Invidio il vento

Narimi narimi


Dal diario di quel 3 marzo, alla stazione avevo comprato due libriL'altro era "Lo stesso mare" di Amos Oz.Al bar della stazione, scrivevo una nota.Leggevo a quel tavolo tondo davanti al banco.Sul tavolo lo spritz della stazione di Mestre.Tra i piu buoni che si possano bere in giro.Di fronte una colonna, di fianco un cartellone.Sul frontespizio ho scritto la data, il luogo edove andavo. Poi apro il libro a caso,faccio sempre cosi, e prendo una frase.Un gioco, come fosse un oracolo.Faccio roteare gli occhi sulla pagina, poi li faccio cadereLe parole erano "..astuzie e segreti.."Saranno le parole che scrivo.Poi continuavano cosi:"..di donne aggraziate concimaia coperta di teli di velluto, risa soffocate ghigni di vicine ghigni di zie che ammiccano accarezzano acide adagio adagio le tendono sopra una rete serica, trame di donne che intrappolano incatenano in un intrico di bava di ragno esile e diafana, adagio adagio iniziano a segreti di congiura, impasti di menzogne montagne di cuciture, sadalizio malizioso contro il sesso maschile, combinazione di antichi stratagemmi profumi delicati, monili unguenti, occgi occhi malocchio. Nadia ricorda una bambina prigioniera nell'angusto sacrario di un culto femminile, regole di decoro regole di mestruo regole di senno virtù di candore e malizia, cipria e creme, l'indole maschile che bisogna imparare tanto a svegliare quanto a spegnere...ecc ecc"Questo libro lo inizierò al ritorno.
 Usignolo"Nadia Danon: poco prima di morire un usignolo su di un ramo  l'aveva svegliata. Erano le quattro di mattina, prima ancora che  fosse luce:Narimi narimi diceva l'usignolo...... Le  lastre parlano chiaro. Guardi lei stessa: nessuna metastasi.....Quattro di mattina prima che sia luce: Nadia Danon comincia a  ricordare. Formaggio di capra. Un bicchiere di vino. Uva. Fiato  di sera lento sui colli a Creta, sapore d'acqua fresca, un pino che  stormisce, un'ombra di montagne che si posa su tutta la  pianura. Narimi Narimi cantava l'usignolo, laggiù. Ora mi  siedo e ricamo. Prima che sia mattina avrò finito."pag.2 Narimi narimi...il giorno dopo al lavoro, mi veniva in mente il canto dell'usignolo. Narimi narimi, sempre in testa. Una piacevole ossessione. " poco prima di morire un usignolo su di un ramo  l'aveva svegliata. Erano le quattro di mattina, prima ancora che  fosse luce:Narimi narimi diceva l'usignolo.E ripetevo questa frase a memoria. Narimi narimi è il suono del canto dell'usignolo, dicevo a chi mi chiedeva, dicendo poi  "..poco prima di morire un usignolo su un ramo l'aveva svegliata. Erano le quattro di mattina, prima ancora che fosse luce. Narimi narimi diceva l'usignolo". Nadia Damon non riusci piu a finire quel ricamo. Ricompare ancora, in qua e in la nel libro, come un loop, quel narimi narimi a lei poco prima di morire. Narimi, narimi,... andavo il giro la al lavoro, con aria svagata  e rapita, dicendo "...poco prima di morire un usignolo ecc." Come una nenia ossessiva e ipnotizzante . Anche adesso che l'ho finito quel libro, questa frase mi viene in mente. Poi andrà a rintanatsi in qualche anfratto scuro nella mente. Potrà rimanere la anni e anni. Poi, un giorno sentirò qualcuno dire Narimi narimi. E io lo sposerò.  canto notturno dell'usignoloNarimi, narimiNarimi narimi è il segreto che sta dentro la parolaDentro stà il suono di rimani, risuonaNarimi è una gemma dai riflessi di diamanteRimani narimi fino alla luce di domaniNarimi è la luce della luna prima del mattinoche il suo canto invoca e sfiora; Rimani.Dammi la mano. Andiamo a casa ora, Narimi.In quel mattino dove, dalla gemma alla fogliaun volo perfetto di ala ogni mattina luce sfioraGli usignoli maschi conoscono piu di duecento strofeAlla notte diversi dal giorno i loro repertoriL'usignolo un giorno prese nel becco un tuo capelloE' impastato ora con fili d'erba e bastoncini nel suo nidoNarimi è quel canto che ingravida l'aria che respiriNarimi è Rimani fino alla luce di domaniNarimi è sete, lo sbalzo, la tanaNarimi son perle di neve, l'abbaglioUn soffio improvviso. L'aspirazione anticipataNarimi è fiore, narimi è doloreche accoglie col tutto nelle sue venatureNarimi ritorna, ripete la luceRimani lei canta, tu nasci.Narimi sa saltare dal ramo, con fede buttarsi . E' una forza che prega colori, la luce sostiene. Rimani. Rimane nel timbro di voce sottile che alla sera richiama della paura il silenzio a lavare. Narimi è potenza minuta della notte, la rima finale.. Narimi non si lascia bastare, non si lascia rimanere mai. E' un biancopianto di ultime note soffiate sotto la porta la sera che chiude, un lamento disteso che cresce perchè il giorno muore. Narimi lo sa, indica e chiama. cantando rimani, inchinata distesa Chiamando piange, afferra la tua mano, dentro il destino, narimi avvicenda le vite, ti stringe  giurando una promessa, narimi è solo vita.Questo è tutto quello che al mondo si sà di Narimi, il canto dell'usignolo