la bradipessa

SOLITUDINI NOTTURNE


 finalmente posso svelare e pubblicare qui qual era il mio racconto che ha partecipato al gioco letterario "Natale in giallo" indetto da Ellyi. Ringrazio tutti quelli che mi hanno votata: se nn ho fatto male i conti sono arrivata seconda ed è una bella soddisfazione.Mirko era sul letto e fissava le ombre sul soffitto che si formavano passando dalle grate delle persiane. Annamaria dormiva al suo fianco, russando leggermente.L’uomo girò appena lo sguardo verso di lei e la sua anima ebbe come un moto di stizza. Ripensò a quando si erano conosciuti, innamorati e sposati. Erano passati 10 anni e sembravano secoli. Ora erano come 2 estranei. Pensò all’insofferenza che ormai gli causava ogni respiro di lei. Il suo fantasticare su tutto, il farsi prendere dalle persone e dalle situazioni. A suo tempo era stato innamorato anche di queste cose che ora lo irritavano; gli sembravano stupide e infantili. A volte anche patologiche. Bastava tornare con la mente anche solo agli avvenimenti delle ultime ore. Quel pomeriggio erano andati in centro a fare compere per Natale. Mirko in realtà odiava il Natale e i regali sempre uguali che si accumulavano nei cassetti: la cravatta da parte di suo fratello, la camicia da parte di sua madre. Ma Annamaria sembrava non poter fare a meno di comprare l’ultimo robot da cucina per quella sua amica né del plaid di Hello kitty per la figlia sua sorella e lui un po’ per il quieto vivere, un po’ nella speranza di ritrovare almeno un barlume di quello che avevano perso, l’aveva accompagnata. In fondo una volta amavano andare a far compere insieme e poi fermarsi a prendere una cioccolata in un bar. Stavano dunque tornando a casa carichi di pacchetti e pacchettini quando da un portone era saltata fuori una vecchietta che aveva chiesto se avevano un cellulare. Mirko aveva proseguito senza voltarsi, pensando che come minimo, una volta avuto il cellulare tra le mani, la vecchina sarebbe balzata con incredibile agilità su per i 20 scalini rifugiandosi dietro al portoncino di legno. Annamaria invece si era fermata. La dolce Annamaria che ancora si commuoveva per i film d’amore. Si era fermata e le aveva prestato il cellulare, costringendo anche lui a bloccarsi pochi metri più avanti a guardarsi la punta delle scarpe un po’ impolverate. Fortunatamente le cose erano andate un po’ meglio di come aveva paventato e il cellulare era tornato al suo legittimo proprietario, ma la conversazione spiata aveva gettato Annamaria in un grave stato d’ansia. La donna gli si era avvicinata con passo rapido e nervoso, l’aveva strattonato per la manica del cappotto e si era fermata solo all’uscita del vicolo. Con le pupille dilatate e torcendosi le mani, gli aveva detto:-         Bisogna andare dalla polizia, avvertirli…Mirko si era liberato dalla sua stretta e l’aveva guardata infastidito:-         Avvertirli di cosa?-         Non lo so. Avvertirli. C’è sotto qualcosa di losco…Quella vecchia parlava di conto corrente, soldi da versare,sangue, circolazione… Aveva un tono così freddo, non voleva che ascoltassi. Ma era il mio cellulare che aveva in mano! E quella porta chiusa… Chissà cosa si cela dietro quella porta chiusa…Ultimamente era sempre così: bastava un piccolo evento fuori dalla normale routine, qualcosa che colpisse la sua fantasia e Annamaria si faceva prendere dal panico. Mirko sapeva che la moglie non si sarebbe tranquillizzata finchè la faccenda non fosse uscita dalla sua mente in seguito a una qualche azione. Ma anche così non era stato semplice convincerla che prima di chiamare la polizia era il caso di capire cosa stesse succedendo e che la cosa non era poi così difficile visto che il numero era di certo memorizzato sul cellulare. Alla fine così avevano fatto e ovviamente non c’era nulla di losco. Aveva risposto una donna dall’accento vagamente anglosassone che aveva detto di chiamarsi Emily e di essere la figlia della vecchina. Mirko si era presentato, aveva spiegato il problema di Annamaria un po’ imbarazzato e lei era stata estremamente paziente e disponibile. Aveva spiegato che sua mamma aveva avuto un problema con l’addebito della pensione: ecco quali erano i soldi da versare sul conto corrente. Che sua zia era stata operata: ormai vicino all’ottantina, soffriva degli acciacchi dell’età, di problemi di circolazione (era stata infatti operata di vene varicose) e si temeva un inizio di diabete a causa dei valori sballati di glucosio nel sangue. Infine dietro quella porta non c’era nulla di misterioso, era solo la casa dove sua mamma e sua zia vivevano da anni. Un bilocale anonimo arredato con mobili in legno massiccio e ninnoli e libri coperti dalla polvere degli anni. Emily aveva anche detto che le due donne erano spesso sole, che se ad Annamaria poteva far piacere, si poteva anche organizzare un tea tutti insieme dietro quella porta che tanto l’aveva inquietata.Mirko l’aveva ringraziata, aveva declinato l’invito e si era scusato. Annamaria si era tranquillizzata, ma si era chiusa in un mutismo che era durato fino al momento di andare a letto. Anche quella era una cosa che accadeva sempre più spesso. Dopo quelle crisi di panico, lei tirava su tra loro due un muro di incomunicabilità che durava sempre più a lungo. Mirko sospirò e si rigirò tra le lenzuola spiegazzate da troppe notti d’insonnia. Era incredibile quanto si fossero allontanati… Avrebbe desiderato che quella vecchina fosse in realtà una maga e con sangue di rospo e ossa di pipistrello fosse in grado di fare una pozione in grado di invertire la circolazione del tempo di modo che si potesse tornare indietro, là dove si erano persi.