abbiamo assaggiato il cous cous del ristornate la Vetta: prezzi abbastanza alti e... io lo faccio meglio!Primo giorno: il viaggioSveglia all'alba, aereo da Orio al Serio alle 8.30 con atterraggio puntualissimo a Trapani. Dall'areoposto servizio di bus (biglietto 2,20€, fattibile anche a bordo) fino al posto dove abbiamo preso alle 14.30 l'aliscafo Ustica Lines per Marettimo (16,30€)Secondo giorno, la parte Nord dell'isola: Pizzo Falcone e Cala BiancaMeta: Cala BiancaDislivello: itinerario con numerosi saliscendi per un totale di 1100m circatempo di percorrenza: 5h15Tipo di percorso: itinerario ad anello su sentieri ben segnatidifficoltà: E/EE  (per raggiungere Cala Bianca il sentiero è a tratti esposto)Presenza di acqua lungo il percorso: sorgente a Case RomaneItinerario: da marettimo prendere la strada lastricata che sale sopra il paese e porta a Case Romane, dapprima su terreno aperto e poi in un bosco di pini d'Aleppo (250m, 30'). Ignorare il primo sentiero a sinistra e prendere il secondo che sale con alcune svolte, passa sotto la Cima Campana e, ignorato un altro bivio sulla destra (lo utilizzeremo in discesa), porta al passo tra il Pizzo Falcone e il monte Capraio. Qui si volge a destra e su terreno roccioso si guadagna la vetta (686m; 1h). Tornati all'ultimo bivio incontrato, seguire le indicazioni per Cala Bianca e quindi scendere a sinistra. Il percorso è su un crinale aereo e suggestivo. In localita Taurro (520m) tenere la sinistra e continuare la discesa. A un bivio nn segnalato proseguire ancora a sinistra (ometto) e raggiungere in breve il sentiero proveniente dal Paese e da Punta Troia. Imboccarlo a sinstra, ancora in discesa. Segue un lungo tratto pianeggiante, talvolta esposto. Poi una breve salita e un'ultima discesa conducono a Cala Bianca (1h45). Nn c'è spiaggia, ma è possibile fare il bagno dagli scogli anche se l'ingresso in acqua è un po' faticoso. Occhio alle meduse.Per il ritorno, ripercorrere la strada fatta fino all'ultimo bivio dove si prosegue dritto a superare il crinale con un passo. Scendere verso Punta Troia, ma ignorare il bivio a sinistra e proseguire dritto. Con alcuni saliscendi il sentiero riconduce al paese.Terzo giorno, la parte Sud dell'isola: Punta Basana e Punta LibeccioMeta: Punta LibeccioDislivello: itinerario con numerosi saliscendi per un totale di 660m circatempo di percorrenza: 4h30Tipo di percorso: itinerario ad anello per lo più su sentieri ben segnatidifficoltà: EE  (un tratto fuori dai sentieri segnati con roccette)Presenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: lasciare il paese in direzione sud, passando nei pressi di un cimitero. Poco oltre si raggiunge Praia Nacchi, la spiaggia più vicina al paese. Appena prima di questa prendere un sentiero che sale a destra, dapprima nel bosco e poi su terreno più roccioso giungendo infine a un colletto. Svoltare a sinistra e, manenendosi sul versante sud, inoltrarsi lungo il Promontorio di Punta Basana fino a raggiungere un casale di caccia. Continuare in cresta su terreno roccioso a tratti esposto fino al punto più alto (1h). Tornare fino al casale e continuare a destra, sul versante nord, fino a tornate al colletto. Continuare lungo la dorsale, superando qualche facile salto di roccia fino a trovarsi in un suggestivo bosco di pini in località Carcaredda dove si confluisce sulla sterrata proveniente dal paese. Imboccarla a sinistra e, ignorando i numerosi bivi, seguirla fino al faro di Punta Libeccio e Cala Nera (1h30).Per il rientro, tornare sui propri passi finchè nn si noterà a destra un bivio con indicazioni per Zotta Muletti. Imboccare il sentiero che si abbassa ripido nel bosco per poi divenire più pianeggiante. Si passa sopra alcune calette con un po' di spiaggia che sono raggiungibili con un po' di attenzione. Segue una breve salita che termina nuovamente a carcaredda. Attraversare la strada e imboccare un sentiero (indicazione per case Romane) che sale dolcemente. Ignorare il bivio successivo ma volgere a destra in piano e poi in discesa per far ritorno a Marettimo.Quarto giorno, la parte Ovest