Invidio il vento

SMOKE , Sylvie Guillem


 
                                                                     SMOKE , Sylvie Guillem fuma Luky Strike, voluttuosa come le nuvole di fumo. Se la accende con una Zippo acciaio che tira fuori da una piccola borsa. Quattro al giorno, non di più. Vuole che sia disciplina. Tiene la sigaretta all'angolo della bocca e la aspira da un lungo bocchino color smeraldo. Me la ricordo cosi, in un bar di Milano. Mi innamorai all'istante di lei. Le piu belle gambe mai viste, lo sguardo sfrontato e allo stesso tempo ritroso. Come Nureyev l'avrei sposata. Per me era gia un mito. Comprai un dvd di lei. Volevo impararne dei gesti. Cosi, per fare del teatro, dei piccoli schetch, dei clip caratteriali, sortilegi e incantamenti  Ad undici anni fa parte della squadra olimpica francese di ginnastica. Tre volte a settimana sono previste delle lezioni di danza classica. Ecco come è andata e a sedici anni fa parte del corpo di ballo dell'Opèra di Parigi. A 19 è già una stella ed è una pupilla di Nureyev che dirige il teatro. Di lei disse che sarebbe stata l'unica donna che avrebbe voluto sposare. C'è un'urlo, un tamburo, un uomo a testa in giù contro un muro. S'inarca danzando, scompiscia le membra, si erge, s'avventa. Un risentimento traspare in lei, disegna di gesti la piccola furia. Si capisce subito, è una danza di guerra. Cosi l'amore, a volte. Pare cosi esplorare ogni gesto concesso alla danza il linguaggio. Nella relazione tra un uomo e una donna c'è il gesto e il linguaggio. Descrive cosi l'evoluzione, nell'involvere progredire innocente, il desiderio, il conflitto dipana, si scontra, si prende d'amore la trama. Passione, rabbia, angoscia, paura, felicità ogni cosa è descritta, trasmessa. Non è arabesque, esibizione tecnica ma il corpo che parla danzando. Il fumo è rappresentazione del linguaggio. Prevale il senso del corpo. Il fumo proviene dai vestiti, dalle bocche, è quello che si dicono; fumo.
Vie e danse, et vita e danza, fuma, voilà   Frammenti di un discorso amoroso. Il gesto parla di ciò che si danza e si fà intrattabile. Simulare posture che ne raccontino la quotidianità e l'efferata coercizione. Si ricolloca la parola dentro di sè, scaturendola poi all'esterno in un movimento del corpo, di fronte all'altro che si traduce in fumo. Nei gesti la simulazione dei pensieri che nella mente corrono, in una danza frantumata, che si snoda e riannoda, che si intriga contro se stessa. Il discorso non esiste e diventa fumo. E' il gesto che conta, il gesto ginnico e coreografico. Diventa fraseggio, un duetto, composto da assolo. Un sentimento linguistico che si esprime nel movimento e che forma figure, rappresentazioni e si fa guidare da un sentimento amoroso. Figure evanescenti che si vanno a sommare, sovrapporsi, parlare, adottando un linguaggio di casta, la danza, che non appartiene alla consuetudine, a ciò che in noi è normale, è l'estetica, la bellezza delle parole che quel corpo sa dire, farsi liquido, suonare. Sintetico, preso per sè sembra gesto, esibizione da niente, eppure raro, scarno,fatto di essenze che il gesto distilla e la danza diventa un alambicco dove la goccia evapora dentro e si condensa uscendo distinta.Al minuto 1 e 28" del video Smette il tamburo, lui è cacciato dalla scena. La faccia di lei dispera esausta. Tre note di piano, un violino, fà il ragno e poi si abbandona al viraggio di un volo. Il primo volo di un'aquila o di un simurgh ancestrale. Il mondo è sotto, lo vedi dall'alto. Ritrova se stessa bambina, si riaccoglie, allarga le dita che poi serra nel pugno.e cosi via, fino alla fine del mondo. Racconto. Quello di Sylvie Guillem è autoerotismo. ecc. ecc.Mi piacerebbe tornarci ancora o magari completare questo sul come la leggo io la storia di questo smoke. Intanto avevo questa urgenza di postarlo qua.