Invidio il vento

Guardava un punto che non c'era, in fondo al cielo


 Era mezzogiorno. Un pò lontano le campane della chiesa. Pioveva. Ero in macchina. Suonava questa canzone quà.Una delle mie foto, scattate al volo con un click delle ciglia.Un capitello votivo lungo la strada, con una grande Madonna scolpita su una pietra bianca. Il capitello come un riparo per due ragazzi, fermi sotto, con una Vespa 125 Primavera, bianca. Davano l'idea di due che avevano marinato a scuola. Due dell'ultimo anno.Lui era seduto sulla murettina bassa, ai lati del capitello. Lei è in piedi, davanti a lui. Ha un vestitino di cotone, leggero, stampato con un giubottino di jeans.Lui le stringe un pò le gambe, ed è con la testa china tra le sue ginocchia e le gambe un po divaricate di lei.  Lei non le appoggia le mani sulle spalle, ne sulla testa. Le tiene lungo i fianchi. La faccia di lui è afflitta e triste. Quella di lei no. Teneva il mento alto. Guardava un punto impreciso che non c'era in fondo al cielo. Sorrideva appena. Ho immaginato che la loro storia era finita. Che lei glielo avesse detto che aveva un'altro.  Io mi sono sentito un pò triste ad immaginare tutto questo. Ho pensato a lui, che avrebbe dovuto dar gli esami e non so con che testa poteva prepararsi. Era come se quell'istante si fosse fermato e stazionasse in mezzo a loro, come non dovesse finire mai. Un'istante che teneva in sè due risoluzioni. In macchina quella canzone che suonava.  Io dopo son andato dal barbiere. Immaginavo che lo schampo me la sciacquasse via quella sensazione che avevo. Che andasse ad ingorgare il lavandino in qualche punto della tubatura. Invece mi viene ancora in mente adesso.Niente, va cosi.