Invidio il vento

Il rutto e la gatta morta


 
Lei viene a lavorare cosi. All'inizio, quelle della vecchia guardia l'avevano messa sull'avviso che cosi, avrebbe dato adito a malelingue e, poi, insomma, non per far le babbione e parlare di decoro e contegno ma, quello non era nemmeno un locale del centro alla moda.Mi viene in mente questo ma, al tempo, da noi, c'erano solo signore di buon senso, dame benefiche, da circolo della canasta. Poi ne arrivarono altre, cosi, appariscenti diciamo e il livello di competizione si è elevato. Lavoro nel pubblico impiego, sanità, tanto per metterci una cornicie. In fondo c'entraanche poco con quello che voglio dire.Lucrezia è un archetipo della pin-up, di quelle, nelle foto che si appendevano negli armadietti delle officine e nelle cabine dei camion. Lei è una diva, portatrice del mainstream pensiero. Addobbata di quella miriade di piccoli gesti fashion, (mossette), di stereotipie di genere che costituiscono il catalogo della gatta morta per antonomasia. In fondo il suo è un genere stile burlesque, anche ironico e leggero
. Una delle innumerevoli strategie per rendere vivibile la vita.Lucrezia, già nel nome un destino, è sensuale ed educata, conosce le regole del bon ton come pure la velata arte dell'ammiccamento, della creme chantilly e dei profumi d'alto bordo, come pure però l'arte classica. Ha fatto le sue scuole, il liceo prima, poi si è laureata e, in fondo è una dottoressa e una volta mi stupi per la sua erudizione e conoscenza della mitologia greca. Potrrebbe appartenere all'entourage delle ninfette berlusconiane. Ci scambiamo spesso delle storiette ed astruse opinioni. Di lei mi piace il suo lato truce, i piccoli segreti maliziosi, le licenze conturbanti, il suo menage famigliare. Mi piace il contrasto tra l'aspetto erudito e quello frivolo che ha. Per molti aspetti dunque, curiosa ed inusuale. 
E' una che ha una vita normale. Lavora, ha una figlia,vive con un compagno, i genitori che le stanno un po dietro, fa le grigliate in giardino, qualche volta invita gli amici, non sa cucinare, le piace andar per botteghe, e i film porno, ha una mercedes cabrio anche questa, insomma cose normali ad immagine del nord-est sborone e popolar-opulento, una vita noiosa e insoddisfatta normale con le puntuali baruffe coniugali e via discorrendo. A me piace parlarci, credo preparerò un'intervista. E', secondo me emblematica, per certi versi, a rappresentare un mondo contorto e sfuggente, il mainstram pensiero insomma, quello che si insinua tra le pieghe a formare il pensiero dominante.Questa è una storia neanche delle piu emblematiche che lei mi racconta ma mi piaceva.LA STORIAE' a casa sua. In giardino, sua figlia che avrà quattro anni è la che gioca con un'amichetta, figlia di vicini. Schiamazzano e sono felici. Corrono e saltano tra le bambole e chissà che altri giochi e pupazzi. Lucrezia ha ordinato una pizza e va su e giu dalla cucina per dare un'occhio alle bambine. Sull'erba c'è anche una piscinetta con l'acqua dentro. Lucrezia non vuole che ci vadano attorno e le richiama piu volte. Sbocconcella la pizza e discorre al telefono con una sua amica." State ferme. Andate via dall'acqua. Lasciate stare che vi bagnate". Ogni tanto interrompe la telefonata, le richiama,  beve un sorso di coca cola e un morso di pizza. Niente da fare, le bambine vogliono giocare con l'acqua e, appena si gira ripiombano la. Quando torna fuori le vede ancora inginocchiate che battono i palmi sull'acqua ridendo e sollevando una miriade di schizzi che le bagna. Allora Lucrezia, spazientita, si avvicina loro da dietro. Arriva vicino a loro, proprio dietro e molla un rutto pazzesco.
 Le bambine si paralizzano impietrite. Lucrezia sghignazza. Poi vede in mezzo alla siepe il volto della vicina. E' una innamorata delle bambine e le sta sempre li a guardare. Questa vicina non ha figli. Tante volte vorrebbe che andassero a giocare nel suo giardino. Il volto della vicina resta infilato tra le foglie della siepe. Sgomenta, con la bocca un po aperta e gli occhi sgranati non si ritrae, resta là, incapace di muoversi, maleducatamente. Lucrezia gli fà: "Mi scusi signora. Non mi ero accorto che c'era anche lei" Come se questo potesse giustificare quel rutto da dinosauro. "E' che non vogliono capirla, le bambine, di non bagnarsi con l'acqua. BNon sapevo piu cosa fare"La vicina tira indietro la testa dalla siepe con un sorriso ebete. L'amichetta della figlia prima guarda lei e poi la bambina, e le fa :" Ma cosa fà tua mamma??"Lucrezia mi dirà che non si era accorta e che voleva solo spaventare le bambine e che chissà cosa andrà a dire in giro adesso la vicina, che non sa mica quella prendere le cose per il verso giusto.Ma guarda te, le ho detto, adesso sarai sputtanata per una cosa cosi e chissà come ti guarderà la prossima volta che ti vede. Lei mi risponde che non crede si fara vedere in giardino per due tre giorni. Non lei ma la vicina.