Invidio il vento

passaggi


 Ryuichi Sakamoto nostalgia(out of noise(1)Una badante balcanica sorride passandoguarda davanti a sè come rincorresse il ventoche piega le spighe in un campo di grano.Spinge una carozzina sull'asfaldo davanti il bar dei cinesi vicino allo stadioIl vecchio magro seduto si tiene durocon le dita rinsecchite ai braccioli imbottiti. La balcanica bionda lo spinge con ardore guerrescopresa da chissà che fantasie e quale gioco.Stringe le manopole della carrozzina  esugli avambracci le si disegnanoanatomie di muscoli infantili, affilati e nerbiosi.Il vecchio sembra borbottare tra sè, divertitoe il vento gli solleva un ciuffo di capelli sottili.Per televisione dicono sempre di tenerli dentro all'ombrache potrebbero lasciarci le penne con un colpo di caldo.Era mezzodi meno venti e il sole si accavivaeppure a vederlo quel vecchio era felice e brioso.Aveva un ghigno celato all'angolo delle labbra sottilie immaginavo gli venissero in mente chissà quali esuberanze giovaniliAveva una somiglianza con Gabriele D'Annunzio.Aerei bimotore, prostitute dai culi grossi e tette spaventosestrade in terra battuta, polvere, moto lanciate,gridolini di femmine e dischi con canzoni melodiose. Lei, invece era appena sotto i cinquantaAveva vissuto sotto qualche dittaturama non ci badava, per lei era normale a quel tempoUn Ceausesku era la stessa cosa di un padre, un marito, un capo reparto o un caposezione.I figli erano grandi e gli altri erano morti. In balera dove andava con le altre il sabato seraaveva trovato un brav'uomo che la voleva sposare.Un'impresa edile, la pancia, una Mercedes nerae la portava fuori a cena ogni volta che aveva il suo giorno.Non avrebbe piu fatto quel lavoro di badante ma la signora.Ma non è a questo che pensava in quel momento.Gli era venuto nei pensieri il ricordo di un suo vecchio amoreLui aveva vent'anni, era biondo e i suoi occhi le facevano battere il cuore.Che poi pensavo a questa cosa degli occhiDi quanto di una persona che ami resti in te il suo sguardoSarà passato che ne sò, neanche dieci secondi, quel tempo di passarmi davanti, che me ne è servito molto di piu a scriverlo adesso ed immaginarne la storia, ma non è tanto questo. Non per la storia in sè o per quei clik che faccio con gli occhi, no. E' un sistema. L'altra mattina pensavo a quali e quanti momenti in un giorno intervengono sulla determinazione del nostro stato d'animo, gli schemi che ci organizziamo inconsciamente e mi veniva da prendere nota sul mio blocchetto di tutte quelle cose che mi mettevano di buon'umore, fare una lista, non lasciare al caso, scrivere un saggio, un articolo per Il manifesto. Beh, adesso mi richiede del tempo parlarne. Non so se si capisce con quello che ho scritto ma ci tornerò sopra o ci starò sotto che non si sta male neanche la. Intanto metto questo.
Ah, poi la tipa, la badante balcanica, per quel che si dice il caso, la trovo in un bar, verso sera. Un bar lontano da dove l'avevo vista, vicino allo stadio. Ed è incredibilmente fortuita e misteriosa una fatalità del genere. Una bella signora, del tipo che piacciono a me. Era la con quello che dev'essere l'impresario. Lui che parlava di avvocati e robe del genere e che doveva preoccuparsi tipo di proprietà che lei aveva nei balcani, che saranno magari una vecchia casa dei genitori, dei campi di grano e avena, non so
Meriterebbe una storia completa ma ormai il post è andato cosi. Mi fa venir delle idee che, come ho detto ci tornerò. Poi c'è il fatto che devo metter fuori qualcosa, che se poi mi leggono anche commentano e mi scrivono e a me questa cosa mi fa contento no?Ah, un'altra cosa, quella che all'inizio mi aveva colpito di piu. La badante, per spingere la carozzina si era messa su uno di quei giubottini arancioni con le strisce caterinfrangenti. Anche questa era una cosa che non avevo mai visto. (1) Il video me lo aveva lasciato in un commento una che passa di qua, Paola, una che entra nei commenti sempre come ospite. Ringrazio. Diciamo che lei allora si è occupata della colonna sonora del post. Che mi piace poi quella musica, che rende rarefatta e rallentata l'atmosfera del post. Come se quei pochi secondi della carrozzina che passava davanti, durassero poi alcuni minuti. Grazie Paola.