Invidio il vento

Erano venuti a vedere chi era l'ultimo - 2 -


 Ieri ho letto sul giornale che è morta Agota Kristof. Non lo sapevo ancora quando ho messo questo video. Una canzone dalla colonna sonora del film "Brucio nel vento di Soldini e tratto da un romanzo della Kristof. Ad Agota Kristof tutta la mia gratitudine per il romanzo "Trilogia della città di K" Non lo uccisero. In segreto ci sperai. Era disperato l'amore che provavoHo pensato per un attimo che se rimaneva vedova poteva capire quanto l'amavoEravamo in quella stranza in fondo al cortile e sapeva di mangime, da bestie da cortile.E tu chi sei? mi chiese poi lo sposo, liberandosi dai treAnche te sei tra quelli gettati via? Anche da te è fuggita verso sogni strani?Anche a te ha dato qualche notte ed è fuggita? C'era disprezzo nel su sguardoC'era la rabbia disperata di chi temeva  la stessa fine. Alzò le mani su di me.Il mio braccio scattò dall'ombra per ucciderlo. Gli altri tre non si mossero.Lo colpii con la forza di chi poteva frantumarlo. Lui non reagì. Continuai a colpirlo.Cadde ai miei piedi e strinse le braccia attorno le mie gambe.Il sangue gli colava dalla faccia. Poi arrivò lei. Si fermò impietrita sulla porta.Una risata calma, usci da quella bocca spaccata. Poi silenzio.Da fuori giungevano i rumori della festa. Come sapesse, da la era corsa.Mi si lanciò contro e tentò di graffiarmi il viso, ma gli afferrai i polsi. Poi prese a spintonarmi e a gridare di andar via. Lui mi lasciò le gambe.Mi spinse fuori. La notte era limpida. Le luci sul cortile, la musica della festa.Continuò a spintonarmi e a dire di andar via. Mi spinse verso la strada.Poi si mise a correre piangendo. Aveva le calze bianche, un aderente abitino.Mi girai e vidi i tre sulla soglia. Continuai a seguire i passi di lei oltre il campo.- Di quà - mi diceva - Devi andar via. Vattene- Eravamo lontani adesso.C'era silenzio attorno. Poi sentii lo sbattere di ali di una poiana che si alzava in volo.Io non mi mossi,- Che ti è preso? Come hai potuto? - Le dissi che l'amavo, che non sapevo.- Addio - e si girò per andarsene. La guardai incamminarsi. Poi si girò. Disse il mio nome. Disse che dovevo andar via. Si ricordava di me allora.- Vattene via - Io non mi mossi. Sentivo le mie nocche sanguinare.- In nome di dio, vai via. Ti prego -- Ti amo -Nei suoi occhi comparì il dolore.- Perchè sei tornato? Perchè? -- Io non me ne andrò. Non posso. Sono tornato per te -Il giorno dopo si doveva sposare.Il giorno dopo l'avrei persa.Il giorno dopo la mia vita non avrebbe avuto senso.Il giorno dopo niente piu sarebbe stato lo stesso.E vidi nei suoi occhi ancora un bagliorecome se all'improvviso quell'amore mio che non avevo mai dettofosse per lei inaspettato e improvvisamente sconvolgente.(seconda parte - nowhere)  si devono fare, tante cose si devonoe ti trovi dentro, imprigionato senza aver decisoe decidi che a quel punto lo devi fareanche se non vorresti piu, lo devie ti pare cosi normaleche tutti altro non si aspettanoe tu a quell'aspettarsi devi sottostaree ti vien normaleti sembra naturaleti dici che cosi va la vitache cosi è giustoche non si può fare altroma nel profondo senti che altro avresti voluto fareche avevo dei sognidei talenti a cui inclinarema poi diventano cose infantilipoi diventanoquando noi diventiamo altroquel che non saremmo forse maie ti pare cosi normale