la bradipessa

ULTIMO WE DA NUBILE OVER QUOTA 4000: PUNTA GIORDANI PER LA CRESTA DEL SOLDATO


Questa cosa voglio davvero saperla: quanta gente conoscete che a una settimana dalle nozze, invece di stare a casa a guardare previsioni e a impazzire dietro alla disposizione dei tavoli, vene sera riempie di corsa lo zaino e sab mattina si sveglia alle 4.30 per andare in montagna?In realtà i 4000 in programma erano 2, ma questa volta le cose nn sono andate proprio come avrebbero dovuto...L'itinerario, proposto da LS, è proprio "alla Silvia": una via dell'epoca romantica, oggi un po' demodè a causa delle difficoltà contenute, ma lunga e che alterna sfasciumi a tratti su buona roccia in un ambiente selvaggio e solitario, poco lontano dalle altre cime affollatissime del gruppo del Rosa.Partiamo in 4. Un avvicinamento un po' lungo, la via di cercare. Poi a quota 3900m l'imprevisto: su una placca appena strapiombante mi blocco, rogno e poi passo. Mi segue LS in cordata con mio papà. Un attimo di disattenzione o forse la stanchezza o una fatalità. Fatto sta che il piede scivola e mio papà precipita. Pochi metri, per fortuna il nut di assicurazione ha tenuto, ma è sufficiente per mandare in frantumi il casco contro la roccia. Ho smesso di respirare. Poi vedo che si muove, chiede di essere calato fino al sottostante terrazzino. NN so chi devo ringraziare, se LS, il nut o un Angelo custode. Forse tutti e 3. Decidiamo cmq di chimare l'elicottero. NN è semplice, il segnale del cellulare va e viene. Quando arriva, mentre mi sbraccio attaccata al mio friend in sosta, mi viene da piangere dal sollievo. L'elicotterista taglia la corda e ci chiede cosa vogliamo fare. Sinceramente nn ho capito che razza di domanda fosse. Ci guardiamo un po' perplessi. E Lui: "Se ve la sentite è meglio che saliate". Forse la risposta giusta era: "No, nn me la sento" ma nn sono brava a mentire, figuriamoci in quella situazione. In fondo ero solo spaventata e infreddolita, ero in grado di proseguire. Così l'elicottero si allontana e noi riorganizziamo la cordata e proseguiamo. Superiamo il dislivello rimanente senza difficoltà, ci facciamo anche la foto di rito vicino alla statua della Vergine e poi iniziamo la discesa disturbati da un vento gelido, con raffiche che raggiungevano 100km/h. Il sole tramonta, facciamo l'ultimo tratto che ci separa dal rifugio mantova alla luce dei frontali. NN so dove ho recuperato le forze per issarmi lungo i canaponi, prima di collassare sulla terrazza del rifugio. Mi attacco al telefono: è andata davvero bene, se l'è cavata con un trauma cranico minore e una lesione alla spalla; niente di rotto, per fortuna. Mangio il minestrone con la testa che mi ciondola sul piatto, poi a letto e il mattino dopo si scende per recuperarlo ad Aosta.Lo Zumstein ci aspetterà.Regione: Valle d'AostaLocalità di partenza: A5 uscita Pont St Martin, quindi risalire la valle di Gressoney fino a Staffal dove si prendono gli impianti che conducono alla nuova stazione di Punta Indren (3260m; in realtà mentre queto impianto è molto comodo per raggiungere i rifugi, nn so se lo sia altrettanto in questo caso)Meta: Punta Giordani (4046m)Dislivello: 800mPunti di appoggio: nessunoPeriodo:l'itinerario è percorribile da giugno a settembre; io l'ho fatto sabato 28-8-10: ghiacciai in buone condizioni con pochi crepacci aperti e ponti di neve portantitempo di percorrenza: 2h per l'attacco, 4h di viacartografia KompassPresenza di acqua lungo il percorso: noEquipaggiamento: normale da alpinismo (corda, imbrago, picozza, ramponi; utili nut e cordini)Tipo di percorso: itinerario ad anello su ghiacciaioDifficoltà: PD + (max III; 35° in discesa) Itinerario: dalla nuova stazione di Punta Indren si traversa verso destra su rocce montonate con percorso disagevole fino a raggiungere la vecchia stazione. Scendere sul ghiacciaio di Bors e attraversarlo con ampio semicerchio verso destra fino a giungere a una sella nevosa a quota 3650m. Si inizia quindi a risalire la cresta, tenendosi vicino al filo o spostandosi occasionalemnte verso sinistra, alternando rocce rotte a brevi salti su buona roccia. A circa metà salita si incontrano 2 placche rossastre che si superano con itinerario logico. Poco sotto la cima si trova una placca (III, aggirabile) cui segue un facile camino. Quindi per sfasciumi si è un vetta.la discesa avviene lungo la via normale: si scende al colle che separa la Giordani dalla Vincent e ci si abbassa lungo il ghiacciaio di Indren fino a incontrare la traccia che porta al Mantova.Note: ho letto che l'itinerario è fattibile in giornata. Io credo che sia possibile solo se si è davvero molto veloci ed allenati perchè l'intero percorso richiede 8h e le funivie vanno dalle 7.30 alle 16.45. fate voi i vostri conti... Il mio consiglio è di pernottare in uno dei rifugio che si trovano nei pressi del passo dei Salati e partire presto la mattina, permettendo un migliore acclimatamento e arrampicando senza l'assillo degli orari...In FOTO (MIA): la via normale da cui si esegue la discesa