Invidio il vento

Cheveaux de bois


 Cavalli di legnoEro in macchina stamattinae sentivo alla radio DebussiHa musicato delle ariettesda delle poesie di Verlainee cosi mi venivano in mente le giostre 
 Fai girare la mia testaderviscio che ruotastordisci quando cavalchigira gira gira intondoCavalli di legno nella battagliae domani pensa a metra le spade gli scudi le urlaaccarezzato da un palmo di ventoportami nei tuoi giochinei salti capitombolidentro i tuoi sogni nei jardin du Luxembourg Con un tetto e con la sua ombra giraper breve ora la giostra dei cavallimulticolori tutti dal paeseche lungamente tarda a tramontareMolti sono attaccati alle carrozzeeppure tutti hanno un cipiglio fieroe un feroce leone tinto di rosso va con loroe a quando a quando un elefante bianco(rilke - La giostra) 
Da bambino salivo in groppaad un cavalletto di legnoin fondo, sotto i grandi pioppioltre i campi di bocce.Ed è un cavalletto che non si vede piu in giroLo usavano per appoggiare la biancheriale grandi lenzuolale tovaglie da stendere al soleQuella era la mia giostraGiocavo ad indiani e cow boyLo rompevo e mio nonnomi grattava con le nocche la testaquando tornavo dentronella sala della televione in osteriala tv dei ragazzifacevano Rin Tin TinPerfino un cervo c'è, come nel boscoma porta sella e, fissa alla sua sellauna minuscola bambina azzurra(Rilke)In paese non arrivava mai la giostra dei cavalliMia madre mi portava alla Fiere di S. Lucanei giorni di ottobre lo zuccero filatolievitava in contentezza impiastricciatasulla bocca di violenta bellezza la frittellaquell'odore potente e divino un canto dei chioschi che si disfava in bocca.Mi teneva per mano e io la tironavoin mezzo a quei suoni festosi come le bandedi ottoni di Bregovic e mi impuntavocosi lei mi faceva fare i giri
E cavalca il  leone il bimbo biancotenendosi ben fermo con la mano che scottamentre il leone scopre lingua e zanneE quando a quando un l'elefante bianco(Rilke) Come falchi nei cerchi del voloera nutrirsi, piantare le unghie nel palmovolevo fare i miei giri, prima di Borgesi vetri, gli specchi, il labirintoNon la volevo la giostra a cavalliTroppo svenevole e sentimentaleVolevo dischi volanti, gli autoscontrigiostre con le lame rotanti, volevo sparare.
      agli estremi si scatenano danze magnetichein un volo d'insetti che regolano lo spazio di dentroa spintoni sentivi le tue stagioni dilataredeformando le strisce di luci e il tuo semespinto con un dito dentro la terra
E a quando a quando un elefante biancoE il tutto và e s'affretta alla sua finee gira gira in cerchio e non ha metaUn rosso, un verde, un grigio che balenaun breve appena, abbozzato profilo(Rilke)  Poi ti trovi nelle età di Rilkeo di Verlaine e i tuoi occhi tornati bambiniprotetti dall'età delle battagliedi indiani e cow boy ad inseguirequalche ombra che ti era sfuggitaper nascondersi nei salti da stella a stellaE la vorresti adesso quella giostracon i cavalli di legno e i coloriche da bambino provavi vergognaa montarci su e farti vedere Television - Tom Verlaine - The dream's dreamSi bemolle minore: la sonata 35. Urlo di due occhi: Non sprizzate il sangue di Chopin nella sala, perchè il canagliume ci strascichi sopra i piedi!(Gottfried Bern)   E cosi ho appoggiatoun piccolo cavallo alatotra i rami che salti e poi spicchinel vuoto il suo volotra terra e cieloin cerca del solco del tuo seno
La giostra di Zamparò è una chicca