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Comuni contro il digital divide: per noi l'Adsl è come l'acqua

Post n°49 pubblicato il 02 Dicembre 2006 da eltosco
 

ROMA - Superare il digital divide, cioè il divario nell'accesso alle nuove tecnologie, dei piccoli comuni nei confronti delle grandi aree urbane e industriali. Nelle Marche ci sta provando una società pubblica, Sic1, che propone alle amministrazioni locali di consorziarsi per fornire a prezzi molto bassi l'accesso a internet ad alta velocità (Adsl) a tutti i cittadini laddove non arrivano le compagnie telefoniche tradizionali. Il problema della scarsa copertura Adsl in alcune zone apre nel nostro Paese ciclicamente discussioni e malumori. Gli ultimi proprio a inizio ottobre, quando l'Unione Europea ha ammonito l'Italia per essere una delle nazioni più arretrate d'Europa: solo l'87 per cento della popolazione ha accesso alla tecnologia Adsl, e la maggior parte degli "sfortunati" abita nelle zone rurali. Un divario che diventa ormai sempre più inaccettabile non solo per chi lavora, ma anche per chi utilizza internet per motivi di studio o di svago.

"L'idea - spiega Luca Vincenti di Sic1 - è nata da un pioniere, Stefano Ricci, che insieme a Luca Casadio ha voluto compiere una scelta coraggiosa: far nascere una società all'interno di un comune. Il nostro concetto di connessione a internet ad alta velocità è un po' come quello dell'acqua, che dev'essere garantita a prezzi bassi a tutti i cittadini".

La società è partita da un singolo comune, Chiaravalle in provincia di Ancona, e via via si è allargata riscuotendo molto successo anche in altri 42 comuni. "Sic1 - continua Vincenti - è completamente di proprietà delle amministrazioni comunali, che forniscono poi a pioggia ai cittadini i servizi che noi proponiamo, con prezzi assolutamente competitivi. Il nostro traguardo più importante è quello di poter fornire la linea Adsl a nove euro al mese. Certamente non è cosa facile e non tutti ci hanno aiutato: molte società telefoniche, infatti, non vedono di buon occhio la nostra iniziativa. Noi però andiamo avanti e possiamo dire ad alta voce di aver dimostrato come una società pubblica possa essere efficace nel distribuire servizi, mettendo in un consorzio comuni che fino a ieri erano considerati minori".

Il nostro progetto principale si chiama "A9 Adsl" e funziona pressappoco così: Sic1 s'impegna a far arrivare internet ad alta velocità nel comune socio, il quale a sua volta elargisce la rete ai cittadini con sistemi cablati. Laddove il comune lo richieda o quando le abitazioni sono difficilmente raggiungibili con i cavi, allora viene installato il servizio di Adsl wireless, senza fili. "La connessione che proponiamo ai cittadini - aggiunge Vincenti - viaggia a due megabit al secondo con una banda minima garantita di 64 kilobyte, quindi è un servizio di tutto rispetto. Internet wireless è già attivo in quattro comuni, che entro la fine dell'anno diventeranno 32. Si tratta sicuramente di un importante progetto: alcuni dei paesi dove stiamo portando internet non hanno nemmeno la copertura dei telefoni cellulari".

"La linea si chiama A9 - aggiunge il direttore di Sic1, Stefano Ricci - perché oltre al fatto che la forniamo nove euro, 'A9' è anche la sigla di un modello economico di ottimizzazione e di allocazione delle risorse in modo da contenere i costi e ridurre gli sprechi mantenendo l'efficienza e l'efficacia dei servizi all'interno delle pubbliche amministrazioni. Il modello è stato applicato prima al management dell'area informatica del comune di Chiaravalle, poi nel 2005 quando è nata effettivamente la società, la metodologia del risparmio è stata profusa a tutti gli aderenti. L'intento principale è sicuramente quello di avvicinarli all'innovazione tecnologica e di restringere la forbice del digital divide. Noi per fornire questi servizi non ci rivolgiamo a un'unica azienda, ma tentiamo di realizzare, attraverso procedure pubbliche, un'aggregazione di aziende a carattere nazionale o internazionale. Tra tutti i prodotti o servizi di ciascun'azienda, si sceglie quello che meglio la rappresenta in termini di qualità, contrattando per quel singolo prodotto le migliori condizioni di offerta a fronte dell'avere una massa critica costituita dall'aggregazione dei comuni. L'insieme dei singoli prodotti porterà a un sistema di eccellenza in termini di costo e modalità di erogazione". "Abbiamo la consapevolezza - aggiunge Ricci - che oltre al digital divide esiste anche un altro divario, quello della formazione. Per questo abbiamo lanciato progetti orientati alla formazione delle figure della pubblica amministrazione (dalla conoscenza dei software base fino a quelli più specialistici) e del cittadino. Non siamo dei fanatici del computer, ma cerchiamo di far capire al cittadino come la tecnologia possa aiutarlo nelle faccende di tutti i giorni".

