simor6

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... Vento deponi le armi ti prego. Il mio cuore conosce già il tuo canto, da quando mi accompagnavi sulla montagna, ricordi? Sono io..Quanti anni son passati ormai. Dispettoso ostacolavi  il mio cammino, certo che non faresti mai riuscito a fermarmi se non sulla vetta e la giocavi coi miei capelli strattonandomi i vestiti. La notte ti sentivo fuori da quelle mura di legno dalle quali cercavi disperatamente di insinuarti,  con rabbia gentile e mi addormentavo ululando con te alla luna. Ferma il tuo lamento, il mio cuore è stanco. Come un vecchio trascinato per mano a stento da un bimbo che esplode di vita, nei suoi occhi ancora brilla la scintilla, ma il suo corpo non ubbidisce più. La punizione più grande che possa dare il fisico alla mente. Nel cristallo ho congelato i miei sogni, in quell'istante violato,placato lo spirito nella calma piatta di una notte asciutta senza più pianto, solo un manto di silenzio, mi strappai le ali e le affidai a te perchè potessi farle volare ancora. Morìì li, senza alcun suono di campana seduta già vicina alla mia tomba. E l'aria perse la calma e si adirò e l'animo mio prese a soffocare. Nella macchia di sangue su quel pavimento iniziò mio tormento, il vento cessò il suo narrare e da fedele amico che fù ora ho solo timore di ciò che viene a raccontare. ...