LUDWIG

13/10/2012


I Sat Sat 27 sono stati una piacevole conferma di quanto già vissuto e ascoltato in una serena serata di metà agosto. Quella volta a far da cornice c'era il fascino serale del centro storico, questa volta invece un bel palco con rotanti luci colorate e nebbia artificiale. Il tutto nella piazza centrale della mia ridente cittadina (le cittadine son tutte ridenti... beate loro).Diciamocelo chiaramente la vera attrazione della festa "democratica" erano loro e ad essere onesti son stati l'unico motivo per non sgattaiolare via a filosofaggiare sulle tematiche della condizione umana post anni duemila (ok amore la smetto di sparare a zero... 
). Insomma ci han fatto passare un bel pò di piacevole tempo, abbracciati
e ritmanti , ma con discrezione.Se amate il rock d'annata, soprattutto quello anni '70, non potete perderverli. E non abbiate paura se dei Led Zeppelin, Deep Purple, Jetrho Tull e compagnia bella non sapete molto. E' una band di buoni musicisti che sanno trasmettere energia a colpi di ritmo seventies. Sempre che non siate trote sotto formalina, ascoltandoli, vi ritroverete ben presto a battere il piedino. Il che detto da un'ignorante (ignorante in quanto ignora) del buon vecchio rock a zampa d'elefante e chiome fluenti, beh è tutto dire.Una menzione particolare la voglio dedicare al frontman ed al chitarrista solista.Il frontman è coinvolgente nei confronti del pubblico ed è capace di veicolare il caleidoscopio di emozioni che emergono dal genere musicale in questione. Istrionico al punto giusto (fino a che punto incidono le birre in bottiglia verde, non saprei dirlo...) ha una una voce più che adeguata. Complimenti. E se solo il pubblico fosse stato più numeroso (ma non è colpa loro), meno ingessatamente dedito allo struscio e geretriatrico per certi versi, sono sicuro sarebbe stato tutto ancora più bello.Non me ne vogliano gli altri componenti della band, ma il chitarrista solista è una spanna sopra. E' un piacere ascoltarlo. Molto passionale nel far vibrare la sua sei corde (leggasi chitarra. Nda) vale da solo il prezzo di un'ipotetico biglietto. Proprio ad essere cattivelli gli si potrebbe rimproverare le troppe espressioni alla Hendrix (ma io non sono un chitarrista e non credo di poter capire).Conclusione abbiamo passato una piacevole fetta di serata in loro compagnia, con un carico d'energia in cuore, tanta voglia di imparare a suonare e un leggero fischio nelle orecchie (ma è un dettaglio non troppo fastidioso). The rock never die.Speriamo di riascoltarvi presto. Voto
/5