LUDWIG

The evil inside me (riscritto)


PROLOGOUna metropoli e la sua notte profonda, di neon ammiccanti e luci d'auto che scorrono come sangue in un corpo che non ha occhi per guardare al cielo.Fred era uno dei custodi di una delle tante torri d'acciaio e vetro della città; seduto al suo solito posto, davanti ai monitors della sicurezza, masticava avidamente una ciambella pregna di caffè; seguiva la partita di football con il suo piccolo televisore portatile. A lui, tanto bastava. Gli piaceva il suo lavoro, non aveva mai nessuno che lo aspettasse davvero, lì si sentiva importante nella sua divisa azzurra e poi non era certo faticoso lavorare di notte. A ricordargli del vero perchè si trovasse in quel posto ci pensò il trillare dell'interfono:- Fred?Inghiottì in fretta l'ultimo boccone tentando di recuperare una voce che paresse più normale.- Si Mister. Mishima, mi dica pure.- Ascoltami attentamente, a momenti arriverà un uomo, lo sto aspettando nel mio studio. Fallo passare. Conosce già la strada. Buona serata.- Come desidera. Buona serata anche a lei, signore.Una notte. Quella notte. Un'auto scura parcheggiò di fronte all'entrata del Mishima Building. L'uomo che si incamminava verso le grandi porte a vetro lanciò via una sigaretta consumata. Appena Fred lo vide avvicinarsi disinserì l'allarme. Si alzò dalla seggiola con una mano sulla fondina della pistola. Mai fidarsi, così gli era stato insegnato, ed era il minimo che potesse fare. L'atteso ospite entrò con passo sicuro, vestito di scuro ed elegante. Camminava diritto senza curarsi della presenza altrui. Quando gli si avvicinò abbastanza, interruppe il silenzio con una sola parola:- Mishima.Fred si sentì sollevato.- L'attende nel suo studio, prego. Serata freddina, vero?Lo sconosciuto non parve gradire quell'atto di cortese umanità. E rispose seccamente.- Faccia bene il suo lavoro e non si curi d'altro.- Si... si certo. Prego passi pure.Il sorriso di cortesia evaporò dal volto della guardia e l'uomo vestito di scuro fu inghiottito dalla torre.