LUDWIG

senza titolo


E' passato ormai un mese, un mese di silenzio e di barriere ormai talmente radicate che non potranno più esserre divelte. A volte immagino, con gli occhi umidi, di venirti a trovare. Di ritrovarti mentre sorridendo allunghi verso di me le mani, per essere preso in braccio. Ed insieme avremmo scrutato il cielo della seraper salutare le stelle come tante volte abbiamo fatto. Ma tutto questo rimane nell'immaginazione poichè io non sono nessuno. Non so quante volte le persone parlano sapendo cosa stanno dicendo e soprattutto a chi lo dicono. Ma una sera tra amici, mi fu' piantata nel cranio quell'idea. Io non sono nessuno. E devo dire che la persona che amavo ed accettavo in toto non ebbe neanche un minimo sussulto di di disapprovazione. Io non sono nessuno. E nulla avrei potuto dire, o consigliare della tua vita. Io che ti volevo bene e combattevo perchè volevo sentirti mio, io ne sono uscito sconfitto. Sconfitto dalla biologia e dall'ignoranza, quando addirittura vera e propria mancanza di sensibilità. Io che volevo sentirmi chiamare papà, acquistavo il tuo amore e perdevo quello di tua madre. Tua madre... già. Che non ha capito fino in fondo, che per costruire una famiglia nuova, bisogna abbandonare i particolarismi e soprattutto cercare di superare i passati. Io non posso perdonarla. Non si può dire ad un compagno, di non volere altri figli in futuro solo perchè lei lo ha già. Mi ricordo quella sera, eravamo all'ospedale di fronte a quei bambini, al reparto maternità e guardavo i neo papà così orgogliosi, felici. Pensavo, che in fondo ne avevo già uno, ma essendo io figlio unico, ne avrei voluto almeno un'altro. Al momento giusto, da sposato.  Uno mio, che nessuno avrebbe mai potuto portarmi via. Ma tua madre, non la pensava così. Per lei bastava ed avanzava ciò che aveva. MI schiantò il cuore sentire quanta superficialità vi era nelle sue parole. A volte ognuno di noi è causa dei suoi mali. Ci stetti a pensare per giorni mentre a lei passava tutto in fretta, come nulla fosse. Nonostante ciò si andava avanti, e io mi affezionavo sempre di più a te. Ed era una bella cosa. Ma anche qui gli errori non sono finiti. Quella sera, quando a tua cugina, dissi di non voler sentire più il nome di tuo padre biologico, nessuno capì il perché. Mi sentì montare una tale rabbia che non puoi immaginare. C'era sempre lui, in ogni caso c'era sempre lui. Che fosse tua madre o fosse qualcun altro. Lui era sempre presente. Una cosa che non sarei mai riuscito a cancellare. In fondo come diceva lei, ti ci puoi affezionare ma i figli tuoi sono tuoi. Peccato però che il padre-bastardo non abbia passato con te nemmeno un'istante, preferendo scappare. Mentre io ti facevo giocare, ti accompagnato al primo giorno di asilo, alle visite mediche, a comprare i pannolini, alla prima volta in cui hai visto il mare. Ma tua madre questo non ha più ricordato. In fondo non sono, non ero e non sarei stato nessuno. "Tu non puoi capire". Già, cosa vuoi che possa capire, tu l'hai partorito, quello ti ha fecondata ed io sono quello che deve star zitto. E magari un giorno, il bastardo sarebbe tornato colpito da improvviso ravvedimento. Cosa sarei stato io? Niente, niente biologicamente, niente giuridicamente, niente... Finché questo era il pensiero di estranei poteva anche andar bene ma col tempo è diventato anche il pensero di lei, purtroppo, per lei... Eppure non è per questo che ci siamo allontanati. NO. Tu piccolo mio, non c'entri nulla. Qualunque cosa ti sarà raccontata. Io penso, che due persone se si vogliono bene, si comprendono soprattutto e si ascoltano. Indipendentemente che possano essere stupidaggini per l'uno o per l'altro. ci si confida, e si parla. Ma anche stavolta tua madre, presa dalla prevenzione che ha maturato nei confronti di tutti "i maschi" (che schifo essere messo alla pari di altri maschi.... che se nulla contassero i sentimenti) ha deciso che nella sua vita basti tu. Che se mi mettevo contro di te, la perdevo. Fortuna che Dio è testimone e non solo lui, che non ho mai detto nulla contro di te. Anzi, ora che crescevi volevo ancora di più portarti insieme a noi. Farti vedere posti nuovi, insegnarti a colorare e tanto altro. Ma tua madre, che ritengo essere una totale idiota, alla quale è stata offerta l'opportunità di raddrizzare la sua vita, si è fatta vincere da quella idiota forza che viene alle persone che sono state prima fregate. E che reconditamente vogliono far pagare a destra e manca i propri e altrui sbagli. SI, anche i propri. Perchè a parte te, andare avanti sei anni con quel compagno (per come mi ha sempre raccontato e per quanto ho poi appurato) beh, tanto intelligente non è stata. La mia colpa è stata chiedere gentilmente che qualche battito di cuore fosse anche per me. Tutto era per te ormai, ma non è questo che mi preoccupava, in fondo è normale. Volevo solo uno spicchio anche per me. Almeno un pò di bene. Neanche quello. Comunque sappi che l'unica cosa che conservo è il tuo "lavoretto" per la festa del papà. Solo quella voglio ancora vedere. Chissà forse un giorno... mi sarà data la fortuna, che altri hanno e talvolta rifiutato. Ti voglio bene, piccolino.