Invidio il vento

specchi


  C’è orrore e inganno negli specchiNon lo sa la gente che passando davanti si rimiraSabato mattina ch’ero dentro l’ho sentito il tonfoUna fagiana che avrà pesato due tre ettiingannata dal riflesso di un cielo impenetrabile“dove finisce e inizia, inabitabile”Chi siamo, come siamo lo specchio non lo mostraMostra un doppio; inganno e apparenza.“..specchio che copial'altro azzurro nel suo profondo cieloche a volte riga l'illusorio volod'uccello inverso o agita un tremore”(Borges)L’illusione si amplifica nella morte il paradosso
  Dove lavoro i vetri sono a specchio. Dopo il colpo che avevo sentito ho guardato fuori. Ho visto due gazze avvicinarsi saltellando alla fagianella. Con il becco cercavano di spostarla. Poi devono avermi visto e si son allontanate.  Ho pensato che la stessero inseguendo in volo. Che si sia spaventata e abbia cercato rifugio in un cielo basso che prometteva erba e nascondigli.Non si conosce attesa nello schiantoSi entra nel nero e l'aria dirupaAbbandono e tempo di attesaprima e dopo sono dimensioni del vuotoalla confluenza di congiunzioni sottratteIn quello spazio trascorriamo la maggior parte del tempoNon resta niente, se non la perdita e la disillusionead ingannarci ancora sulla meccanica del voloCiò che lo specchio riflette non è mai privo delle sue consuguenze  
 Costruiamo sistemi di speranze l'illusione di piccoli sogni Sistemi d'inganno le attese Patteggiamento di pene estenuanti patti a venire  Praticare la concussione per quel che ci resta e non morire   "..infiniti li vedo, elementariesecutori d'un antico patto,moltiplicare il mondo come l'attogenerativo, veglianti e fatali.J.L.Borges "
 Ma noi di tutto questo ce ne sbattiamo Come le piume svolazzare nel vento  leggeri Mica a star la a pettinare giraffe da sopra una scala Come le piume il vento, il sole trallallà dentro uno specchio  “Ogni poesia è misteriosa;  nessuno sa interamente ciò che  gli è stato concesso di scrivere." (Borges)A me lo ha permesso la morte di quella fagianella.Ma non è, mi pare, capisca granchèChe se poi capissi, mi metterei la a spiegareIn fondo a me non è che piaccia neanche tantostar la a spiegare cosa? a chi?Mi piace di piu raccontaree raccontare cose che non ho capitocome il mondo, la vita, l'amoreNon so. Il fatto è che devo esser fatto cosiche non ci arrivo piu di tantoAllora meglio fermarsi un attimoe ripartire da borges, che lui si, lui si 
 Una notte la gente dello specchio invase la terra. Irruppe con grandi forze. Ma, dopo sanguinose battaglie, le arti magiche dell’Imperatore Giallo prevalsero. Egli ricacciò gli invasori, li incarcerò negli specchi, e impose loro il compito di ripetere, come in una specie di sogno, tutti gli atti degli uomini. Li privò di forza e di figura propria , riducendoli a meri riflessi servili. Un giorno, tuttavia, essi si scuoteranno da questo letargo magico. Il primo a svegliarsi sarà il Pesce. Nel fondo dello specchio scorgeremo una linea sottile, e il colore di questa linea non rassomiglierà a nessun altro. Poi verranno svegliandosi le altre forme. Gradualmente, differiranno da noi; gradualmente, non ci imiteranno. Romperanno le barriere di vetro o di metallo e questa volta non saranno vinte. Al fianco delle creature degli specchi combatteranno le creature dell’acqua. Nello Yunnan si parla non del Pesce ma della Tigre dello specchio. Altri intende che, prima dell'invasione, udremo nel fondo degli specchi il rumore delle armi.Jorge Luis Borges, Manuale di Zoologia Fantastica