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i fontanili della bassa bresciana (manuel zanola)


    Manuel Zanola matr.Y04647 classe 059A VIII ciclo SILSIS          Svolgimento di una possibile unità didattica: le risorgive della Bassa Bresciana         La Bassa Bresciana è una delle zone più fertili della Lombardia e forse dell’intera Italia. Essa deve la sua fortuna alla presenza abbondante di acqua, sia in superficie che nel sottosuolo: storicamente qui vi sono stati e vi sono tuttora numerosi insediamenti agricoli che hanno tratto innumerevoli benefici dalla presenza di questo elemento. Barbariga, il paese in cui vivo (20 km a sud di Brescia, 81 m s.l.m.), si trova in quella parte della Bassa Bresciana che fa parte della cosiddetta “fascia delle risorgive”. L’unità didattica che voglio sviluppare si basa proprio sul tema delle risorgive e dei fontanili ed è rivolta specificamente a dei ragazzi che vivono nella Bassa Bresciana anche (e soprattutto) per coinvolgerli in una conoscenza del nostro bellissimo territorio rurale che ormai si va sempre più perdendo.  Una risorgiva, o fontanile, è una sorgente di acqua dolce (a volte di origine naturale, ma più spesso scavata dall'uomo) tipica della Pianura Padana. Tipicamente il nome risorgiva è preferibile quando l'affioramento è naturale, mentre si parla di fontanile quando la sorgente è di origine antropica. La sovrapposizione dei due termini deriva dal fatto che spesso i fontanili venivano scavati in aree già interessate da risorgive. La storiografia romana non cita mai l'utilizzo di fontanili e risorgive a scopi agricoli; il primo documento disponibile che riporta con certezza il termine fontanile risale al 1386, ed è costituito da un atto notarile proveniente dalla zona di Segrate. Si presume dunque generalmente che i fontanili abbiano avuto origine solo nei primi secoli del II millennio, nell'ambito dei più ampi lavori di bonifica idraulica della pianura padana, spesso ad opera dei monaci, come per i numerosi fontanili di Barbariga, di cui si hanno testimonianze che attestano la loro posa soprattutto ad opera dei Cistercensi. In questi secoli furono effettuati i primi scavi per incanalare ed irregimentare le acque di profondità. Intorno ai fontanili si sviluppavano spesso filari di alberi e talvolta piccoli boschi dotati di una flora e di una fauna caratteristiche.  Le acque che fuoriescono in superficie presso le risorgive del nord Italia provengono da falde sotterranee che traggono origine dalle aree settentrionali della Pianura Padana; queste acque riaffiorano nelle zone sottostanti, più umide e pianeggianti: le acque piovane e fluviali trovando un suolo molto permeabile formato da materiali grossolani, vengono assorbite per poi tornare in superfice una volta incontrati gli strati impermeabili della bassa pianura formati da limo ed argilla. L'acqua riemerge in quella che viene definita testa del fontanile e poi si distribuisce nella cosiddetta asta, per essere utilizzata per l'irrigazione dei campi e in particolare per irrigare le marcite. La marcita è una pratica agricola sviluppata dai monaci benedettini con lo scopo di ottenere zone coltivate e foraggio delle plaudi. Attraverso questo metodo si potevano ricavare fino a dodici raccolti di foraggio l'anno (contro i tre normali) con evidenti vantaggi economici. Il sistema è basato sulla pratica di tenere allagati i campi con acqua in movimento, anche nella stagione invernale. Infatti grazie alla temperatura dell'acqua costantemente intorno ai 10~13°C, il terreno non gela e viene così stimolata la continua ricrescita dell'erba facilitata anche dall'effetto di "inerzia termica" che, mantiene calda l'aria sovrastante per lo spessore di circa 20 cm.   Fig. 1: Facili schemi che possono aiutare i ragazzi a capire che cosa succede nel sottosuolo e a monte delle risorgive La trattazione del tema dei fontanili si dovrebbe innestare all’interno del più ampio discorso dell’acqua che normalmente viene trattato nella scuola media. Numerosi sono gli spunti di riflessione e le possibilità di sviluppo di questo argomento. Innanzi tutto è importante che i ragazzi abbiano chiaro il ciclo dell’acqua e l’importanza di questo elemento per la vita e gli ecosostemi. Solo così si può arrivare a parlare in maniera efficace e completa dei fontanili. L’argomento dovrebbe essere introdotto per prima cosa in via teorica, attraverso lo studio della storia dei fontanili nella pianura padana e anche con cenni sull’idrogeologia del sottosuolo (in pratica fare capire ai ragazzi che cos’è una falda freatica e come “funziona” una risorgiva, parlare di strati permeabili e strati impermeabili argillosi ecc…). Nel caso siamo molto fortunati il museo di storia naturale potrebbe anche prestarci modellini che rappresentano il sottosuolo in sezione. La trattazione di questo argomento a mio avviso è molto interessante per i ragazzi perché può dare vita a molti approfondimenti: si può decidere di dedicarsi alla flora legata alle rogge della campagna e ai fontanili, si può approfondire il tema della fauna, si può trattare la storia stessa dei fontanili e la loro importanza in un determinato territorio, si può trattare l’argomento dell’inquinamento delle acque