Tra gli altri progetti di Sic1, che comprende moltissimi comuni delle Marche, da Sassoferrato a Sant'Elpidio a Mare, da Camerata Picena a Pergola, solo per citarne alcuni, e che si avvale della partnership di importanti società del settore, tra cui Cisco Systems, Dell, Siemens e Telecom Italia, anche quello, da inizio gennaio, di allacciare i comuni con un servizio di totem. Questi, dislocati nei punti più importanti della città, permetteranno non solo l'accesso a internet gratuito senza fili nelle strade limitrofe, ma anche la possibilità per i turisti di guardare la mappa della città e ottenere informazioni, e per i cittadini di avere uno scambio concreto con la pubblica amministrazione. All'interno di A9, inoltre, è presente anche un servizio chiamato "Silver Age", rivolto alla fascia più debole della popolazione, che prevede l'utilizzo di una tecnologia che consente agli anziani, in caso di pericolo o improvviso malore, di allertare i propri familiari o i servizi di emergenza.

"Sic1 - conclude Ricci - è attualmente l'unica società pubblica non a scopo di lucro che opera concretamente al fine di abbattere il digital divide, fornendo servizi e connettività ai cittadini dei comuni soci. I nostri bilanci sono pubblici, e nella prospettiva dei ricavi vengono reinvestiti nella medesima società. Entro la fine del 2007 prevediamo che la cordata pubblica arrivi ad oltre 100 comuni, consentendo a sempre più utenti che fino al giorno prima abitavano in zone non coperte dalla connessione Adsl di poter navigare in rete a un prezzo pubblico".

Sic1 è solo l'ultima di una serie di numerose iniziative che puntano al superamento del digital divide. Precursore è stato
il progetto del Politecnico di Torino, che ha portato nel piccolo paese di Verrua Savoia una copertura Adsl senza fili utilizzando ripetitori sparsi in tutto il territorio comunale. Un progetto molto simile a quello che partirà fra poco nel basso Friuli, dove è in fase di costituzione "Ajarnet", una società per azioni controllata da otto comuni (tra cui Cervignano del Friuli e Ruda), che andrà a fornire la banda larga a un territorio di cento chilometri quadrati e 25mila abitanti. "Riteniamo internet ad alta velocità un servizio di pubblica utilità - spiega Mauro Rizzo, consigliere delegato all'innovazione del comune di Ruda - in un territorio non appetibile ai provider tradizionali. Insieme al Politecnico di Torino realizzeremo l'infrastruttura e gestiremo i servizi. Oltre alla connettività wi-fi lavoreremo in sinergia con il progetto 'Hermes' della regione Friuli Venezia Giulia, che prevede, tramite una Spa regionale, 'Mercurio', di portare la fibra ottica in tutti i comuni della regione".

Altri interessanti servizi si trovano in provincia di Piacenza, nella Val Tidone, che è una vallata a forte rischio di spopolamento, in cui si sta cercando d'investire sulle possibilità del telelavoro per favorire il ripopolamento. Un altro progetto simile partirà tra poco anche nelle Isole Egadi, che d'estate sono molto frequentate ma che in inverno sono semideserte. Ancora, altre esperienze analoghe, senza la pretesa di citarle tutte, da San Benedetto Belbo, in provincia di Cuneo, a Vicopisano, in Toscana, da Gorla Maggiore, vicino Varese, alla comunità montana delle Valli Stura e Olba, in Liguria, da Castelbelforte (Mantova) a Rivarolo del Re (Cremona) alla Comunità montana della Valle Cannobina, in provincia di Verbania, dalla provincia di Napoli alle valli dell'alto biellese a quelle bergamasche.

Articolo di Daniele Semeraro su Repubblica.it

 
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