Invidio il vento

Zanzotto, un ragazzo della palude


  «Per quanto la curva si allarghi fino a comprendere l'universo mondo, ogni suo punto è in rapporto costante con l'origine, con un luogo." Dietro il paesaggio.Ad un certo punto è andata cosi, che io il paesaggio lo guardavo si, difatti il paesaggio sta proprio in questo, in quel che vedi. Come dire che, se sei dentro un'osteria vedi il paesaggio osterico, se sei lungo un fosso vedi com'è preso e che ci sta a fare la, lungo una strada e ne ammiravo certi, del come si perdevano dritti quasi a forare l'orizzonte in fondo, tenendo in parte campi e pioppeti. Fondamentalmente il paesaggio lo contempli, stai la, come in riva al mare a guardar le barche e pensare a cosa mangiar stasera, oppure lo contempli attribuendogli una descrizione, delle parole che riescano a possederlo e trasmetterne l'idea sensazione che ti dava. Io una volta non ci badavo alle descrizioni, al come veniva descritto un ambinete, un paesaggio nei romanzi; saltavo pagine, non me ne fregava un tubo di fronde mosse dal vento e del loro bisbiglio.Seguivo in filo che ho in mente. Del come Zanzotto proprio mi apra una nuova dimensione ad un certo punto. Prima il paesaggio si, lo guardavo, come tutti, ammiravo pure ma poi, andarci dentro, possederlo è un'altra cosa. Allo stesso modo un cacciatore, un pittore di paesaggi, un fotografo, uno che va a farsi un giro in bicicletta. Poi devo mollare qua e non finire il mio ragionamento ma devo andare proprio e volevo mettere qualcosa fuori di mio su Zanzotto ma non faccio in tempo e metto questo post provvisorio.Viveva in un posto che si puo vedere anche cosiPieve di Soligo, veduta aerea