Invidio il vento

Sono tremendi gli angeli


  Un legno che scalda come un'ancia al fiato che vibra dentro la pelle una ad una sfiorando le vertebre appena da quel suono risucchiato dietro la nuca risale, poi sfugge poi vola vibra e sfibra dalle cortecce piccoli fili dove da bambino hai tirato le frecce e da ragazzo inciso il suo nome soffiandone il suono dentro un buco poi coperto dal fango hai sussurrato all'albero il segreto arrampicandoti poi abbraccio dopo abbraccio con le gambe stringendolo sempre più su tra la cornovaglia e il tempio sul monte dentro un pertugio tra due pietre rosse la promessa di rilke"sono tremendi gli angeli"poi nell'aria rimase un grande silenzio Bellissima questo pezzo di Surman. Fa tutto da solo. Il baritono però, ah il baritono è il suono delle montagne che circondano i suoi paesaggi, la foresta di pietra, il fiume impetuoso, il sentiero di sassi che sale e incontra il lamento del clarinetto basso. Un dialogo, una lamentazione, quasi a stenderne il corpo sull'altare del vento, saltella tra gli alberi della foresta, fino a giungere alla radura, per placarsi dolcissimo sull'erba,. stretto a lei, la clarinetta bassa in un'orazione amorosa, perduti per sempre, come un'elegia "sono tutti tremendi gli angeli"John Surman - Saltash Bells