Invidio il vento

Calmati Vincent


Ogni settimana un'illustrazione d'autore sulla copertina de "La Lettura", il supplemento domenicale del Corriere. A me, questa quà è sempre rimasta come un'effige nella testa.Questo abbraccio simbolico che quel Jori vuol tornare a fare, immaginando che sarebbe stata la cosa migliore .  Un modo di tenersi insieme quando l’abbraccio rinsaldante dell’altro viene meno e il rischio della disintegrazione si fa terrificante, concreto. L'illustrazione dell'afflizione sollecita una propria dignità, la rivendica, s'impone e pare chiedere di apparire ancora, agli occhi dell'altro, prima di ogni altra cosa, di essere considerato ancora un uomo. Di essere degno, di non essere ignorato, per non morire veramente. Questa è la supplica che nello stringersi espone. Thea Crudi
Il Vincent sarebbe Van GoghVan Gogh si è appena tagliato l'orecchio.E' sconvolto e completamente solo,perso nel suo universo tormentato.Stringimi Vincent, stringimi.Non ti lascerò solo. Fermati!Non dire niente. Non serve. Una sera d'invernocome certe anime sannosi fà buio presto, dentro un buco profondoil gelo ti asserragliain una trincea presa d'assaltoIl cielo blù cobaltoforato dall'orsa Maggiore.Nembi che srotolano appuntitisulla carne incidono lobie vorrei recitare dei misererenei campi di grano della Provenza.Quando Vincent sentiva la bestia arrivaresapeva bene cos'era.Per questa si sentiva ogni volta umiliatoPer questa bisognava ogni volta doversene scusare. Una bellezza tragica e umana, l'abbraccioA suo modo un'incanto che sgorgae puoi chiudere gli occhinella fragile verità delle cose. Ignorarlo, sfuggirlo sarebbe crudele.Un'afflizione privata, scacciata, riaccolta.Uno sguardo cruciale che neanche s'incontra.Meglio non vederli quegl'occhigirati di la, persi nel niente.Gli occhi di Vincentti seguirebbero ovunque. 
                "Nulla è mai stato scritto o dipinto,cosrtruito o inventato,se non per sfuggire all'inferno."(Antoninb Artuad)