la bradipessa

CORSICA: MARE E MONTI NORD


La Corsica è chiamata a ragione dai francesi l'Ile de la beautè. E' un'isola di contrasti: guglie dolomitiche e spiagge bianchissime. E di sapori forti: il profumo del maquis e lo stufato di sanglier. E' un luogo che ti entra nell'anima. Ci sono stata diverse volte e, sebbene io nn ami tornare nei posti che già conosco (il mondo è tanto grande....), per lei faccio un'eccezione: ne sto lontana un paio d'anni, poi la mia anima sente il suo richiamo e devo tornarci. L'ultima volta è stato l'estate scorsa e questo è il mio racconto.Come arrivare: l'isola è ben servita dai traghetti Mobylines e Corsica ferries con più corse giornaliere dai porti di Genova, Savona e Livorno.Quando andare: la Corsica nn è ancora molto sfruttata turisticamente, anche se ultimamente sta conoscendo un notevole boom. Ci si può andare tutto l'anno (a marzo/aprile si può fare scialpinismo, a novembre c'è il Calvi Jazz Festival, a Pasqua a Sartene la suggestiva processione del catenaccio), dipende un po' cosa si vuol fare. Per i trekker sono sconsigliabili luglio e agosto per le temperature elevate, l'ideale sarebbe maggio per le fioriture primaverili. Io sono andata a fine giugno, dal 17 al 27.Come spostarsi: l'auto è sicuramente il mezzo più comodo, ma chi fa trekking può utilizzare i mezzi di trasporto locali: bus e trenino (quest'ultimo davvero spettacolare). Bisogna avere tempo (sono piuttosto lenti) e pazienza (nn sempre gli orari sono rispettati con precisione svizzera), 2 caratteristiche della filosofia del camminare. Possibile anche usufruire dei taxi (piuttosto cari...)Bibliografia: Mi sono trovata molto bene con la guida della Cicerone "Walking in Corsica", anche se le sue cartine fanno piuttosto schifo. Bisogna quindi munirsi di altra cartografia, per esempio della IGN. Per camminate più brevi molto carino anche il volume sulla Corsica della Sunflowers. In loco si trovano le utilissime e ben fatte Topoguides.Il trekking: La Corsica è percorsa da numerosi sentieri (il più famoso e impegnativo è forse il GR20). Noi abbiamo scelto "tra mare e monti nord": 124km da fare in 10 giorni (noi abbiamo tagliato 2 tappe e l'abbiamo fatto diventare di 8...). I sentieri sono segnati molto bene (segnavia arancioni) e si pernotta nei così detti gites d'etapes, simili ai nostri rifugi (30$/pax la mezza pensione). Occorre portarsi dietro il sacco lenzuolo: sono fornite le coperte di lana ma nn le lenzuola; la pulizia è in genere accettabile. Conviene prenotare se nn direttamente dall'Italia, quanto meno giorno per giorno. In diversi posti è possibile optare per un hotel, ma i gites sono più economici e permettono di fare amicizia con gli altri trekker.portare ogni giorno una buona scorta di acqua.Primo giorno: il viaggioTreno al volo da Rogoredo, poi traghetto Mobylines. Qualche ora a Bastia (da visitare la città vecchia: carrugi simili a quelli di genova, il porto vecchio, la cittadella e il parco) e poi pullman per Calvi (da lune a sab dalla stazione h.16.30). Calvi era spazzata dal vento, ci siamo cercati un hotel (camere spaziose con bella vista sul mare, un po' caro) e siamo andati a mangiare da U Minellu: cucina tipica corsa (cinghiale con polenta, torte salate, minestre di legumi). Un giro tra i vicoli della città fortificata e a nanna: il giorno dopo si inizia a camminare!Secondo giorno: da Bonifatu a TuarelliLunghezza 16,5kmTempo di percorrenza 5h30'Difficoltà EDislivello 655m in salitaAccesso: Taxi da CalviItinerario: Appena prima dell'ampio parcheggio di Bonifatu (535m), sulla destra, parte il sentiero che si inoltra in un bosco di altissimi pini marittimi. Dopo breve si notano le rovine del così detto "chalet Prince Pierre", nipote di Napoleone. Si continua a salire tra gli alberi con begli