di superficie e si può anche parlare delle tecniche agricole che rispettano le risorse idriche (cioè che non sprecano l’acqua e che non la inquinano). Essendo stato molto soddisfatto della visita all’acquario di Milano sicuramente riproporrei la stessa cosa sotto forma di visita guidata ai ragazzi: ritengo che la possibilità di vedere gli ecosistemi acquatici della Pianura Padana ricreati in maniera così realistica e di poter osservare gli ambienti che normalmente si trovano sott’acqua così da vicino possa essere per i ragazzi un’esperienza entusiasmante, che unisce allo studio la possibilità di “toccare con mano” quanto appreso . Sempre sulla base di questo ragionamento, e avendo la fortuna di abitare in una zona dove i fontanili abbondano, predisporrei con i ragazzi un’uscita sul campo, in visita ad un fontanile. A questo proposito la roggia  Baiona, in località Barbariga (BS), è uno dei luoghi della Bassa Bresciana che meglio si presta a questo scopo. Essa è stata scavata nel periodo delle bonifiche ad opera dei monaci cistercensi e conta poco meno di 200 fontanili nello spazio di 800 m. La roggia Baiona è facilmente raggiungibile, poiché non si trova distante dall’abitato di Barbariga, e inoltre il suo percorso è facilmente seguibile poiché per un buon tratto è costeggiato da un comodo sentiero (sistemato di recente con il lavoro di volontari locali). Oltretutto il suo letto (che è piuttosto ampio: 4/5 metri), presenta un fondo ghiaioso e poco profondo (20/30 cm di media), dimodochè è possibile per i ragazzi avventurarvisi muniti di stivaletti.     Fig. 2: Tipico esempio di paesaggio legato alle risorgive e particolare di un fontanile In questo modo, attraverso il contatto diretto, i ragazzi possono vedere con i propri occhi (troppo spesso poco avvezzi a queste cose) ciò che hanno appreso in classe ed al museo e fare prelievi e campionamenti. Ad esempio sarebbe molto interessante far loro misurare la temperatura dell’acqua che sgorga dai fontanili con un termometro, per vedere se corrisponde alle temperature che hanno studiato a scuola. Sarebbe altresì molto bello poter far loro fare una raccolta di foglie e fiori che crescono spontaneamente lungo il corso del fontanile al fine di realizzare piccoli erbari (magari con l’aiuto dell’insegnante di arte e disegno). Queste attività all’aperto potrebbero essere coadiuvate dalle GEV (guardie ecologiche volontarie) della provincia di Brescia, sempre disponibili per la didattica ambientale per le scuole. Le GEV, oltretutto, dispongono di un discreto campionario di fauna locale tassidermizzata o conservata in alcool (uccelli, rettili, piccoli mammiferi, tutti rigorosamente frutto di ritrovamenti e mai uccisi per tale scopo), e quindi potrebbero allestire in classe una piccola esposizione per permettere ai ragazzi di vedere da vicino biacchi, ramarri, martin pescatori, civette e tutti quegli animali che popolano rogge e fontanili e che, per loro stessa natura, è quasi impossibile avvistare ed incontrare se si va in visita all’aperto con un’intera rumorosissima classe.  Un’alta importantissima esperienza che i ragazzi possono fare potrebbe essere l’incontro con personaggi “storici” che conoscono la storia del tessuto idrico locale, come il signor Andrea, classe 1937, “dacquaröl” di professione, ovvero colui che e stato addetto per quasi 50 anni alla manutenzione delle rogge e dei fontanili della zona di Barbariga e dintorni. Questo signore molto simpatico e disponibile ricorda a menadito la storia di ogni singolo albero che costeggia le rogge di cui era custode, e i suoi racconti sono sempre molto piacevoli oltre che interessanti, poiché all’ottima conoscenza dell’ecosistema fontanile egli affianca una serie di aneddoti e racconti che parlano un po’ di com’era la bassa e di cosa l’ha portata ad essere come la vediamo adesso.  Mostrando e mettendo a nudo la bellezza e la complessità che c’è dietro ad un ecosistema all’apparenza tanto banale e quotidiano (per chi vive in campagna) come quello delle rogge, la trattazione dell’argomento delle risorgive e dei fontanili a mio vedere non può prescindere da un discorso ecologico, che miri a far rendere consapevoli i ragazzi dei rischi che corre un patrimonio storico e naturalistico tanto bello quanto fragile come quello appena descritto. Trovo che sia molto importante il tentativo di creare una coscienza ecologica nei ragazzi, il che è possibile solo attraverso una profonda conoscenza della natura e dell’ambiente che li circonda (soprattutto di quello locale e a portata di mano). Io concluderei quindi l’unità didattica in questione parlando ai ragazzi dei problemi ambientali che affliggono il nostro territorio e la nostra salute, spiegando loro che l’agricoltura intensiva, allevamenti zootecnici e le industrie, pur creando benessere, contribuiscono in maniera costante e continua alla perdita di un patrimonio, come l’acqua, che è di tutti e che a causa di sprechi e inefficienze è sempre più a rischio . La conclusione ovvia di un percorso del genere , perciò, potrebbe essere affidata ad una lezione, tenuta dall’insegnante o da un educatore ambientale, sui modi che i nostri ragazzi hanno per risparmiare acqua e per inquinarla il meno possibile.