Invidio il vento

Corto Maltese Recites Arthur Rimbaud


Un dieci Novembre come questo moriva Arthur RimbaudRimbaud era un visionario fulminato che amava farsi e, questa poesia parla di un battello senza equipaggio, abbandonato alla corrente di un fiume grandioso, come una poesia s'abbandona all'invenzione del poeta che guida questo battello anelando alla libertà istintuale verso il mare aperto e ignoto che pur teme. IL BATTELLO EBBROPoiché discendevo i Fiumi impassibili,mi sentii non più guidato dai bardotti:Pellirossa urlanti li avevan presi per bersaglioe inchiodati nudi a pali variopinti. Ero indifferente a tutti gli equipaggi,portatore di grano fiammingo e cotone ingleseQuándo coi miei bardotti finirono i clamorii Fiumi mi lasciarono discendere dove volevo. Nei furiosi sciabordii delle mareel'altro inverno, più sordo d'un cervello di fanciullo,ho corso! E le Penisole salpatenon subirono mai caos così trionfanti.La tempesta ha benedetto i miei marittimi risvegli.Più leggero d'un sughero ho danzato tra i fluttiche si dicono eterni involucri delle vittime,per dieci notti, senza rimpiangere l'occhio insulso dei fari! Più dolce che ai fanciulli la polpa delle mele mature,l'acqua verde penetrò il mio scafo d'abetee dalle macchie di vini azzurrastri e di vomitomi lavò, disperdendo àncora e timone. E da allora mi sono immerso nel Poemadel Mare, infuso d'astri, e lattescente,divorando i verdiazzurri dove, flottagliapallida e rapida, un pensoso annegato talvolta discende;dove, tingendo di colpo l'azzurrità, delirie lenti ritmi sotto il giorno rutilante,più forti dell'alcol, più vasti delle nostre lire,fermentano gli amari rossori dell'amore!Conosco i cieli che esplodono in lampi, e le trombee le risacche e le correnti: conosco la serae l'Alba esaltata come uno stormo di colombe,e talvolta ho visto ciò che l'uomo crede di vedere! Ho visto il sole basso, macchiato di mistici orrori, illuminare lunghi filamenti di viola,che parevano attori in antichi drammi,i flutti scroscianti in lontananza i loro tremiti di persiane! Ho sognato la verde notte dalle nevi abbagliate,bacio che sale lento agli occhi dei mari,la circolazione di linfe inaudite,e il giallo risveglio e blu dei fosfori cantori! [...] Ho visto fermentare enormi stagni, retidove marcisce tra i giunchi un Leviatano!Crolli d'acque in mezzo alle bonaccee in lontananza, cateratte verso il baratro!Ghiacciai, soli d'argento, flutti di madreperla, cieli di brace!E orrende secche al fondo di golfi brunidove serpi giganti divorati da cimicicadono, da alberi tortuosi, con neri profumi! [...] Quasi fossi un'isola, sballottando sui miei bordi litigie sterco d'uccelli, urlatori dagli occhi biondi.E vogavo, attraverso i miei fragili legamigli annegati scendevano controcorrente a dormire! Io, perduto battello sotto i capelli delle ansescagliato dall'uragano nell'etere senza uccelli,io, di cui né Monitori né velieri Anseaticiavrebbero potuto mai ripescare l'ebbra carcassa d'acqualibero, fumante, cinto di brume violette.o che foravo il cielo rosseggiante come un muroche porta, squisita confettura per buoni poeti,i licheni del soie e i moccoli d'azzurro; io che correvo, macchiato da lunule elettriche,legno folle, scortato da neri ippocampi,quando luglio faceva crollare a frustate'i cieli oltremarini dai vortici infuocati;io che tremavo udendo gemere a cinquanta leghela foia dei Behemots e i densi Maelstroms,filando eterno tra le blu immobilità,io rimpiango l'Europa dai balconi antichi! Ho veduto siderali arcipelaghi! ed isolei cui deliranti cieli sono aperti al vogatore:È in queste notti senza fondo che tu dormi e ti esìli, milione d'uccelli d'oro, o futuro Vigore?Ma è vero, ho pianto troppo! Le Albe sono strazianti.Ogni luna è atroce ed ogni sole amaro:l'acre amore m'ha gonfiato di stordenti torpori.Oh, che esploda la mia chiglia! Che io vada a infrangermi nel mare!Se desidero un'acqua d'Europa, è la pozzangheranera e fredda dove verso il crepuscolo odorosoun fanciullo inginocchiato e pieno di tristezza, lasciaun fragile battello come una farfalla di maggio. Non ne posso più, bagnato dai vostri languori, o onde,di filare nella scia dei portatori di cotone,né di fendere l'orgoglio di bandiere e fuochi,e di nuotare sotto gli orrendi occhi dei pontoni.(A: Rimbaud)--------------------------------------------------------------------------------Non è che mi fossi segnato la data della sua morte sul calendario per ricordarmene poi. E' che stavo leggendo questa graphic novel scritta da Fred Vargas e disegnata splendidamente da Baudoin: "I quattro fiumi" dove questa poesia veniva citata continuamente come una sorta di filo conduttore alchemico e misterioso. L'incontro con Rimbaud è dunque segnato da un sortilegio che prende un significato del caso ma che può esser letto anche come premonizione.