scorci sul golfo di Calvi fino a Bocca di l'Erbeghiolo (1200m; 2h). il tracciato prosegue verso ovest per raggiungere in breve con lieve discesa la Bocca di Bonassa (1153m). Qui il paesaggio cambia, si esce dal bosco e si inizia a scendere più decisamente attraverso rocce e maquis per poi rituffarsi tra la vegetazione e compiere un lungo traverso a mezza costa fino alla Bocca di Lucca (575m; 2h 30'). Di nuovo la discesa si fa più ripida terminando infine su una strada sfaltata che si segue a sinistra giungendo infine a Tuarelli (90m, 1h)Qui si trova il gites (0495620175; 24 posti, aperto da aprile a ottobre) che sembra uscito da una favola: immerso nella vegetazione, con una bella terrazza affacciata sulle pozze del fiume Fango dove si può fare il bagno prima di cena, scrollandosi di dosso la polvere del cammino. Le camere, abbastanza strette e nn molto luminose, sono arredate con letti a castello. I bagni sono all'esterno e hanno i rubinetti a tempo, nn molto comodi per fare il bucato. La cena è abbondante.Terzo giorno: da Tuarelli a GaleriaLunghezza: 11kmTempo di percorrenza: 3h 30'Difficoltà: T/EDislivello: 230m in salitaAccesso: scuolabus da/per GaleriaItinerario Dopo una discreta colazione (abbiamo fatto fatica a comunicare perchè chi serviva era una polacca che parlava solo... polacco!), ci siamo messi in cammino seguendo il corso del fiume fango che ha scavato delle bellissime gole nella roccia rossa. Talvolta si allarga in pigre pozza che invitano a nuotare. Raggiunto Ponte vecchio (un ponte genovese con un bar nelle vicinanze; 1h 15'), si inizia a seguire l'asfalto verso destra raggiungendo dopo 20' Fangu (bus e snack bar). Ancora un tratto su rotabile, poi passato un ponte, il sentiero si stacca a sinistra inoltrandosi nella vegetazione e proseguendo più o meno parallelo alla strada. Si supera un colle a quota 180m da cui si ha un bel panorama sulla foce del fiume Fango e sulle montagna alle nostre spalle tra cui si riconosce il Paglia Orba dalla caratteristica forma. E infine si scende a Galeria (40m, 2h), paese grazioso raccolto intorno a una chiesa bianca, con una bella spiaggia di ciottoli. Negozi, ristoranti e hotel e l'ottimo gites l'Etape Marine (0495620046; 28 posti, aperto da aprile a novembre) un po' fuori dal paese (località Calca): ampie camere pulitissime (e per quanto possibile il proprietario tende a lasciare ai vari gruppi un'intera stanza) e una fantastica cena a base di salumi, un pasticcio di melanzane, pasta (cotta bene!) e dessert.Quarto giorno: da galeria a GirolataQuesta è indubbiamente una delle tappe più belle.Lunghezza 12kmTempo di percorrenza 5hdislivello 770m in salitadifficoltà EAccesso Galeria è collegata a Porto e Calvi da un servizio di traghetti o di pullmanItinerario Lasciato il gites, si continua per breve tratto lungo l'asfalto fino a un ponte dove si svolta a sinistra immergendosi nella vegetazione. Si sale attraverso un bosco intricato e suggestivo solcato da ruscelli dalle acque scure che solo raramente ci lascia godere il panorama sul golfo di Galeria. Dopo 2h30' si raggiunge Punta Literniccia (778m), ottimo punto panoramico e crocevia di sentieri. Ci fermiamo a prendere fiato sotto un ampio albero e ammiriamo Capo Senino a capu Rossu. Si segue il filo di cresta verso ovest e si inizia a scendere lungo delle facili roccette nei pressi di una stazione di rilevamento metereologica. Il percorso si fa poi più agevole finoa Bocca di Fuata (458m, 1h15') dove si trova un ampio cerchio di pietre. Si continua a scendere dolcemente nella vegetazione e, raggiunta un'antica torre genovese, si è in breve a Girolata. Il posto è incantevole: situata nei pressi della riserva integrale della Scandola, è raggiungibile solo a piedi o in battello. Sono poche case affacciate su una spiaggia