Avevo un'amica a Milano. Mi regalò un cd. Lo misi sù tornando a casa in macchina. Prima mi spiegò che era molto particolare ma che a me sarebbe piaciuto. Lei teneva delle trasmissioni a Radio Popolare. Un'esperta. Questo è uno di quei cd che definirei cult. Che non hanno in molti. In pratica questo Gravin Briars, nel 71, mentre girava per Londra, filmando gente che viveva per strada, per delle riprese che dovevano servire per un film, trovava dei tipi che, in genere ubriaconi, quando si vedevano ripresi si mettevano a cantare. Cose cosi, pezzi di opere, canzoni sentimentali. Uno di loro, uno che non beveva si mise a cantare una canzone religiosa, “Jesus’ Blood Never Failed Me Yet”. "Il sangue di Gesù non mi ha mai tradito. Una breve registrazione. Un ritornello. Gravin Bryars lo risentì a casa, poi. Quella voce lo colpì. Portò il nastro in una sala di registrazione e ne fece un loop, registrandolo su una bobina e, mentre registrava il nastro, uscì. Quando tornò erano tutti la che ascoltavano ipnotizzati e commossi questo brevissimo brano. Il potere emotivo della voce. Allora cominciò ad aggiungerci della musica, un'orchestrazione in crescendo, diversa per ogni pezzo ma sempre lo stesso ritornello. Non a caso fu Brian Eno il primo a produrlo e volerlo. Sul momento, mentre correvo in autostrada ne rimasi deluso. Spensi il cd. Mi fermai ad un autogrill perchè mi veniva sonno. Quel ritornello però mi echeggiava in testa. Quando risalii in macchina lo rimisi su. Lo ascoltai fino a casa, ininterrottamente. Milano-Treviso. Attraversai paesaggi che non avevo mai vissuto ne visto a quel modo. Quel loop. Il canto di un uomo semplice, dolcissimo e colmo di fede speranzosa. Non son tanto le parole, la sua fede. E' la sensibilità di un animo. La bellezza e poesia dello spirito. Dura settantadue minuti questo cd e quella frase si sentirà centocinquanta volte. Non ti stufa mai. Dentro quel vuoto, una voce, gli occhi che si chiudono, la solitudine. Non c'è alcuna retorica. Una semplice testimonianza. La semplicità di un canto nel freddo della strada. Pian piano scalda anche te, ti fa compagnia, come un braccio attorno ad una spalla, la canti assieme. Io gridavo in macchina cantandola con lui. Mi sono commosso che, uno dovrebbe vergognarsi un po a dirlo qua. Non è un cd che puoi ascoltare spesso, però ti rimane nel cuore per sempre. Quel tipo la, il barbone, poi Gravin Bryars, tornò a cercarlo. Voleva mostrargli il disco, la sua voce. Gli dissero che era morto.
Jesus blood never failed me yet
Avevo un'amica a Milano. Mi regalò un cd. Lo misi sù tornando a casa in macchina. Prima mi spiegò che era molto particolare ma che a me sarebbe piaciuto. Lei teneva delle trasmissioni a Radio Popolare. Un'esperta. Questo è uno di quei cd che definirei cult. Che non hanno in molti. In pratica questo Gravin Briars, nel 71, mentre girava per Londra, filmando gente che viveva per strada, per delle riprese che dovevano servire per un film, trovava dei tipi che, in genere ubriaconi, quando si vedevano ripresi si mettevano a cantare. Cose cosi, pezzi di opere, canzoni sentimentali. Uno di loro, uno che non beveva si mise a cantare una canzone religiosa, “Jesus’ Blood Never Failed Me Yet”. "Il sangue di Gesù non mi ha mai tradito. Una breve registrazione. Un ritornello. Gravin Bryars lo risentì a casa, poi. Quella voce lo colpì. Portò il nastro in una sala di registrazione e ne fece un loop, registrandolo su una bobina e, mentre registrava il nastro, uscì. Quando tornò erano tutti la che ascoltavano ipnotizzati e commossi questo brevissimo brano. Il potere emotivo della voce. Allora cominciò ad aggiungerci della musica, un'orchestrazione in crescendo, diversa per ogni pezzo ma sempre lo stesso ritornello. Non a caso fu Brian Eno il primo a produrlo e volerlo. Sul momento, mentre correvo in autostrada ne rimasi deluso. Spensi il cd. Mi fermai ad un autogrill perchè mi veniva sonno. Quel ritornello però mi echeggiava in testa. Quando risalii in macchina lo rimisi su. Lo ascoltai fino a casa, ininterrottamente. Milano-Treviso. Attraversai paesaggi che non avevo mai vissuto ne visto a quel modo. Quel loop. Il canto di un uomo semplice, dolcissimo e colmo di fede speranzosa. Non son tanto le parole, la sua fede. E' la sensibilità di un animo. La bellezza e poesia dello spirito. Dura settantadue minuti questo cd e quella frase si sentirà centocinquanta volte. Non ti stufa mai. Dentro quel vuoto, una voce, gli occhi che si chiudono, la solitudine. Non c'è alcuna retorica. Una semplice testimonianza. La semplicità di un canto nel freddo della strada. Pian piano scalda anche te, ti fa compagnia, come un braccio attorno ad una spalla, la canti assieme. Io gridavo in macchina cantandola con lui. Mi sono commosso che, uno dovrebbe vergognarsi un po a dirlo qua. Non è un cd che puoi ascoltare spesso, però ti rimane nel cuore per sempre. Quel tipo la, il barbone, poi Gravin Bryars, tornò a cercarlo. Voleva mostrargli il disco, la sua voce. Gli dissero che era morto.