Invidio il vento

Pensavo fosse Bach


     L'ombra è la ricchezza che non si vedeRende luccicante il camminoPer quei viaggiatori soliQuelli che arrivano più lontanoLe voci fuggono.....le voci fuggono....le voci fuggonoe le ombre ad altro servono se non della voce l'ombraSi sciolgono da quell'ibernazione dove i cori di Bach le avevano lasciateCi sono luoghi dove ombre si muovono dimenticate, senza voceDa un castello si disgragano e prendono una fuga a piu vociuna sopra l'altra, si rimandano, si sottendono ma, fuggonoFuggono in cerca della loro ombraperchè è l'ombra che rende luccicante la fuga della voceLe voci fuggono, nessuna di loro rimane ferma. Le voci fuggonofuggono in una polifonia per quattro voci Quelle di cui ognuno dovrebbe esser capace richiamare a sè(simurgh Vinicio Capossela)Il miracolo del genio, la potenza della bellezza, il mistero incombenteBach fece la melodia per quattro voci, a quattro versie Glenn Gould la cantò appendendosi per quattro volte all'aria( V. C.)Quella corda su cui lascio le dita scorrerecome sopra la tua pelle che a me si tendee s'inarca, senza requie si offre, si spalancalasciando fuggire le sue voci, rimanendo fermae loro che si dispendono nell'aria, come un gridosenza ombra, un unisono sopra la voraginesi spalanca come gambe, le riaccoglie.......(simurgh)Andai a vedere Brunello una sera, stava imbastendo questo spettacolo, dentro un capannone, "La Conigliera". La sede di Anagoor.Dentro quel cubo vicionario suonava in sovrapposizioni, di sè, dialogava con delle immagini, altri violoncelli, altri suoni altrimenti in fuga, molteplici identità che si sormontavano coincidendo, spesso un suono solo e nudo. Ero rapito da quella combine, sopraffatto dal concatenarsi di elementi che nelle immagini comparivano, acqua che scivola, fuoco che infiamma, vento, cerchi concentrici della pioggia in una pozza, immagini e parole che fuggono per ritrovarsi in altri suoni che i violoncelli catturano nella polifonia di voci.. C'è quel che c'è in quell'istante, niente altro.Quella corda che assumi nel tuo corpole viscere a me spalancano il coroe ti fai solo voce che sparpagliata cantae le tue voci dentro si riannodanotornando ad essere misteroa me nascostapensavo fossi tu...(simurgh) Ieri sera lungo il fiume mi ero infilato le cuffiette. Avevo voglia di Rostropovich (Clicca)In quella registrazione che ascoltavo  la suite numero uno, il preludio si ripete continuamente, solo quello per trenta volte. Chiusi gli occhi e il mondo che mi ero portato dietro le palpebre sembrò inondarsi.Il cielo scuro sembrò sollevarsi ancor di piu, come spinto e, le nuvole immense e bianche che la luna schiariva, quel violoncello sembrava spingere e deformare. Mi sembrava terribile e potente quella forza. A quel punto potevo anche ascoltare heavy metal, non me ne sarebbe importato niente. Era perchè ormai avevo bach dentro che mi arrotolava nel suo loop mostrandomi cos'è l'infinito. Credo di aver provato il mistero mistico, la grazia che si sdoppia, si triplica, si fa carne che freme e desidera. Si, mi veniva voglia.e Glenn Gould la cantò appendendosi per quattro volte all'aria Una sonda spaziale da trent'anni vaga nello spazio. Ha superato il sistem solare. Non c'è piu niente ancora di la. Lei punta l'infinito buio dell'universo. Porta con sè, all'interno della navicella, tutta una serie di messaggi che rappresentano la vita del nosto pianeta, cosomai trovassero gli alieni. C'è anche un nastro con le variazioni di bach suonate da Glenn Gould   Corda, dito, archetto, violettoNiente è niente solo in sèViaggiatori soli, voci che fuggonoLa matematica spiega la spiralel'elisse, la meccanica celesteNon spiega te che nell'ombraluccicavi come il guizzo di un salmonee che forse tornerai ad esser misterovoci che fuggono in luoghi segretidove le ombre vanno a rifugiarsi Pensavo fossi quel che sento seie scorrere sulla tua corda corpo tesofin dove il suono si dissolvee l'ombra ridiventa dell'abisso il buio(simurgh)  ad incontrare la magadall'avamposto suonava infinito