di sabbia dove il mare ha dei colori incredibili. Piccolo negozio di alimentari e souvenirs e 2 gites. Noi abbiamo scelto il Cormoran Voyageur (0495201555; 20 posti, aperto da aprile a settembre; nn entrate se c'è scritto chiuso, anche se la porta è aperta!!! io pensavo di poter lasciare giù gli zaini e il proprietario si è arrabbiato molto!) Camere un po' piccole, ma splendida terrazza sul golfo e ottima cena a base di pesce fresco pescato dal gestore e vasta selezione di grappe.Quinto giorno: da Girolata a CurzuTappa molto lunga e assolata ma molto panoramica; ne esiste una variante più breve che nn fa tutta la cresta, ma passa da Bocca a Croce e si ricollega con il principale a capu Curzu: Si risparmiano così circa 2h.Lunghezza 13,5kmTempo di percorrenza 6h abbondantidislivello 890mdifficoltà EAccesso Girolata è collegata a Porto e galeria da un servizio di traghettiitinerario Si attraversa la baia e si inizia a risalire il crinale nei pressi di un grazioso cimitero. Raggiunto un modesto colle si continua a sinstra lungo il tracciato di terra rossa a si raggiunge in breve l'asfalto della D81 (1h30'): Facendo attenzione al traffico, si segue la strada verso destra finchè nn si ritrova il sentiero a sinistra. La vegetazione si fa via via più rada e si sale su rocce rosate mentre il panorama alle nostre spalle si fa via via più ampio. Raggiunta Punta di u Munditoghjo, il sentiero si sposta a est e, dopo un breve tratto in un bosco, si prosegue seguendo lo spartiacque con un susseguirsi di saliscendi fino a Capo di Curzu (852m; 3h30) dove una lastra di plexiglass illustra il panorama. Si scende fino al colle sottostante e poi, ripidamente, fino a tornare sull'asfalto nei pressi dell'abitato, case di pietra immerse negli olivi.Anche qui c'è un gites, ma siccome la tappa successiva era descritta come "uninteresting" abbiamo preso il pullman alle 17 e così ci siamo trasferiti a Serriera (negozi e hotel). Il gites di lì era definito "mediocre" (e su internet i giudizi erano anche peggiori...) e, anche se recava un cartello di nuova gestione, noi abbiamo optato per l'hotel l'Aiglon con arredi della bella epoque, sulla discesa che porta alla bella spiaggia in ciottoli, ai piedi di ripide scogliere rosse spettacolari. Cena raffinata a base di pesce.Sesto giorno: da Serriera a OtaAltra tappa molto bella, peccato che noi l'abbiamo fatta per buona parte sotto la pioggia...Lunghezza 11kmtempo di percorrenza 5h30'Dislivello 900m in salitaDifficoltà EAccesso Serriera è collegata a Porto e Calvi da un servizio di pullmanItinerario: Si risale verso la D81, si svolta a destra e poi ancora a destra raggiungendo in questo modo l'abitato di Serriera. Di fronte al piccolo negozio di alimentari, si scende verso il fiume, lo si attraversa e ci si incammina lungo una strada sterrata che si segue verso sinistra per circa 2km. Subito dopo una curva, si stacca a destra un sentiero che sale dapprima nel bosco e poi per prati per giungere infine a Bocca S. Petru (900m, 2h30') dove ci si può riposare sotto maestosi castagni. Si prosegue per un breve tratto in falso piano, tra pini abbarbicati a rocce rosa e scorci suggestivi della costa, e poi si inizia a scendere in una gola scavata da un piccolo ruscello che si guada diverse volte. Alla fine, subito dopo una modesta cascata, il sentiero si dirige a sinistra e, con alcuni saliscendi, raggiunge infine Ota. Il villaggio, con case in pietra, è costruito proprio sotto una montagna sulla cui vetta è posto un grande masso che si dice ancorato con catene celesti perchè nn cada rovinosamente sulle abitazioni. Qui si trovano negozi alimentari e 2 gites. Noi abbiamo scelto Chez marie (0495261137, 30 posti letto, aperto tutto l'anno): le camere nn hanno finestre, il bagno è un po' umido, ma ha una