Invidio il vento

ritagli


"Un'arte lenta, una misura". quella di ritagliar la carta.Disegnare, è  piu appropriato dice, dipingere con le forbici.Tagliare l'aria, liberarla dalla carta, conferendo forme.Minuziosità, il dettaglio, senza peso, come polverel'enigma del visibile, dentro e fuori ogni minuscola misura. Lei è  Karen Bit Vejle   clicca, anche quà
Quando il vuoto contorna d'aria lo spazio che colma.Il silenzio della materia s'intaglia, s'incide, non parlaMinuscoli fruscii, il suono che separa,che svuota l'aria, l'ariaSi ritaglia la vita nei pensieri le forbici, scarta, riduceAttorno quel vuoto noi esistiamo e disegniamo figureIl vuoto o il pieno non ci è dato sapereNon ci è dato sapere se siamo un bordo nell'orloSe della vita tracciamo un qualche contorno Da piccola aveva preso a tagliare le fotoLe prendeva dalle riviste di sua madreUn lavoro minuzioso e lento tagliarne con precisione il contornoCominciò cosiCon le figure, le persone, gli alberi, le case, nuvolecostruiva un suo personale teatrinoSi ritagliano figure per costruire dei sogni
 
 Zac, zac, zazac zacAli di ferroCominciò a tagliare, da un vecchio album di fotole figure di nonne, zie, la sorella, papàzazac, zacli faceva affogare in mezzo al mareForbiciForbiciAli di ferro,ed è cosi che poi ci pensa il sanguegli tagliava le testeNon è quel che tagli che infine importaè sempre quel che restaLe figure ritagliate le infilava poi in un filoLe teneva appese al suo collo esilesotto il vestitino 
Costruiva il suo mondo immaginario tagliando viaCosi incontrò il suo essere che l'abitava nel profondoRitagliava uno spazio per sè, dentro un mondo torvo 
 Arbitrario l'll taglio   commuove di intimita' la tragressionela curva del collo che sanguina e mancamettici l'aria tu dici le dita negli occhi scomponicolora l'll dolore l'll cucito...la terra bruciata scrive i suoi vuoti,i sogni andati altrove  a morire Un uomo ritagliava giocattoli ai nipotini Aveva 80 anni l'll bambino sapiente e scapestrato che  costruiva disegni tagliando le carte del circo mangiatori di fuoco, acrobaticlown e bestie ferociTagliava l'istinto la forbice come l'll  colpo d'ancia del sax di Bechet Frange,virgole sincopate...come Stravinskij  trine  scendevano in gola  come Ravel ZacZac come i guizzi tagliati di Boris Vian A proprio rischio e pericolo quello che va,cosa ne resta la schiuma dei giorni....la verita' penetra nelle figure a misura le mani  serve e contorna  al vivo ritaglia lo sterno  cesella l'll malleolo divarica l'll foro alla nuca di getto  vuota la mente di carta La freschezza dell'istinto non conosce trucchi,non colleziona perditeEppure"Tocco la terra, madre della mia ombraAttraverso vi corre un bimboinfaticabilmente immaginato. "Ne ritaglio la corsale gridale note di un cantoritagliodevozioninella meccanica dei fluidianche un pianto