Invidio il vento

Non sò se si capisce


 
 Paolo Fresu e Uri Caine Una scompostezza si fà destaAlza la cresta, sbuffa e sospiraLa senti dentro che svirgola di suoNon sai che farci. C'era mica prima.Ha con me il suo bel daffareCome volesse star lei con teE allora mi sormonta, mi scavalcaNon ti agitare, le dico io. Che roba sei?Non parla con me. Si divincola e si protende.Ma dove vai? Lei si tende. Ha degli spasmi. Allora dentro sento questa cosache non sò dire se chiamar amoreUn qualche mistero che prima non mi era mai toccato. Non cosi.Se dovessi dargli un nome poimi dovrei prendere la responsabilità.Non son mai stato il tipo.Le cose, quando le nomini, cominciano ad esistere. E poi allora?Poi va a finire che ti chiedono di dimostrare l'assunto che sostieni.Tu poi, immaginati di star in mezzotra queste due entità Una umana e sarei io, quella la non sò.Non l'avevo mai vista prima. E' che stà li a guardarmi, e allora ci guardiamoed è ogni volta come un sorprendersie negli sguardi c'è meravigliae ostilità assieme. Non so se si capisce. La chiamerò sò se sì “un vecchio errore vuole inseguirmi e incatenarmi e trascinarmi lì davanti ad ogni specchioper dirmi: guardati. Io non mi guardo, giro lo sguardo, la so a memoria fin troppo questa storia… spiega alla gente cosa vuol dire amare l’amore senza mai fare neanche un errore. Ci provi lo specchio ad inghiottire nella sua acqua cupa, non l’apparenza, ma il volto che l’assenza sciupa”(Paolo Conte)Paolo Conte - Epoca“qui tu sei per me nel tempio vuoto e sordo, se parliamo non diciamo niente… Eppur amandoti saprei negarti tutto quel che sei”