Invidio il vento

Chi è questa persona umana?


Mario Pellegriniallo spazio espositivo il "Battito d'ali"via Municipio, Treviso
Chi è questa persona umana? E' scritto:Auto ritratto di Pellegrini-MarioHo- fatto otto mesi e-mezzo di-lavoro-vorrei-sposarmi emettere -al-mondo dei bambiniVorrei fare il padre -o- la- madreA me piacciono un sacco questi disegni qua di Mario Pellegrini.Non è un artista vero e proprio. Diciamo che è un artista incolume all'arte. Nel senso che non ha una cultura in questo senso. Come un bambino che fa i disegni sopra il tavolo in cucina. Esprime dei pensieri semplici, disarmanti. Il disarmante è concetto che suscita tenerezza. Sollecita un'empatia verso questa dimensione a cui si è tranciato il cordone ombelicale. Un mondo affettivo infantile, dove l'adulto "normale" si vergogna ad esprimerlo a quel modo, immaturo. Questa induzione alla regressione, esercita un desiderio, la voglia di giocare. Pellegrini si fa poeta e dice cose per cui noi proveremmo vergogna, eppure è un mondo fantastico che riconosciamo, e lui esprime il desiderio di essere creciuto. Il suo è desiderio di definirsi.Non ho premesso che Pellegrini, come altri che verranno, fa parte de quella marginalità sociale, dl disagio psichico e, queste esposizioni nascono dagli atelier d'arte dei centri diurni, dalle comunità o dalle carceri. Knunk outsider art, l'hanno denominata, oppure Art Brut.Fa cose d'altronde che creano anche chi una cultura d'arte ce l'ha, che ha fatto una scuola ecc. E' arte concettuale no? Esprime concetti, anche se basilari, primitivi. Desideri, aspirazioni, conformazioni. 
Tentativi di conformazione che, se accettati in questa dimensione dell'arte, dall'altra, questi desideri diciamo, la società "rispettabile" li trova fastidiosi se inseriti in una sorta di vicinanza al proprio territorio. "Il gioco, nel bambino, esprime il desiderio di essere cresciuto. Lo prende molto sul serio il suo gioco, anche se sà che è un'invenzione. L'adulto invece, non potendo giocare, fantastica." (Freud, piu o meno). La stessa cosa la fa il poeta. Manifesta desideri ad una realtà insoddisfacente. Poi, tutto questo, è ritenuto poco serio, se non nello svago, nei perdi tempo e quà, nei blog.Ripensare, rielaborare la realtà, è un gioco: fantasticare.La vita è piu bella, dice Pellegrini, da quando disegno (sei anni).Ma è la stessa roba di esporre disegni dell'asilo o delle elementari. Knunk outsider.
  UNA - BELLA - PERSONA E' UNA PERSONA INTELLIGENTE CHE SA FARE TUTTI I LAVORI E - CHE HA FAME DI BISTECCHE E - BRACIOLE  E F  GA  
C'è scritto:Io disegno prevalentemente persone umane,anche se non sò chi siano: QUESTO POTREI ESSERE IO POTRESTI ESSERE TU OPPURE LUI OPPURE LEI OPPURE VOI INVECE E' ADRIANO CELENTANOChi lo fa disegnare, in quella comunità, ha detto:.Ricordo in modo più vivo il primo disegno che ha fatto. Questo disegno si presenta un po’ come un’eccezione in tutto il percorso di Mario, nel senso che non ha mai più fatto disegni simili. Questo disegno è composto da quattro figure scollegate tra loro. A sinistra del foglio c’è un autoritratto a figura intera di Mario e sopra la maglia si possono intravvedere dei seni femminili,  sulla fronte c’è la lettera R, di Pelleg-R-ini, mentre il naso assomiglia ad una M, di M-ario appunto, naso a emme che diventerà una costante. Nella parte centrale è raffigurato suo padre che fa l’amore sopra un crocefisso, la cosa interessante è che il corpo esce dalla parte alta del foglio, risultando decapitato, ma la testa ricompare sotto nella parte bassa in linea con il collo nella parte superiore del foglio, non so se mi sono spiegato. Scompare da sopra ma ritorna da sotto, scombinando la logica comune di composizione della figura. Questo per dire come per Mario la logica sia un fatto personale e non per forza qualcosa di comune al quale attenersi per forza. Poi in alto a destra c’è Mario che si masturba, e questo atto viene raffigurando il particolare anatomico. Ricordo che quando gli ho chiesto cosa rappresentasse questa parte del disegno Mario me lo ha spiegato facendosi una grossa sganassata.  Infine, in basso sempre a sinistra, il sogno, la mitica e ambitissima Fiat 127 verde.