Invidio il vento

Quanto ai Suv


Fosse per me tutti i Suv potrebbero fare sta fine quà.Quanto mi stanno sui maroni non se ne ha ideaIo chiederei a quelli dell'Unesco che li considerino patrimonio dell'umanità, come la pastasciutta al pomodoro o le Dolomiti. Niente come i guidatori di suv mi fanno girare i maroni. Ieri, mica cose inverosimili, c'è la solita signora (nessun riferimento al genere) per uscire dal parcheggio davanti all'edicola, muso contro muso, non mi fa partire prima che che sono nel senso di marcia no, lei svelta mette gia il muso mezzo fuori, impedendomi cosi di partire, che ci mettevo un secondo. Lei aspettava che passasse un lungo corteo di gitanti domenicali (altra categoria) che passassero tutti, ed io li. Son cose normali dico ma, quando le vedo fare dai Suv, io non  sò, mi vien un nervoso. Ma dove cazzo vanno lei e il bambino con quel macchinone da sboroni. Qua dovremmo dire dell'antropologia dell’automobilista, sull’esclusivismo narcisistico che ne caratterizza i comportamenti fino a rasentare una certa forma di fanatismo fondamentalista. Il punto di partenza di ogni fenomenologia in proposito, è l’assunto che sta alla base della Weltanschaaung dell’automobilista: esisto solo io, ci sono solo io, io io io! Tutto il resto è noia, come cantava la canzone Io non sò adesso se stava facendo un trasloco o trasportando un frigo o se dentro allevasse maiali ma dovevi vedere la faccia arcigna e di sfida che aveva questa qua, tipo di quelli che pensano che l'umanità intera debba scansarsi e tacere al suo ardire. Lo lascio quasi sempre a casa il fucile a pompa, perchè sennò so gia succederebbero casini. A quelle le gira il testosterone sul sangue quando ci montano su, si trasformano, le vedi. Che poi l'avevo vista scendere dal suv la piccoletta che non ci arriva a terra con i tacchi e ha dovuto buttarsi fuori penzolando la gamba e la gonna andargli su fino all'inguine, per scendere. Bella vista se è per questo. La nocività del mezzo è sempre prerogativa di chi lo usa.  Mi viene in mente questa. Molti conoscono il cosiddetto «Puttanone», piccolo capolavoro letterario di Gino e Michele, dove si descrive il loro odio per una signora bionda che ogni giorno blocca il traffico col suo fuoristrada per andare a prendere la bambina all’uscita delle Orsoline, a 400 metri da casa. E quasi tutti quelli che abitano in città hanno fatto esperienze analoghe: il suddetto sagrato davanti al Cenacolo Vinciano la mattina è intasato dai Suv in sosta vietata dei genitori che accompagnano i pargoli al Collegio San Carlo. E, se provate a dirgli qualcosa, vi diranno che non è colpa loro se non ci sono parcheggi, e che loro i bambini devono pur accompagnarli a scuola. Che si possa prendere un tram, o andare a piedi, o usare la bici o il motorino non gli passa nemmeno per la testa, ma insomma capisco che ognuno è fatto a modo suo. Ecco, questa è una rappresentazione classica della tipologia di chi poi su quel mezzo ci sale. Per fortuna avevo lasciato a casa il fucile a pompa.