dell'isola: il fosso BonagiaPremessa: organizzare questa escursione è stato davvero molto complesso, spt a causa della poca disponibilità degli abitanti dell'isola nel fornire informazioni o di portare i turisti in luoghi diversi da Cala Bianca - Punta Libeccio al di fuori del turistico giro dell'isola. Si tratta di un pezzo di un itinerario descritto nel libro del CAI I Monti d'Italia ormai completamente in disuso e perciò ci si muove in assenza di qualunque segnaletica e su terreno molto disagevole. L'itinerario regala grandi panorami e solitudini ma è ASSOLUTAMENTE SCONSIGLIATO (a meno che nn amiate ravanare tra i cespugli...)Località di partenza: Cala Bianca (raggiungibile in barca; costo: 35€!!!)Dislivello: itinerario con numerosi saliscendi per un totale di 1000m circatempo di percorrenza: 6h30Tipo di percorso: itinerario ad anello con difficoltà alpinistichedifficoltà: FMateriale supplementare: necessari i pantaloni lunghi; un decespugliatore potrebbe essere utile :-) Inutile invece la normale dotazione da roccia (nn servono corda, o altro): ci sono solo un paio di passaggi molto semplici (II) e nn esposti; prestare attenzione alla qualità della roccia (davvero pessima, rimane tutto in mano!) Presenza di acqua lungo il percorso: sorgente a Case RomaneItinerario: da Cala Bianca alzarsi verso la cresta che si dirige verso la sommità di Capo Bianco. Percorrerla fino a quota 180m circa dove si nota una traccia che si stacca sulla destra. Questa si mantiene alta fino a giungere all'imbocco di un ripido canalone innominato (grosso ometto, 45'). Discenderlo prestando attenzione al terreno detritico e alle facili rocce fino a quota 50m dove si prende un sistema di cengie un po' esposte sul mare che terminano a Fosso Bonagia (1h). In realtà questo sistema di cengie prosegue fino al Canalone Girodifalco, ma noi l'abbiamo scoperto solo dopo. Quindi seguendo la nostra descrizione abbiamo risalito l'intero canalone in assenza di traccia tra la vegetazione lussureggiante puntando a una torre rocciosa ai piedi della quale si trovano 2 facili salti rocciosi da superare in arrampicata. Continuare in salita e, quando il canalone si biforca, prendere a destra e puntare a una selletta che si raggiunge faticosamente (2h).A questo punto avremmo dovuto ridiscendere verso il mare, ma evavamo accumulato un notevole ritardo ed eravamo stanchi di lottare con i cespugli per avanzare, quindi abbiamo deciso di proseguire per labili tracce e cespugli puntando al Monte delle Fragole. Quindi per cresta verso il monte Falcone da dove siamo scesi lungo l'itinerario di salita fatto il secondo giorno.Quinto giorno: Favignana in biciclettaLunghezza: 25km circa con dolci saliscendiTipo di itinerario: itinerario su carrarecce e strade asfaltate (50+50): consigliata MTB o cmq bici con copertoni robustiTempi di percorrenza: 1h15 escluse le sosteDescrizione: lasciare il paese in direzione est, quindi dopo poco prendere una strada sterrata sulla sinistra. Questa si mantiene lungo la costa, passa nei pressi di un generatore e raggiunge le cave di tufo di Scalo Cavallo. Qui si volge a destra tornando su asfalto e affrontando una breve salita. All'incrocio svoltare a sinistra e, dopo un breve tratto, la strada diviene sterrata conducendo in breve alla suggestiva Cala Rossa (possibilità di fare il bagno buttandosi dagli scogli). Proseguire cercando di mantenersi sempre lungo la costa. Si passa nei pressi della grotta del Bue Marino dove la strada si allontana dalla costa e poco oltre ritorna asfaltata per condurre al faro di Punta Marsala. Successivamente si incontra la bella baia di Cala azzurra (bagno) per poi attraversare il piccolo abitato di Punta Fanfalo. Sempre lungo la costa eccoci alle scogliere della Grotta Perciata e successivamente all'ampia spiaggia di Lido Burrone. Al bivio proseguire dritto per Cala Monaci oltre la quale si ignora la galleria sulla destra ma si continua dritto su strada chiusa da una sbarra. Al bivio successivo tenere la sinistra su strada che diviene sterrata e conduce a Cala Grande e successivamente al faro di Punta