Invidio il vento

Vagheggiare


Una parola al giorno me la mandano per mail. La trovi qua CLIC . Da un sacco di suggestioni. Io tante parole le dico e le scrivo ma non so mica bene cosa vogliono dire. Cioè se mi dicono spiegami cosa vuol dire io allora vado a tentoni e tiro su una storia di supposizioni e imprecisioni. Mi piacciono le parole e allora trovo questa da cartisea se clicchi. La parola era Vagheggiare e proviene dal Leopardi in questo caso dalla poesia "Aspasia", dai suoi canti e dice "Pari alla donna che il rapito amanteVagheggiare ed amar confuso estima..."Vagheggiare da vago, mirare con dilettosa compiacenza, aspirare con desideriovagheggiare[va-gheg-già-re](vaghéggio, -gi, vaghéggiano; vagheggerò; vagheggerèi; vagheggiànte; vagheggiàto)A v. tr.1 lett. Vagare con sguardo intenso, appassionato su qualcuno o qualcosa che si ammira, si ama, si desidera: v. il volto della donna amata; v. le stelle in cielo; resta intere ore a v. lo stupendo panorama‖ estens. Corteggiare: essendosi avveduta che un giovane ... la vagheggiava, discretamente con lui s'incominciò ad intendere Boccaccio Sinonimi: agognare, desiderare, illudere, invocare, sognare, accarezzare || Vedi anche: anelare a, aspirare a, bramare, volere, sbavare per, smaniare per, ambire a, appetire, sperare, sospirare, far castelli in aria, illudersi, immaginare Vagheggiare..Il suono ha qualcosa di distratto, di indolente, simile piu al vagolare che al vagare di pensieri, passioni, seduzioni. Mi da l’idea di una parola che non sa quel che vuole. Parola imprecisa mi suona, che si dilata e si perde, che si stordisce ripetendosi da sola. Come si annusasse il profumo spruzzato sul polso. Mi piace ascoltarle le parole e, se provo a ripetermela, c’e quella doppia G che, nel pronunciarla si estende e pare averne quattro o cinque. Antipatia di fondo. Fondamentalmente contemplativa, si mostra, si pone, suscitando vertigine per il contemplarsi. Narcisistica dunque. Vagamente, come un bambino viziato, che non sa cosa vuole ma lo chiede insistente. Personalmente non mi piace, mi sa di svenimenti, di quelli che un tempo andavano di moda, quelli per cui lasciavi il tempo al malcapitato di reggerti. Svenevole dunque, certo capricciosa, come quei fazzolettini che le signore tiravano fuori dalla manica per far cadere, affinchè qualcuno li raccogliesse porgendoli. Le è caduto il fazzoletto signora. Oh! Ha una desinenza piu che dandy, snob. Mi par di vederla l’espressione del viso di chi la pronuncia. Parola di vuoto diletto, che ancheggia ma che poi, allontanandosi si storce la caviglia sull’alto tacco. Mi si perdoni per il vago fastidio che essa mi trasmetteA Cartisea, che la parola piace mi scrive: 
Vagheggiare spiaggiare il peso aggiunto abbandonare le zavorre dei pensieri Vagheggiare con la noncuranza del sapere a tutti i costi se si approderà Privarsi degli strumenti di navigazione il vagheggiare si trastulla con la fantasia il desiderio amoreggia infinitamente