Invidio il vento

Vene nel cielo e corvi


 Li ho visti tante volte gli alberi spogli d'inverno.Delle volte li vedi diversi da altre.Quanti inverni ho visto? Erano tanti rami e contro il cielo parevano vene.Nidi neri tra i rami che parevano emboli del cielo.Uova di baratri.Le impronte di lei nell'erbaclaudicante spariva in un altro cielo.Da bambino andavo su per gli alberi a rampicarmi. Cercavo nidi.Se trovavo uova le bevevo. Come le volpi.Erano preghiere brevi di bambini.Gli alberi sembravano cose semplici.Parole da rampicarsi.Andare alto, guardare giu. Graffiarsi.Dove sono andati a finire quegli occhi da bambino?Cos'è questo atterrimento che provo adesso?Il tempo ha deposto le sue piccole gioie ai piedi di un traliccio.Nel tempo han costruto delle contraffortiche via via si son fatte inespugnabilie sono stato io, senza accorgermi.Bisognerà tentare un assalto.Seguire il disegno nell'aria che fanno le ali dei corvi.Come scrivessero nei simboli carpirne il segreto.Forse è il tentativo di cucire i lembi di due cieli sovrapposti.Sentirsi in mezzo senza un cielo tuo non è mica bello.Non avere neanche un urlo prontone artigli da piantare.Come fai pò?Come fai? " Allora lei indietreggiainghiottendo quello che aveva esploratoe ignora per restar com'era" (Antonella Anedda)