Invidio il vento

Lungo la riva le donne strappavano iris dai loro vestiti


  Rompia altaresLa madre en el cueloHisterica,ordenando piezas de vingenesarrastrada, addolorita. A la calle vasos aguasflores marchitas decapitadacon certo placer:tablasvelasfondo(Luis Caros Suarez)Epilogo seraleIl vino addormentato sulle coppeCorpi che sognavano primavere violente,donne stese sul profilo d'acqua.A festa finitasolo la madre restava in strada. Raccoglievo gridandoi pezzi della bambina rimasti per terra:riordinavo  i fiori molli,i pezzi di cibo e le candele.Lungo la riva le donnestrappavano iris dai loro vestitiLi lasciavano cadelle nell'acquaQualcuno accendeva le luci sul viale.La madre ricomponeva i gestiRaccogflieva l'ultima iconasotterrvava gli occhi muti di una bambolaSedute nell'ombra le donne preparavano la cenale gole dei polli battevano nelle loro mani.Il nano leggeva un libro di storiaNon si sentiva i passeri urlare nel cielo,volare in cerchio sopra i fuochi.Venivano verso la casa, venivano in moltiNessuno era piu solodella parte animale del fauno, della sua anima d'uomoDaniela RaimondiIo non so cosa voglia dire però del tragico il mistero s'incrina la carne, la spolpa, la riordina in pezzi. Anche se ti sai fermo le senti quelle parole ed è un transito, fluttuazioni dolenti. " Raccoglievo gridando i pezzi della bambina rimasti per terra:" Ecco, ti par niente? La parola che rotola via, che va ad avvolgersi altrove, piu in la di dove leggo io, addensandosi in un grumo che poi lo sento nel petto s'allarga. Non ha niente a che fare con la mia coscienza questa poesia. E' in altri strati sotterranei, scuri e arcaici, dove va a scavare. E scavi a che fare da me? Non voglio si sappia, che io debba sapere, non è questo, non è la verità che cerco ma tu, dilla la tua. A me basta mi sfiori. Non voglio sapere chi era quella bambina ma tutti, prima o poi l'abbiamo sentita, fatta a pezzi, anche ora posso sentirlo ed io, di pezzi devo averne bene lasciati in giro. Son quelli che sento tu richiami. Ma non voglio vengano riordinati..... no! Lascia stare và. E' una storia, una vicenda che accade in qualche posto del sud america. Donne dipinte da Frida Kahlo, un erotico dolore, colmo d'epos e di mistero natura e techne si avvitano assieme, poesia che diventa teatro.Ho questa idea della danza teatro, come della poesiache non so cosa di preciso sia. Un pò come l'amoreNe scrivono tutti, son mazzi di rose, castagne,  furore.Sarà pure da ragionarci fin che si vuole a parlar di ste robe.E' finzione, che mica uno davvero sta la a dir le sue cose.Di quello che ha passato, roso, assetato, bestemmiatoinfranto, maledetto, ubriacato, goduto, impazzito no?Allora si inventa e nasconde quel che non puo dire:ci mette un po di vero e un po d'inventato, nelle poesie:Il poeta ha pudore, ha riguardo per le sue cose.Te le viene a raccontare a te cosi? mette nomi e cognomi?No, ricorre a dei simboli, a suoni e parole evocativiche ti lasciano immaginare, intuire, predare.Non so chi ha detto come fa il poeta con i rigattoniAllora nella poesia mettiamo parla dei rigattonidei rigattoni mettiamo con il puzlapp, mettiamo.Il puzlapp mica esiste, però i rigattoni siMessi assieme dal poeta, rigattoni e puzlappfanno qualcosa di crediile. Ci si vuol credereIl poeta è sensibile e delicato a parlar d'amore e di altroNon è che ti faccia capire tutto proprio.Qualcosa sempre cela, nasconde, ti lascia l'odore, il profumoDa cosa sà questo? tu pensi. Senti che assomiglia a qualcosa.Allora la poesia è cosi, una cosa che puo anche essere Questi ragionamenti qua, senza arte ne parteson cose che mica le direbbe cosi Roland BarthesSono discorsi di estetica, di filosofia, di poesiache si possono tirar su al bar, ragionando basso.Io credo profondamente al pensare tipo come fossero frattaglieScarti del linguaggio. Insomma si puo fare di tutto. Al bar