Invidio il vento

In che modo in noi si apra uno squarcio


Si formano affetti qua dentro, contorsioni, improvvise passioni. Ha del mistero la cosa. Non è che si spieghi: ogni incontro un'alchimia. Penso sia un accadere che s'incontra nelle stanze vuote che teniamo nel cuore. Varianti delle caleidoscopile forme d'amore,le infinite possibilità, i sapori. Se lo immagino come metafora dei sensi, li includo tutti tranne la vista. Non so perchè. Sarà per una sorta di visione che ho delle cose. In quanto preferisco le zone d'ombra, dove la luce non può accecare, anche se poi quel che acceca è altro, dove la vista può ingannare. Come se la vista fosse collegata alla mente, attraverso una trasmissioni di dati troppo veloce, dove le vibrisse schizzano impazzite. Preferisco il non visto dove la luce ha timore. Sarà anche una cosa bella questa luce ma, dico, senza ombre sarebbe solo un fastidio. Ma di questo, dell'ombra e della luce ne parlerò a parte. Intanto:In che modo in noi si apra uno squarcioche sei là steso quasi fossi morto di dentroche neanche t'accorgi che arriva di colpoe che dentro si mette ad impastare con dita sapientiun grumo inspiegabile che lievitae allora ancora non sai ma ti alzie che ci vorrebbero parole a milionima è solo una musica, una voceil gesto di un corpo, cuore che ti accorgi, pulsaree cosi può prenderti un groppo nel pettoche io chiamo coltivare un'affetto,sentimento d'amore che non mi piace chiamarenon qui, non nel dire ad altri, almeno un seme trovato per caso, che non sapevi neppureun dono comunque portato dal vento e lasciato caderesu un terriccio che è la predisposto e donato agli elementicoltivato in segreto, in un angolo nascostoal caso, ai destini, alle storie che siamo. Sto per addormentarmi.Mi lascio scivolare senza opporre resistenza. Piccolo, lontano, si avvicina un pensiero che colora questo istante: “Cosa vorrei portare con me, dietro alle palpebre chiuse, se questa fosse l’ultima notte?”(Ultima unctio)