Invidio il vento

la spilletta


Me l'ha mandata dentro una busta riciclata.Non carta riciclata ma una busta già usata.Anche il bollo. Un cartoncino piegato, attaccato con lo scoch.Era dentro uno dei due libretti. Aveva scritto Pin per di fuori. Dentro il cartoncino c'era la spilletta. Una spilletta con scritto Edizioni Innesto Irreale.In mezzo alla spilletta un logo. Chissà come gli vengono in mente i logo a chi li fa? Devono essere misteriosi? Un logo non è mai logorroico. Una rappresentazione simbolica. Un marchio. Riconoscibile. Dentro la busta, c'erano anche due pubblicazioni numerate. "Io contro tutti" e "Corro veloce per non vedere". Che sono titoli che rendono l'idea. Lui si fa chiamare ègo_tek. Anche questi, i inck, chissà come uno se li sceglie, attraverso quali gradi, concatenazioni, analogie.Potrebbe essere che lui si sente o vorrebbe un ego, scuro, duro come il teck, un legno che va bene per far i gradini che vanno su in camera. Non lo so. O magari era un'insegna, lungo la statale, di un'azienda, a Gattinara. Vai a sapere.Sono fanzine, quelle che ègo_tek mi ha mandato. Era roba che andava quando ero giovane io. Roba underground, da specialisti dilettanti, psichedelia, racconti, storie, musica indie, oppure anche nel punk, o fumetti, roba cosi. Fanzine che giravano solo tra appassionati. Un fenomeno interessante, le
fanzine. Ne avevo stampate anch'io. C'era il ciclostile allora. Insomma, come ci arrivo ad ègo_tek? Un pomeriggio, in mezzo gli appennini, arrivo per caso in una radura, un capannone abbandonato, un murale, bellissimo per me. Metto un video, lui lo viene a sapere. Ecco! Le spillette poi, anche allora, andavano forte tra quelli che erano appassionati di fanzine. ègo_tek è uno che fa anche mail art. E cosi parto a farla anch'io, con il Prometeo.L'ho disegnata ieri con una biro e un colore che avevo la, al lavoro. L'ho copiata da un giornale. Mail-art eh? Adesso penserò ad un logo. Vediamo come va. Intanto la spedisco a qualcuno.«Perché la ruvida sabbia non sciupi la testa anguicrinita,egli rende soffice il terreno con uno strato di foglie, vi stende sopra dei ramoscelli nati sott’acqua e vi depone la testa di Medusa a faccia in giù».(Ovidio)"Per tagliare la testa di Medusa senza lasciarsi pietrificare, Persseo si sostiene su ciò che vi è di più leggero, i venti e le nuvole; e spinge il suo sguardo su ciò che può rivegliarglisi solo in una visione indiretta in un'immagine catturata in uno specchio" (Calvino)Per me, questa, è l'immagine del poeta