Ha una faccia cosi. Non è che uno lo vedi e dici guarda che faccia da poeta che ha quello.Che maglioni si mettono i poeti? Quelli larghi, di lana grezza, finlandesi? Trasandati, da stare sulle scogliere a contemplare lo schianto delle onde sulle rocce di sotto. O il vento della taiga sulle betulle? Non come quella la che si è preso. Ha questa faccia costipata, da uno che si tiene dentro l'aria, che gli fà i brontoloni, che fin da piccolo ha provato a dirle le cose, però poi lo guardavano male, o sgomenti per quel che diceva. Insomma, lo vedi che è cresciuto con delle disfonie, con quelle che Freud chiama Unheimliche, il perturbante. Però poi. per quel che leggo, mi pare se la sia cavata con humor e perturbante ironia. Hanno qualcosa questi russi, secondo me, di sorprendente. Come ogn'uno che nasce nei pressi.
Aleksandr Kuljachtin e l'Unheimliche, il perturbante
Ha una faccia cosi. Non è che uno lo vedi e dici guarda che faccia da poeta che ha quello.Che maglioni si mettono i poeti? Quelli larghi, di lana grezza, finlandesi? Trasandati, da stare sulle scogliere a contemplare lo schianto delle onde sulle rocce di sotto. O il vento della taiga sulle betulle? Non come quella la che si è preso. Ha questa faccia costipata, da uno che si tiene dentro l'aria, che gli fà i brontoloni, che fin da piccolo ha provato a dirle le cose, però poi lo guardavano male, o sgomenti per quel che diceva. Insomma, lo vedi che è cresciuto con delle disfonie, con quelle che Freud chiama Unheimliche, il perturbante. Però poi. per quel che leggo, mi pare se la sia cavata con humor e perturbante ironia. Hanno qualcosa questi russi, secondo me, di sorprendente. Come ogn'uno che nasce nei pressi.