Invidio il vento

Stazioni


 Qua, il presunto poeta, si fa prendere da un testo, da un dir quasi niente, e  allora, anche lui vuole dire la sua su qualche stazione meno nota, ma dove poi, ogni andare partire per poi tornare, transiti di pensieri che hai nelle stazioni e non ti vengono uguali al bar o al supermercato, ti vengono la, dove ci sono i treni e qualcuno che ti aspetta, qualcuno che resta quando poi tu te ne vai
Bratislava"Ora puoi stringere il dono dell'istante, al caffè della stazione,a Bratislava, nell'ora dubbiosa che mescola i treni  e divide,l'arrivo il partire,la sosta l'addio, l'attesa il ritorno,quali stagioni trattieni alla mano, senza smarrire il peso del giorno, vasta misura di brezze penombre, luci fragori,minuti frontiere, solo più largo lo spazio fra i gesti, morbido e lento il vagare dei treni, lasco e cedevole il ferro dell'ora , il sole raggiunge vagoni del sonno, tocca in silenzio le ruggini quiete, varca gli asfalti al risveglio, celebra calme stanchezze d'estate"
L'autore è Giovanni Catelli. Comparso su "La lettura", il domenicale del Corriere della Sera. "Un romanzo in cento parole". E' Bratislava, ma lo puoi scrivere in qualsiasi stazione ferroviaria.  Stazioni
Ci sono istanti che disseminiamoin stazioni di transito, luoghi-non luoghiSenza una biglietteria, uno sportelloNeanche il baretto della stazione aperto. Il tuo corpo pare aver un peso inesplicabile e ogni gesto che compi pare portarti sul punto di prima e ogni suono assorbirsi nelle ossalasciandoti quel straneamento, l'annuncio di un'assenza Una musichetta da un autoparlante messa da chissà chi, pensando allieti. Panni stesi, due binari, una panchinaL'aria ferma sul piazzale, desolata. Lei è andata viaPensando a tutte le ragioni che inducono un ritornoIn quella luce che ti pare farsi strana, transitabilee guardi quelle cose che sosteranno la ancora, dopo di teper qualche ragione che dovranno presidiare e resistereCi si può salvare riconoscendo dei dettagliSei la solo ormai, quando sali. Ed è estate. Fissi il punto lontano delle rotaie lucenti sulla seraSenti ancora i suoi fianchi, come una cerva stesa. Sul treno una ragazza legge" La donna spezzata" Il paesaggio scorre oltre il finestrino contromanoTra gli arbusti lungo la ferrovia una cerva correNessuno se ne accorge che corre via con me
Quello è stato il dono dell'istante, e il tempo si è arreso.Genesis -  The fountain of SalmacisNel testo della canzone la storia s'imprime
Il cacciatore vide tracce di cervaDesideroso di conquistarlaSi ritrovò in una radura che non aveva mai visto prima(Genesis)  E cosi, ogni volta, un viaggio nella sua testa confonde, e si fa strana la luce a quell'ora, la cerva che mi porta in quelle radure del sogno, e la vedo correre tra i rami, gli arbusti e non ha esiti la voce, solo pensiero, immagini veloci che corrono come il treno, e il fiato pare radunarsi e restar senza peso, anche se a volte tornerei indietro per contarli tutti quei fiati mischiati che poi un treno porta via ancora inesplorati.