Invidio il vento

Il walzer delle piccole cose


Certi pensieri ti vengono in mente ascoltando delle canzoni.Il Walzer di Matilda mi ha fatto venire in mente mia madredi quanto le piaccia ballare. Il walzer di Matilda mi ha fattomalinconia. Poi mi sono venuti in mente gli albicocchi e i cacciaviti di mio padre dentro il cassetto delle posate.Da qualche parte ci sono posti dentro di noicon dentro delle cose che non sai, ma ne sai gli odoridei suoni, come quello deii passi sulle scale, folgorazioni di un'istante,un'immagine che passa e non sai come mai è rimasta la tutto quel tempo, ad aspettarti, impigliatacome l'odore delle mele cotte,il gusto dei chiodi di garofano, all'improvviso,che ci torna a fare nella mia bocca?E c'erano tutti quegli albicocchi messi in filaricordo, la fuori della vecchia casa neanche grandi ugualicome in ere diverse fuggiti da altri giardinie venuti la per starsene insieme ioquei frutti li chiamavo albicoccole, da piccolo.Io non credo che ci siano parole per esprimere ogni cosaE anche quei posti dentro di noi, con dentro un sacco di cose,e la dentro le parole non riescono a star ferme,cose essenziali di cui non si può dire piu niente,come andassero piu oltre senza fermarsi,in posti perduti e senza nome che, a parlarne anchenon è che si mettano in ordine, parole prontea scambiarsi con altre, a trovare dei perchè e percomee per ritrovare pensieri che si parlano tra loro.Allora perchè, quando mio padre morì, all'ospedalemi restituirono la sua protesi dentale e gli occhiali?Gli oggetti sopravvivono a chi li ha posseduti.Come fossero un'estremità di ognuno di noiUna pelle ulteriore, oltre le dita, una pelle strappata."A casa in un cassetto della cucina, mescolati tra le posate,c'erano dei piccolissimi cacciavite. Finchè era in vita,mia madre un giorno si e uno no gli dicevache gli attrezzi non dovevano stare li e che doveva spostarli.Dopo la morte rimasero li ancora per anni.Dopo che è morto i piccoli cacciavite non gli davano piu fastidio.Come mai?Se lui non poteva piu stare seduto a quel tavoloalmeno i caccivite potevano stare tra le posate.Subentrò una soggezione che si trasmetteva alle manie nel suo senso dell'ordine s'infiltravano eccezionidettate dalla generosità. Ora, pensavo,gli sarebbe stato permesso di mangiarecon i suoi cacciavite invece che con cucchiaio e forchette.Fuori, gli albicocchi testardi non si vergognavano a fiorire.I sentimenti si distribuiscono spessoin modo strano verso l'esterno"