Poco dopo le otto.C'e una malagrazia nel tirar su le persiane la mattina. Che tu sei la tranquillo assorto sul balcone, con la risacca nella battigia dei pensieri, e la persiana di fianco vien tirata su in malomodo, a strapposecco, che la senti lacerata si spacca, resiste poi urla, ed è un urlo di plastica, uno strakk secco, poi non senti ma listarelle marron, una all'altra congiunte, a regolar le luci e le ombre e la dallo scuro che c'era di dentro la stanza, lo senti anche il giorno di fuori lagnarsi che pigro a quell'ora deve affrettarsi a buttar anche lui luce dentro dove prima era buio e me lo vedo che prima un bel pò irritato la luce dentro la stanza non gliel'ha riversata all'istante ma ha aspettavo e la Loredana di la energumena spiccia donna che quando le ha alzate per un istante e più è rimasto buio come fossero ancora calate Non sa che le persiane sono le palpebre della casa ? E che la casa poi, o solo in quella stanza, fa regnare il malumore e si pone il dirupo, non lo sa? Non lo sa che la luce nasconderà munizioni sotto armadi e como'? Alzale piano e con grazia te le tapparelle sai amore mio.Delle persiane non ne parla mai nessuno, almeno a cercare nel web, se non per vendere, insegnarti ad aggiustare. Nessuno prende il considerazione le loro palpebre, lo sbattere che sanno fare di ciglia, le minuscole feritoie, i bacini leggeri alla luce, il riparo alle tempeste, alle spade infuocate degli angeli vendicatori, allo schiantarsi sui vetri dei corvi.Il pomeriggio poi, stando sotto alla pergola, là con un libro (1), nella casa oltre il giardino, vedo l'anziana signora affacciarsi al balcone che da sulla terrazza. La sua testa muoversi con circospezione: una lenta occhiata di quà e di là. poi afferrare il balcone con dita artrosiche e nodose e avvicinarne i lembi, quasi fossero palpebre e accostarli con premurosa cura. Poi si è sentito il cardine di ferro girare con un lieve cigolio, che era più un sospiro del meccanismo che un lamento. Insomma a me quella è parsa poesia del gesto, la grazia, che se uno sà vederla, delizia. Rende lo spirito come preghiera. Pare lenire, rendere in pari. Dare armonia.
Le tapparelle di Magda Szabò
Poco dopo le otto.C'e una malagrazia nel tirar su le persiane la mattina. Che tu sei la tranquillo assorto sul balcone, con la risacca nella battigia dei pensieri, e la persiana di fianco vien tirata su in malomodo, a strapposecco, che la senti lacerata si spacca, resiste poi urla, ed è un urlo di plastica, uno strakk secco, poi non senti ma listarelle marron, una all'altra congiunte, a regolar le luci e le ombre e la dallo scuro che c'era di dentro la stanza, lo senti anche il giorno di fuori lagnarsi che pigro a quell'ora deve affrettarsi a buttar anche lui luce dentro dove prima era buio e me lo vedo che prima un bel pò irritato la luce dentro la stanza non gliel'ha riversata all'istante ma ha aspettavo e la Loredana di la energumena spiccia donna che quando le ha alzate per un istante e più è rimasto buio come fossero ancora calate Non sa che le persiane sono le palpebre della casa ? E che la casa poi, o solo in quella stanza, fa regnare il malumore e si pone il dirupo, non lo sa? Non lo sa che la luce nasconderà munizioni sotto armadi e como'? Alzale piano e con grazia te le tapparelle sai amore mio.Delle persiane non ne parla mai nessuno, almeno a cercare nel web, se non per vendere, insegnarti ad aggiustare. Nessuno prende il considerazione le loro palpebre, lo sbattere che sanno fare di ciglia, le minuscole feritoie, i bacini leggeri alla luce, il riparo alle tempeste, alle spade infuocate degli angeli vendicatori, allo schiantarsi sui vetri dei corvi.Il pomeriggio poi, stando sotto alla pergola, là con un libro (1), nella casa oltre il giardino, vedo l'anziana signora affacciarsi al balcone che da sulla terrazza. La sua testa muoversi con circospezione: una lenta occhiata di quà e di là. poi afferrare il balcone con dita artrosiche e nodose e avvicinarne i lembi, quasi fossero palpebre e accostarli con premurosa cura. Poi si è sentito il cardine di ferro girare con un lieve cigolio, che era più un sospiro del meccanismo che un lamento. Insomma a me quella è parsa poesia del gesto, la grazia, che se uno sà vederla, delizia. Rende lo spirito come preghiera. Pare lenire, rendere in pari. Dare armonia.