Invidio il vento

Di cosa parliamo?


Un mondo liquidoaderente come pelle, acquaparlare pare difficile, come nel clorola parola si disinfettaCi capiamo? 
La aprola eovca rilfessi riluecntismaglia e ammalia, poi ricuce.Io parlo da qua sottodi tutto quello che tra migliaia e mille ancorami ci è voluto per capire se ci è o ci fàe cosa si confà al mio desiderio e se sei tu tra le millemila combinazioniche si incastraro e rimuovono e riprovarciripartire  e tutte quelle casuali coincidenzecome una castagna per terra da calciareun'amatriciana, un libro sui dettaglie cosa porti a chi e dove e come farenon son neanche ricerche che uno faresta enigma magma missteriodel perchè mai del desiderio del te o un'altrache sei niente prima sagoma forma aria boccaoppure anche solo per le tette o io oh che bel culoper i capelli, per come cadono sugli occhi delle volteper gli occhi piacciono dopo sempre tutti è uguale anche bruttirutti come? Ma allora cos'è che amo? quale parte se tu resti? Magari come tagli o tieni l'unghiaquel collo sottile, o le rughe , un dente un po stortoil modo che hai quando fumi, gli occhi quando si fanno piu chiari. Non c'è precisione, non si da dire, non c'è un esattamente questo o quest'altroAllora come sotto l'acqua si sfocaLe parole bolle d'aria che escono e rimangono la sola traccia enunciabileanche se spesso solo un fallimento linguisticole parole (simurgh) ( foto di Bill Viola)Samaritane le parole all'orlo di quel pozzo in ora sestaCaldi del cammino,giuntici dissetiamo senz'acqua come mai avvenne primaParole si fanno d'acqua che non si beve e dura come cibo che non si mangiaHo sempre creduto prima di togliermi la sete,bevendo,cibandomi la fameCome mai con te mi basta il cuore?