sottile. Tornati su asfalto, prendere la carrareccia a sinistra con indicazioni per Punta Ferro. Si costeggia il Pozzo dell'Alga per poi rimmettersi su asfalto sulla rotabile, poi sterrata, che conduce a Capo Faraglione (possibilità di bagno). Si torna quindi indietro tornando a Favignana lungo strada sfaltata. Sesto giorno, relax: il castello di Punta TroiaIl mare era grosso a causa del vento, gli aliscafi nn andavano e noi abbiamo deciso di regalarci una giornata di relax in spiaggiaMeta: Punta TroiaDislivello: itinerario con saliscendi per un totale di 350m circatempo di percorrenza: 1h solo andataTipo di percorso: A/R per la stessa via su sentieri ben segnatidifficoltà: TPresenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: lasciare il paese dirigendosi verso nord e incamminarsi lungo un evidente sentiero che, con alcuni saliscendi, segue la costa. Ignorare il bivio per Cala Bianca, ma proseguire dritto in discesa fino a giungere al promontorio. Una strada lastricata sale verso il castello, mentre alla nostra sinistra, nascosta tra gli scogli, si cela una piccola spiaggia.Ritorno per il medesimo itinerario.Settimo giorno: LevanzoDislivello: trascurabiletempo di percorrenza: 3h15Tipo di percorso: itinerario ad anello su sentieri e carrarecce per lo più ben segnatidifficoltà: EE  (dal paese alla grotta del Genovese il sentiero è poco segnato)Presenza di acqua lungo il percorso: noItinerario: uscire dal paese verso ovest e continuare sulla strada sfaltata passando poco sopra la spiaggia del Faraglione. Proseguire su sterrata che ben presto diviene una mulattiera. Questa si alza fino a delle case in pietra ove diventa meno marcata. Rari ometti ci indicano la via. Occorre volgere a sinistra ad attraversare un boschetto, quindi proseguire per tracce tra i muretti a secco con alcuni lievi saliscendi fino a incrociare l'evidente sentiero che scende alla Grotta del Genovese (1h) con incisioni e pitture preistoriche (ingresso a pagamento, 6€; necessaria la prenotazione al paese). Risalire dunque il sentiero fino a incontrare una strada lastricata. Imboccarla verso sinistra e al primo bivio continuare a sinistra su sterrata. Al bivio successivo ancora a sinistra. Quindi ignorare il sentiero che si abbassa a Cala Tramontana ma continuare dritto fino al faro (45'). Tornare sui propri passi e proseguire sempre dritto finchè la strada nn si fa asfaltata e si abbassa nuovamente al paese (1h). Attraversarlo e lasciarlo questa volta in direzione est. Si passa davanti al cimitero e si continua su strada sterrata passando da Cala Fredda e giungendo infine a Cala Minnola ornata da un boschetto di pini (15'). Ritorno al paese per il medesimo itinerario.Ottavo giorno: Erice (e ritorno a casa)Avendo l'aereo molto tardi, abbiamo affittato un'auto e ne abbiamo approfittato per visitare Erice, citta medievale posta a 750m di quota che mi avevano detto assolutamente imperdibile. Devo dire che nn l'ho trovata così meravigliosa (forse anche a causa del vento freddo che soffiava), ma vi riporto l'itinerario fatto.Parcheggiato nei pressi della stazione di arrivo delle funicolare, entrare oltre la cinta muraria tramite Porta Trapani  e in breve si è al Duomo (bello l'interno neo gotico) e alla torre (ingresso a pagamento; con 5€ è possibile visitare tutte le maggiori chiese). Si percorre v. Vittorio Emanuele con i negozi di souvenir e si incontrano i resti del monastero di ... Poco oltre una breve deviazione a destra conduce a Piazza S. Martino e alla chiesa omonima che ospita una raccolta di opere lingee. Eccoci quindi in piazza S. Umberto, cuore della cittadina. Svoltare a destra e percorrendo v. Guarnotti si giunge in breve alla chiesa di S. Giovanni Battista in bella posizione panoramica poco distante dal Castello di Venere. Percorrere quindi un viottolo sterrato che passa nei pressi della piscina Apollonis e degli antichi quartieri spagnoli fino a Porta Spada. Un larga scalinata costeggia le mura passando da Porta del Carmine e riportandoci al punto di partenza.Al pomeriggio ci siamo invece spostati a S. Vito Lo Capo per l'ultimo bagno.