esodo

Marco Revelli Controcanto


“L’Opera di soccorso si dedico sistematicamente a individuare i bambini jenisch allo scopo di sottrarli ai genitori e collocarli presso famiglie affidatarie o negli orfanotrofi, quando non venivano addirittura incarcerati o internati in ospedali psichiatrici. Secondo i principi perversi di un’eugenetica feroce, sopravvissuta tra le pieghe delle società europee alla stessa catastrofe nazista”.“Poi una volta impadronitesi dei piccoli, ne organizzava la ricollocazione in una rete fitta di referenti, contadini desiderosi di acquistare braccia giovani per i lavori nei campi, istituti religiosi, istituzioni psichiatriche, penitenziari. Un mondo fatto di uomini e donne per bene, tutti timorati di Dio e l’autorità, che si prendevano cura dei loro corpi e delle loro anime educandoli alla vita ordinata e alla disciplina del lavoro con ogni mezzo di correzione, a suon di nerbate o di elettroshock, sottoponendoli a controlli feroci e talvolta anche (è documentato) a molestie sessuali, impegna dosi con precisione svizzera all’unico vero dovere di cui erano ritenuti responsabili: impedirne ogni contatto con la famiglia di origine. Vigilare affinché l’identità originaria di quei loro protetti fosse davvero cancellata”.“Ecco questa è la nuda vita. Questa “massa informe di carne senza volto” (così la Mehr si vede nel suo primo barlume di autocoscienza) totalmente affidata agli altri, estranei, nei luoghi degli altri, esposto. E’ una vita che non può vivere una vita propria. La vita che non “si appartiene”, perché negata nei suoi fondamenti identificanti, privata della stessa continuità temporale. La vita di coloro che sono spiritualmente privati della propria identità, perché non conformi allo jus soli … è la vita cui viene negato finanche il diritto alla propria naturalità (cosa più naturale del legame per nascita?). E’ la vita interamente, liberamente manipolabile perché res nullius. Privata di un soggetto. Separata dalla soggettività che la dovrebbe abitare, ma anche socialmente inaccettabile. Inopportuna. Da rimuovere con misure amministrative. Con le tecniche neutre dell’igiene sociale”.