Silvio Perroni

LE VERE PROPOSTE PER LA CRESCITA


Molti si riempiono la bocca di farfugliate soluzioni alla crisi, ma nessuno finora, nessuno tra i partiti, famosi economisti, e tecnici governanti, ha avuto il coraggio di fare una analisi completa della situazione, proponendo quindi soluzioni a metà e pasticciate. Le tanto auspicate liberalizzazioni privatizzazioni hanno impoverito lo Stato tanto da non poter pagare neanche i suoi fornitori per i lavori già fatti. Dove troverebbe quindi i soldi  per rilanciare la crescita? Gli imprenditori che possono investono in Cina e simili, perchè in Italia, e nel resto del cosiddetto "occidente", senza dazi e protezioni, in nome del mercato globale, non possiamo concorrere con chi prende 50 euro al mese per produrre. Gli altri chiudono e tirano i remi in barca, e qualcuno si spara. Ma la ricchezza in Italia non è diminuita, perchè chi ha delocalizzato all'estero, e vende quì, speculando sulla differenza di valuta e di costo del lavoro, come Della Valle, Armani, Marceg...aglia, ecc... i soldi se li è fatti, e spesso senza pagare tasse in Italia, grazie alle holding nei paradisi fiscali. Il 20% più ricco degli italiani possiede l'80% della ricchezza italiana. Se vogliamo far riprendere l'economia dobbiamo frenare le importazioni estere, difendendo i piccoli imprenditori locali e il territorio. Altro che eliminare le province, bisognerebbe invece costringerle a fare il proprio dovere, che mai come ora è necessario. E bisognerebbe favorire i prestiti a questi piccoli imprenditori, che con l'appoggio chiaro dello stato ricomincerebbero ad imprendere. I soldi per i prestiti, così come quelli per ridurre il debito, lo Stato dovrebbe avere il coraggio di prenderli a quel 20% più ricco degli italiani aumentando loro le tasse, e non ai poveracci, invece di chiederli in prestito. E' ridicolo che uno Stato, per trovare il fabbisogno necessario, chieda soldi in prestito a chi invece dovrebbe essere obbligato a contribuire proporzionalmente, come Costituzione sancisce. Basterebbe il 10% in più di tasse a quel 20%, e si otterrebbero 80 miliardi l'anno che invertirebbero il segno del debito, che aumenta mediamente di 40 miliardi l'anno. Il calcolo l'ho fatto su dati di Banca d'Italia e ISTAT su patrimoni e redditi. Con un altro 5/10% copriremmo tutte le necessità sociali e di investimento, senza far versare lacrime e sangue ai soliti più deboli, e lasciando ai "ricchi" quanto basta per mantenere il loro "status". A chi obietta che nasconderebbero i loro soldi, rispondo che le proprietà ce le hanno, si indirizzasse Equitalia verso di loro, se non vogliono pagare, invece che verso i poveracci!