Invidio il vento

Una luce già spenta


 
Ogni mattina questa luce già spenta Vien sparsa a secchiate buttata dall'alto che te la senti che ti arriva sulla testa e ti ghiaccia la schiena Luce pesante che cala e preme ogni suono si schiaccia sopra le lamiere e i vetri rotti sul marciapiede  che le suole calpestano e ti vien fastidio a sentirlo quel crok crok che è ancora scuro che gli uccelli sui rami si salutano tra loro con quei trilli delicati che se lo dicono sempre loro buongiorno  Un refolo di vento tra i rami La pianta di salvia si china Prendi dell'aria mi dicevano da piccolo Io correvo contro prendendola in mano Sarà stato allora che ho imparato del pugno di mosche Ero romantico già da piccolo e preferivo che l'aria sfuggisse alla presa Cercavo quel niente tra le dita un soffio un respiro Vai a prendere un pò di aria mi dicevano ma questo è un altro discorso Lo stupore è lo stesso per il mondo adesso come allora che delle volte mi pare che se stai la a guardarlo di te se ne frega che tanto lui si risponde da solo  ed è allora che ti accorgi di una meccanica casuale che governa le cose del mondo e di come ogni cosa che comincia poi anche finisca e tu stai la a guardare con gli occhi di un poeta l’effimero sfumare delle cose  e il caso che le sommae le mescola , la luce gia spenta, i vetri per terra, gli uccelli sui rami, un colpo di vento, l’uscire a prendere aria e, in questa inconsistenza che si arrotola sparendo  io scrivo il tuo nome su un vetro appannato."Salva con nome", mi ha detto.Poi nel vetro è rimasto un segnotra la nebbia, forse un piccolo boscoche saleo affondacome un vascello fantasma