Invidio il vento

Nowhere 7


 - Ci dice che và tutto bene: stiamo solo morendoJulee Cruise - Rockin' Back Inside My Heart   INDUSTRIAL SYMPHONY NO.1: THE DREAM OF THE BROKEN HEARTED1989 - 50 minutiRegia:David Lynch Sceneggiatura: -Cast: Nicolas Cage, Laura Dern, Julee Cruise E' un lavoro teatrale che gli fu commissionato, come spettacolo d'apertura, di un festival di performance musicali sperimentali. Un festival fondato da, nientepopòdimeno, David Byrne e Laurie Anderson due leggende, per me. Questa roba ci mette un paio di settimane a metterla in piedi, assieme al suo socio e compositore Angelo Badalamenti.Cogli l'occasione per mettere in vetrina qualche canzone che Lynch, assieme a Badalamenti, ha scritto per la cantante Laura Dern.La storia parte da questi due che si lasciano per telefono. Un breve dialogo. I due sono Nicolas Cage, Laura Dern. Lui la lascia, lei stà male., ed è sconvolta e lo supplica di non lasciarla. Il resto del film da l'idea del delirio e il sogno di questa donna disperata dopo la partenza del suo amante. Una storia che finisce, come tante. Quel che accade nel filmato è ciò che succede nella mente di lei. O, meglio ciò che Lynch  Credo siano queste le intenzioni. Un pretesto per tirar fuori un po di numeri  di Lynch dalla sua  bottega sperimentale. Piu che altro si tratta di un video musicale esteso e quelle canzoni a me piacciono un sacco. Il testo di quella canzoncina "Rockin' Back Inside My Heart", condensandolo dice, piu o meno: Dillo al suo cuore che quello sono ioDiglielo che il suo cuore sono ioTi voglioRockin torna  'dentro il mio cuore Ti voglio Non potrai mai andare ad HollywoodDiglielo al suo cuore che mi fa piangereDitelo al suo cuore che non mi faccia morireTi ricordi il nostro pranzo al sacco? Siamo andati assieme  fino al lago E poi abbiamo camminato tra i pini Gli uccelli hanno cantato una canzone per noi Poi abbiamo visto  un incendio quando siamo tornati E il tuo sorriso era bello Hai toccato la mia guancia e mi hai baciato Di notte siamo andati a fare una passeggiata Il vento soffiava tra i capelli Il fuoco ci ha fatto caldo Il vento soffiava sulle onde Fuori sul lago Abbiamo sentito il gufo in un albero vicino. Pensavo che il nostro amore sarebbe durato per sempre.  Non mi pare una delle sue cose migliori questa Industrial Symphony di Lynch ma ci sono sequenze veramente potenti, che ci porta nei sogn di una heartbroken, per mostrarci "dove le storie d'amore vanno a morire, la discarica dei sentimenti, l'obitorio delle storie finite male" . Non è che si capisca facilmente tutto questo. Lynch, in fondo, sempre sollecita all'abbandono che consente di seguire il flusso immaginativo ed intuitivo. L'intuizione è sollecitata dal linguaggio cinematografico. Esprime concetti che difficilmente le parole sapranno dire. L'intuitività, come linguaggio dell'inconscio, si è abituati a diffidare, a fidarci poco ed è perchè quasi mai la sappiamo usare. Quello che a me piace di Lynch è questa esortazione a tracciare percorsi semantici  attraverso traiettorie divaganti e personali. Un modo forse che puo essere tacciato di non dire niente, ma non è che voglia dir per forza qualcosa a qualcuno ma, che quel qualcosa, usando le traiettorie intuitive, può portar ognuno da qualche parte che, non necessariamente è la mia. E' l'ascolto associativo delle emozioni, la loro fenomenologia.La visionarietà che stimola il sarcofago onirico. in un sormontarsi ininterrotto di immagini, ne fa scaturire una sorta di linguaggio oscenico, dove giganteschi idoli pagani danzano macabri in una sorta di ballo surreale assieme a bambole impiccate  e funesti presagi. In mezzo a tutto questo la voce di Julee Cruise, come indifferente a quanto sibila d'orrore attorno lei, canta le sue canzoni d'amore.   Il palcoscenico è ingombro di spazzatura: assemblaggi di travi in ​​acciaio,  auto distrutte, barelle ospedaliere, passerelle in alto di metallo. L'insieme dà l'impressione di una fabbrica abbandonata, illuminato con una gamma di proiettori che spazzano continuamente in giro, dando al film una qualità strobing con luci e ombre che interagiscono, come succede dentro di noi.    Dove vanno a finire le storie d'amorequando le storie finiscono e finisce l'amore di unoma non quello dell'altro che ti rompe la testae ti spacca l'unico cuore ma potrebbe spaccarne cento?Dove finiscono gli amori quando qualcuno li rompe?Dev'esserci un posto dove andare per ritrovarli e piangerci sù.Una canzone d'amore c'è sempre per i condannati alla pena.Identità del dolore che prendono forme caleidoscopiche.e si accoppiano con mostri negletti nascosti dentro a noiIn luoghi segreti che neanche sapevamo d'avere.Ed è un piombare nel buio della tua mentedopo che qualcuno ha sventrato l'interruttoreNon resta piu niente oltre quel buio se non l'annegareabbandonarsi al fondale, sprofondare ancora piiù giu.Quanto ci vorrà? ti chiedi. Sei mesi? Un'istante infinito?Oppure nove, se vuoi partorire dei nuovi mostri d'amore.(simurgh)Lynch infine, non lancia messaggi. Paralizza piuttosto. Mescola carte e niente è mai certo. Lynch non credo voglia insegnare nulla se non di cercare in noi quel linguaggio intuitivo e ad esso abbandonarsi. Non indica vie. Forse, l'unica, quella di perdersi. Lui esplora il suo incubo e ne è inesorabilmente attratto. Come anch'io d'altronde, fino a che imparerò a non averne paura. Lynch ci dice che va tutto bene: che stiamo solo morendo. Lunga vita a David Lynch