bellissima terrazza affacciata sulla valle. Ottima la cena a base di minestra e cinghiale.Settimo giorno: da Ota a MarignanaLunghezza 12kmTempo di percorrenza 4h30'Difficoltà EDislivello 650m in salitaAccesso Ota è servita da un buon servizio di pullmanItinerario dopo il gites Chez Felix, si scende a destra tra olivi fino a raggiungere il letto del fiume che si oltrepassa su un ponte genovese (uno dei meglio conservati). Si segue il letto del fiume sulla destra idrografica e, dopo un campo da gioco, alla confluenza di 2 corsi d'acqua, si sale sulla strada asfaltata. La si attraversa e ci si inoltra lungo le gole di Spelunca. Il tracciato, munito di cartelli esplicativi sulla fauna e flora locale, si mantiene alto e quasi pianeggiante fino a Pont Zaglia (1h). Questo tratto è descritto come suggestivo, ma dopo aver visto le gole di Samaria a Creta devo dire che sono rimasta un po' delusa. Pont Zaglia poi è un ottimo posto dove fare il bagno, peccato che la pioggia del giorno precedente avesse trasformato le acque del fiume in fango... Da qui si comincia a salire lungo una bella mulattiera lastricata con tornanti immersi nella vegetazione fino a sbucare sulla D84 nei pressi del cimitero di Evisa. Si svolta a sx e in breve si raggiunge l'abitato (850m; 2h). Qui c'è la possibilità di fermarsi a mangiare in uno dei numerosi bar che offrono specialità locali (da provare la frittata al brocciu e menta), magari sorseggiando una birra (da scegliere tra la Petra tagliata con la farina di castagne e la Colomba, bianca dal profumo di maquis) su una terrazza. Ci sono negozi, alberghi, un gites e un servizio di pullman che la collega ad Ajaccio. Ad avere un giorno in più ci si può fermare un giorno e fare una digressione alle famose piscine naturali di Aitone. Noi invece ci siamo rimessi in cammino nelle prime ore del pomeriggio. Si segue la strada oltre il gites e, appena fuori dall'abitato, si imbocca sulla destra il sentiero che scende  tra i castagni fino a un modesto corso d'acqua. Si prosegue in falso piano nella vegetazione, poco sopra alla strada asfaltata e dopo circa 30' si raggiunge una specie di ponte tibetano. Lo si attraversa e, sempre tra i castagni, si raggiunge l'insediamento rurale U Tassu oggi abbandonato. Ancora un breve tratto in piano e si sbuca sulla strada nei pressi del gites di Marignana (0495262121). Questo, che funziona anche da piccolo negozio di alimentari, dispone di 40 posti letto, ma noi l'abbiamo trovato pieno perchè l'ultimo tratto del trekking è in comune con il percorso del "Mare-mare Nord". Fortunatamente il gestore ci ha fatto ospitare da un suo amico che aveva una specie di B&B proprio in cima al paese (715m). Fantastico: una camera tutta per noi e un vero bagno con la vasca! Per cena siamo tornati al gites: il pasto era abbondante ma mediocre, fatto con ingredienti in scatola.Ottavo giorno: da Marignana a E caseTappa lunghissima dalla seconda parte un po' monotona...Lunghezza 17kmtempo di percorrenza 6hdislivello 825m in salitaDifficoltà EAccesso Marignana è collegata ad Ajaccio da un servizio di pullmanItinerario: Scendendo dalla cima del paese, alla chiesa si svolta a sinistra. Si supera un campo da calcio nei pressi del quale pascolano i maiali allo stato semibrado e si raggiunge Bocca a u Mamucciu (824m; 30'). Si prende a destra e su terreno scoperto si raggiunge Culetta a u Prunu da cui si scende in un umido bosco di castagni. Si superano un paio di ruscelli e poi si ricomincia a salire tra rocce rosate e il profumato maquis fino a Bocca di Acquaviva (1102m; 2h30'), ottimo punto panoramico dove fermarsi a mangiare qualcosa tra le felci. Si inizia quindi a scendere sul versante opposto, si attraversa un insediamento preistorico (resti di capanne circolari) e poi ci si immerge nel