Invidio il vento

SYBILLE


SYBILLEMorago, Fuoco Fatuo, 1995di Massimo Rizzante SybilleSecondogenita, ho dovuto ben presto infilare nella crunadell’ago tutta me stessa. Che altro fare se volevo destarel’attenzione di mia madre? Amava mio fratello Charles. Trovavoimpronte di rossetto Rouge Interdit perfino sulle sue natichePerciò sono cresciuta nell’ombra. E ciò ha fatto sì che non pagassil’entrata per il circo né che rincorressi il successo travestitada nana o nazista. Me ne stavo con gli zingari, nelle roulottes,nelle gabbie, nel tanfo degli animali in cattività: che altro c’è da vedere?Poi, in città, certo non potevo sperare di sposare un pivello.Così m’innamorai di un vecchio visionario, un ex pugile di Lioneche camminava come un manzo portato al macello, con cinquematrimoni alle spalle e sette figli da chiudere all’angoloLo vidi la prima volta a un ricevimento in onore di un riccomecenate delle arti. Gli scrissi una poesia che lui mi rispedìcon le sue correzioni in rosso. Finalmente qualcuno che con il pathossi era lavato i coglioni! Seguì un appuntamento in rue Saint-JacquesQuando qualcuno della corte delle sue adulatrici mi chiedevache moglie ero, rispondevo l’ultima. E così è stato. Ai suoi sette figlisi aggiunse Octavius e per trentatré anni restammo insieme. Jeanera un seduttore, e io che conoscevo il tanfo della cattività lasciavo fareDopo tre anni passati a lottare contro un carcinoma,sono morta. Jean, quando mi asportarono il primo seno, se ne andòdi casa. Non poteva scopare senza addentarmi i capezzoli.Spero di rivederlo, ma non subito: ho bisogno di un po’ di riposo…Massimo Rizzante mi piace. Comprerò il libro di poesie che stà ancora scrivendo: "Scuola di calore". Questa mi piace perchè pare della serie di Quando sono morto.