bosco. Il sentiero procede a lungo con alcuni saliscendi e la vegetazione oscura il paesaggio fino ad un bivio (indicazioni per Revinda). Si prende a sinistra e finalmente si è in vista del gites E case (0495264819 o 0682499565; 22 posti letto, aperto da aprile a ottobre): raggiungibile solo a piedi, è una costruzione in pietra, solitaria in un prato in posizione dominante sul golfo. Camere discrete, con bella vista sul panorama circostante. Peccato che il bagno e la doccia siano unici e quindi, oltre ai tempi di attesa, nn siano sempre in condizioni ottimali a meno che nn si sia i primi a servirsene. Si mangia all'aperto, cena abbondante e di buona qualità: zuppa, pasta e arrosto. Nono giorno: da E case a CargeseBella tappa conclusiva di questa nostra avventura.Lunghezza 13kmTempo di percorrenza 4h30'Dislivello 400m in salitaDifficoltà EItinerario: Lasciato il gites (605m) alle nostre spalle, ci si incammina in direzione sudest tra maquis e felci altissime fino alla cresat di Pianu Maggiore (650m). Si gira poi a sinistra, il sentiero si fa meno evidente, ma si segue una recinzione in discesa fino a una fattoria (Bergerie de Sta Lucia: 220m, 1h40'; possibilità di acquistare formaggi). Si scende lungo la strada sterrata per alcuni km per po svoltare a sinistra e iniziare a salire tra pascoli seccati dal sole. Prestare attenzione a questo punto perchè i segnavia nn sono chiarissimi e vanno seguiti con attenzione risalendo un costone assolato, magari in compagnia di una mandria di mucche. Si raggiunge quindi la strada sfaltata nei pressi di una cappella in rovina e di un menhir piantato al centro di un campo (380m; 2h). Si attraversa la strada e si prosegue verso sinistra, dapprima sullo spartiacque, poi scendendo ripidamente fino alla D181 che si percorre ancora a sinistra giungendo infine a Cargese.Cargese è davvero un posto grazioso. Innanzi tutto nn è possibile nn concedersi un po' di riposo sulla lunga spiaggia di sabbia di Peru. E poi un giro tra i vicoli del paese, caratterizzato dall'avere 2 chiese (una cristiana e una ortodossa) poste proprio l'una di fronte all'altra. E infine una cena a base di pesce in uno dei ristorantini affacciati sul porto prima di una bella notte di sonno in uno dei numerosi hotel. Noi abbiamo scelto l'Hotel Punta e Mare (0495264433), camere simili a dei mini appartamenti con balconcino.Decimo giorno: TrasferimentoGiusto tornando al discorso dei trasporti: abbiamo dovuto tenerci un giorno intero per tornare a Bastia, anche perchè di domenica nn circola niente se nn nei mesi di luglio e agosto. Cmq h.8.30 pullman per Ajaccio con arrivo alle 9.30. Mattinata in giro per la città. Ad Ajaccio nn è che ci sia granchè, giusto la casa di Napoleone e la via centrale con negozi di tutti i tipi, in particolare gioiellerie, souvenir e abbigliamento. Nelle prime ore del pomeriggio treno per Bastia. Il famoso Chemin de fer è un'esperienza da nn perdere, anche se è davvero molto lento (ci mette più di 4 ore). Il tratto più suggestivo è quello che da Ajaccio arriva a Corte: le rotaie scorrono vicino a gole da vertiggini, passano in piccole gallerie o lungo viadotti dalle curve mozzafiato; attraversano foreste e si fermano in piccole stazioni fuori dal mondo.Infine cena in un ristorante della città vecchia e a nanna in hotel.Undicesimo giorno: il rientroCi ho provato, giuro che ci ho provato a perdere il traghetto ma nn mi è riuscito. Intorno alle 13.30 eravamo a Livorno. E da lì treno per Milano. Davvero un gran dispiacere...E quest'anno? Ancora a dire il vero nn so... Di sicuro pertirò con lo zaino i primi 10gg di giugno. NN mi dispiacerebbe Corfù, c'è un itinerario trakking di 220km... Ma ora che ho scritto tutto questo mi sa che mi sta tornando il mal di Corsica... Va be', vedremo. C'è ancora tempo.